24/09/2014

Barbara Renzulli, driver e trainer brava, bella, grintosa (e ritirata)

di admin

Di Mario Alderci – Per chi è carrarino come me la Septemberfest di Marina di Carrara è evento irrinunciabile; più strano invece è trovarvi tutte le sere la Lady Driver più rappresentativa in Toscana: Barbara Renzulli. Cosa ci fa in giro con il boccale in mano una che in questo periodo dell’anno dovrebbe stare solo tra Follonica e Montecatini? Una che ha all’attivo 554 vittorie come allenatrice (record assoluto per una donna), mentre le vittorie da guidatrice sono 301. Ma la spiegazione è presto detta: Barbara ha deciso di lasciare l’ippica.

A cosa è dovuta questa tua decisione?
«Prima guadagnavo molto. Vincevo le mie corse e prendevo una marea di piazzamenti. Ora con le vittorie fai pari con i cavalli normali… Diciamo che se vuoi stare nell’ippica adesso o non paghi nessuno, e te ne freghi, o hai le spalle coperte dai proprietari, o ti salvi col gioco illecito. Questo é quanto».
Occhio a non farti troppi nemici …
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Figurati … In questo mondo … Alcuni sono così assuefatti dall’immoralità che nessuno si sentirà toccato nello specifico! Tutti santi! Ovviamente ci sono anche tanti bravi davvero e onesti che stanno stringendo i denti per resistere . Ecco questo mi fa star male. Per quelli che meritano e stanno facendo fatica e debiti.
No è tanto… Anche i piccoli proprietari sono ormai scomparsi …
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Ho trasformato una marea di cavalli, vinto una barellata di soldi. E poi? Sempre a lottare con i cavalli distrutti perché solo quelli mi portavano. Ora che i premi son calati non c’è più la possibilità di lavorare con i cavalli di seconda fascia».
Qualche proprietario c’è ancora e vedo che ti fanno lodi sperticate sui social: nessuno di loro alla notizia del tuo abbandono si è rifatto vivo?
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Questa è la grande delusione… Perché dopo 25 anni di lavoro ippico credevo che qualcuno si facesse avanti, anche perché ho ancora la licenza. Ma nessuno che si sia mosso, a me sarebbe andato bene anche fare da secondo allenatore o da terzo allenatore; invece mi sono arrivate solo due proposte dalla Francia, ma io ho famiglia e ho ritenuto opportuno gestire l’azienda di famiglia (vivai, ndr) con mio marito Fausto».
Dopo una vita tra i cavalli quanto ti mancano ora i cavalli e le corse da 1 a 10?
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25!!! Ho pianto a diritto una settimana a fila. Ma così è. Sono troppo arrabbiata e non volevo affossarmi , ho una vita e voglio viverla serena e godermela. Gli ultimi due anni non lo è stata. Mi è dispiaciuto tantissimo per mio babbo (la mia mamma è scomparsa, ndr) perché ricordo quando ero minorenne e correvo dietro ai cavalli e loro stavano parecchio preoccupati, poi con il tempo era felice della mia scelta ippica e quando poco fa gli ho detto che mollavo ho visto nei suoi occhi tanta tristezza…»
Ripercorriamo un po’ la tua storia, Barbara Renzulli nasce il …
«Il 3 Settembre 1972 sotto, il segno della Vergine, anche se non è un segno in cui mi riconosco, come ascendente ho il Leone, ecco mi sento più leonessa, credo di avere delle caratteristiche di questo segno come voglia di vivere, felicità, altruismo.
A quando risale la tua passione ippica e come sei diventata Driver?
«Mio padre mi portava a scuola di equitazione che avevo 11 anni, finita la scuola correvo a montare qualche cavallo da salto a ostacoli o da galoppo, ero attratta principalmente da cavalli da concorso e da galoppo.. Poi ho conosciuto Antonio Greppi (che ora è un mio ex) che era allievo guidatore prima da Fulvio Bellucci e poi da Manlio Capanna. E mi sono innamorata del Trotto. O meglio, prima mi sono innamorata di Antonio e poi del Trotto. Poi lui si è messo in proprio e anch'io ho fatto il mio ingresso stabile in scuderia come artiere da Nello Bellei, il mio mito! Altri sistemi, altri tempi, altre persone».
E nel frattempo facevi la porta quote per i picchetti e le tue prime corse amatoriali, fatte nella pista privata di Martignana, vicino a Empoli. Ti ricordi una vittoria in particolare?
«Con Fiocco Gis, cascai e andai a finire nel fosso con la ruota del sulky, cambiai la ruota da sola, perché volevo ricorrere la ripetizione e infatti la corsi e vinsi!».
Dopo la prima corsa tra le “stelle” (nella quale arrivasti terza con Osiris Becky) diventi allieva e (dopo il primo successo con Terry Jones, maiden anche lei) vinci parecchie corse, con 15 corse consecutive senza mai uscire dal marcatore! Pubblico a bocca aperta: "Ma che vince sempre lei?"
«Una sensazione eccezionale, irripetibile, ci tenevo tanto alle prime corse che facevo, sia per il cavallo che guidavo, sia per Antonio che me li affidava in ordine perfetto, sia per il lavoro che si era fatto su quel cavallo. Davvero una emozione unica: scendevo dal sulky e pensavo “Però mi garba 'sta cosa! Eheheheheh, vinco sempre!”. E poi pensavo: “Se vinco una piccola percentuale di merito ce l'avrò anch'io!”».

