23/10/2014

Monica Gradi: «A casa mi volevano ragioniere. L’ho scampata bella»

di admin

Di Mario "Amario” Alderici – Cinque vittorie a settembre e ottobre iniziato con vittoria da manuale in sulky a Sirio di Alba che porta a 20 i successi nell’anno della graziosissima e molto brava Monica Gradi (pronipote di “Cincerina” Omero Baldi e figlia del “Notaro” Roberto Gradi). La Gradi si è così avviata anche quest’anno, nel quale vince venti cosrse su 148 e conta anche 67 piazamenti, a conquistare il titolo di Lady Driver più vincente nella categoria degli amatori, essendo ormai dieci le vittorie di vantaggio sulla prima inseguitrice, la campana Elena Villani.
Le vittorie in carriera di Monica sono 280 e si sta avvicinando alla più vincitrice amazzone toscana di tutti i tempi Barbara Renzulli (che, avendo interrotto l’attività, è ferma a quota 301).
In una bella mattina toscana riusciamo a intervistare Monica; che pure in genere cerca sempre di scansare le interviste, ma a noi non è riuscita a scansarci (ahahah). Infatti ci accoglie con l’educazione e i modi gentili che la contraddistinguono.
Monica, innanzitutto ti chiamo “Tamberina” (nome ereditato dallo zio del padre Giancarlo Baldi detto, oltre che “Tigre”, “Tamberino”) o “Gatta” (come ti chiamano gli amici per gli splendidi occhi furbi) o semplicemente Monica?
«Sinceramente preferisco Monica, ho un bel nome (almeno, a me piace molto) e mi piace essere chiamata per nome; Gatta mi chiamano gli amici ed è un soprannome per pochi intimi; Tamberina me l’ha messo addosso Vieri Berti, ovviamente ne sono onorata (magari sapessi guidare come Giancarlo!) ma sinceramente è un soprannome che non mi piace: sento che in tribuna quando vinco mi dite “Brava Tamberina” ma preferisco se mi dite “Brava Monica!”
Quando hai iniziato ad amare i cavalli e quando hai iniziato a salire in sulky?
«Sinceramente i miei genitori (papà Roberto e mamma Patrizia, ndr) ritenevano l’ambiente ippico troppo duro per una donna e volevano che diventassi ragioniere ma i cavalli mi piacevano fin da piccola. Nelle vacanze estive o il pomeriggio correvo in scuderia; a 15 – 16 anni ho fatto per la prima volta “prove” con un cavallo, emozione indescrivibile, lì ho capito che la mia vita era con i cavalli: ho dovuto lottare contro tutti ma alla fine ce l’ho fatta!»
È stato tuo padre ad attaccarti il primo cavallo?
«No, un signore che aveva il cavallo da noi! Se aspettavo mio padre… campa cavallo!»

