29/06/2015

Comunicati fotocopia per scendere dalla barca (su cui non volevano salire)

di admin

Fnt (Federazione nazionale Trotto), presieduta da Alessandro Viani, e Cng (Comitato nazionale Galoppo), presieduto da Pio Bruni (un ultra novantenne ma di chiara lucidità e specchiata rispettabilità), oggi  hanno emesso due comunicati largamente identici, frutto di palese copia e incolla (il bon ton della comunicazione avrebbe richiesto di farne uno congiunto, ma così è).
Cosa dicono? Nella forma dicono che le due associazioni vanno a braccetto, nella sostanza che è ormai evidente che la Lega Ippica non si farà più, almeno all’interno della Legge delega. Lo deducono dalle recenti dichiarazioni di Castiglione; anche se a noi sembra più significativo il nulla di fatto sul piano concreto che dura da mesi se non da anni. Quindi auspicano che il governo garantisca il Montepremi 2015 e paghi gli arretrati (ci mancherebbe). Ma non si fermano qui: il loro augurio (al quale si sono aggiunti con altri comunicati anche gli ippodromi) è che la riforma ippica a detta loro ormai uscita dall’alveo della Legge delega, torni in quello parlamentare. Dopo di che auspicano che il Parlamento legiferi tenendo conto del ruolo e dell’indirizzo delle principali associazioni del settore, ovvero quelle riunite sotto le sigle Fnt e Cng. Quindi, in pratica, si augurano che la nuova legge sia fatta con la consulenza degli attuali dirigenti ippici, che fin dal principio vedevano il progetto Lega Ippica come fumo negli occhi.
Non dico sia sbagliato, ma nemmeno che sia giusto. Dico che un processo del genere, l’iter parlamentare, nella migliore delle ipotesi richiede un paio d’anni. Cosa si può fare in alternativa? Francamente non lo so. Alla fin fine Castiglione – che pure in polarità gareggia con il comandante Costa Concordia Schettino – ha detto una cosa giusta: se gli ippici non trovano i soldi per garantire manovrabilità alla Lega Ippica anche fra tre anni, quando il contributo statale sarà zero, la Lega Ippica è meglio non farla. Però, e questo lo diciamo noi, non c’è più tempo per ripartire da zero.

Alessandro Ferrario