Nel 1997 hai vinto il Race Off delle Lady Driver con Nielsen, primo successo di rilievo, meritatissimo perché guidasti davvero alla grande.
«Una grande emozione, specie in batteria. Andai in testa e al largo c'era Neil Luis che sapevo aveva problemi respiratori, l'ho fatto spendere un po' per passare poi l'ho mandato via per ribatterlo in arrivo. In finale invece via a testa bassa, non capivo più dov'ero, hee, dopo essere andata in testa pensavo a fermare il più possibile, ho fatto 1.28 il primo chilometro e poi sono scappata a testa bassa, non guardavo nulla, guide al vento e via! 44 gli ultimi 600 e 14.2 l'arrivo: fu grande Nielsen quella sera. Battemmo Supertexas con Flaminia Bottoni».
Successo bissato anni dopo con Carracci.
«Anche lì grande soddisfazione ma avevo ormai imparato a contenere le emozioni. Anche se ce n’è stata un’altra di vittoria che vorrei ricordare perché piansi dall’imbocco della retta d’arrivo fino a dopo il palo: con Fast Runner a Padova al rientro. Era rimasto zoppo per un’infiltrazione sbagliata che gli aveva causato un’infezione articolare; dissero che era impossibile che ricorresse; io e Fast all’impossibile credevamo e abbiamo ricorso e rivinto!!!»
Il cavallo più forte Fast Runner? Il cavallo del cuore?
«Oltre a Fast Runner, il primo amore Nastro Vg perché quando lo comprai aveva fatto pochi piazzamenti, mi avevano risarcito per un incidente in motorino e i soldi ovviamente li ho destinati a comprare un cavallo! Stavo passeggiando nelle scuderie di Nello Bellei quando vidi (in un’altra scuderia) questo povero Nastro Vg che nel dopocorsa veniva picchiato a lungo, così scelsi di comprare lui; era molto pauroso quando arrivò in scuderia, poi piano piano si tranquillizzò, la prima che ha fatto per noi ha sbagliato, ha perso 100 metri  e vinse ancora, ci ha dato un sacco di soddisfazioni compresa una vittoria in tris a Montecatini. Nastro è indimenticabile! Ma sarebbero tantissimi i cavalli da ricordare: Idolo Del Nord in un Gran Premio a Montegiorgio arrivò terzo facendo 1.11.9 poi i proprietari lo portarono via dalla mia scuderia per tentare di migliorarlo … E’ arrivato a correre in categoria G e a reclamare … Poi Forest Di Poggio, Umor Dechiari, Ramicheo, Ulit Cash, Erbesia, Pozzetto Park, Bombino, Amer, Danubio Real, Doligena … ma di certo ci dimentichiamo qualcuno … ho voluto davvero bene a tutti i cavalli transitati nella mia scuderia».
Cosa ti piace di te e cosa non ti piace? 
«Mi piace la mia sincerità. Tornando indietro cambierei certi miei atteggiamenti perché sono troppo impulsiva, sia in corsa che nella vita, anche se con l’età mi sono calmata, però preferisco essere sempre una persona molto diretta».
Il collega più bravo e il più cavaliere?
«Enrico Bellei il più bravo, Robero Andregetti il più cavaliere».
La tua amazzone preferita?
«Daniela Nobili senza dubbio. Quanto alle toscane,  Monica Gradi, molto professionale, davvero validissima. Rebecca Dami ha iniziato alla grande, le auguro di confermarsi»
Prossimo anno in pista al Sesana o alla Septemberfest a Marina di Carrara?
«Al Sesana in un’ippica migliore e poi tutti a brindare alla nuova ippica alla Festa della birra!».