Alla fine i tuoi genitori si sono convinti che la tua strada era quella ippica?
«Inizialmente no, ma scolasticamente li ho accontentati: non sono mai stata bocciata e a 18 anni ero diplomata Ragioniere e a quel punto… Via libera per il corso Gentlemen, sapevo che volevo farlo e l’ho fatto». 
Corso gentlemen con Armstrong, quando ti ho visto in pista, così esile con questo cavallone non avrei scommesso un euro che saresti diventata così brava.
«In effetti venivo da poche uscite in sulky e all’inizio è stata un po’ dura, poi piano piano ho imparato e quando non avevo ancora 19 anni, e avevo già passato il corso, vidi nel libretto che c’era una categoria B – C a Firenze per gentlemen. Ma non mi era ancora arrivata la licenza, così partii per Roma a prendermela perché volevo esordire con il mio adorato Armstrong. E ci riuscii! Debuttai con lui e riuscii ad entrare nel marcatore: quinta!»
E la vittoria è arrivata prima di compiere 19 anni, ti sei fatta il regalo di compleanno; bella premiazione con in pista tuo padre e tanti amici, anche se tu sei rimasta fredda.
«
Sì, sono nata il 5 agosto 1983 e il 3 agosto 2002 vinsi la mia prima corsa con Zuserika (al suo record di 1.16.4) in testa; ovviamente ero felice per la prima vittoria in carriera ma so contenere le emozioni. C’era in pista anche mio padre che ormai aveva accettato che avessi scelto di lavorare con i cavalli, mentre mia mamma era ancora un po’ restia ad accettare la mia decisione». 
In pista hai le manine dolci ma quando occorre sai tirar fuori la grinta e riesci a farti rispettare anche da cavalli non facili …
«Se con alcuni cavalli caratteriali usi la forza non vai da nessuna parte, meglio usare la sensibilità, in certe circostanze può essere utile con un cavallo che tira avere una mano più leggera, ma devo dire che in scuderia non abbiamo cavalli particolarmente difficili perché il lavoro di mio padre in questo senso è particolarmente orientato a tranquillizzare i nostri allievi ed a non chiedergli mai niente più del dovuto. Se si manifestano anche solo indizi di insofferenza gli concede subito periodi di riposo. L’idea è proporre il lavoro e l’allenamento come gioco, non costrizione. Certamente a volte in pista bisogna anche far uscire un po’ di grinta, fa parte del mestiere; ho cercato di apprendere questo dai miei due maestri: mio padre Roberto e Pino Di Caterino».
Domanda classica ma sempre attiale: è difficile essere donna nell’ippica attualmente? 
«Devo dirti la verità: non ho avuto particolari difficoltà; poi in pista siamo tutti più o meno amici quindi ho sempre rispettato i miei colleghi e sono stata a mia volta rispettata». 
Molto spesso ti vediamo in pista con i “Grad” allevati dalla tua famiglia. Segui anche l’allevamento?
«Se ne occupa principalmente mia mamma Patrizia, posso dire che in famiglia il lavoro è diviso a comparti e ognuno ha il suo settore. Il nostro primo prodotto fu Bebo Plo, lo ricordo con affetto. Ovviamente quando nasce un puledro mi piace andare in allevamento per vederlo, ma solo per il senso di tenerezza che si prova a vedere un essere appena nato, però non mi sento ancora attratta dall’attività allevatoria. E poi n scuderia ho già tanto lavoro e per l’allevamento preferisco lasciar fare a mia mamma».
Che sta avendo grandi soddisfazioni. Il vostro miglio cavallo?
«Lucrezia Grad, con la quale ho vinto tanti centrali e un invito il giorno del Città di Montecatini. Eravamo soci con Daniele Orsini e nelle corse gentlemen ci alternavamo alla guida, ma Lucrezia era così forte che ne abbiamo vinte tante sia io sia Daniele. Ora Lucrezia è fattrice da noi, anche se per ora è rimasta vuota. Per il futuro speriamo in un suo puledrino forte e duttile come lei».
Altri cavalli o corse che ricordi con piacere?
«Ho vinto tanto con Crystal Grad; poi Azul Lung con cui vinsi una tris; di quelli che guido ora direi Ronaldo Grad. Dei cavalli non miei, il più forte che ho avuto l’onore di guidare è stato Cognac D’Alfa che non partiva forte ma poi ti aiutava molto perché lo mettevi di fuori ed era un panzer, molto potente». 
Hobby?  Dopo tante ore in scuderia riesci a ritagliarti del tempo libero?
«La sera mi piace andare in palestra o rilassarmi uscendo con gli amici». 
Con i tuoi amici e con il tuo ragazzo o sei single?
«
Sono piuttosto riservata. Cerco sempre di tenere separato il mio lavoro e l‘ippica dalla mia vita privata».
Speranze, obiettivi, sogni?
«Vincere il Federnat. Ovviamente mi piacerebbe tanto il Frustino d’Oro ma guidando quasi esclusivamente cavalli miei non so se riuscirò a coronare questo sogno».
Guidi come una professionista. Tra le speranze c’è anche quella di diventare professionista?
«Per ora mi diverto tra i gentlemen, però come possibile obiettivo mettiamo anche quello di diventare driver professionista».