30/06/2015

Correre o non correre? Domani si vedrà. Ma bisognerà sempre decidere

di admin

Vinovo non ha dato i partenti. Cesena (che questa sera corre) ha chiesto di posticipare i prossimi per attendere l’incontro di domani, primo luglio, previsto a Roma tra categorie ippiche e Mipaaf. Quella di domani è una data cruciale: se ci saranno rassicurazioni per le disponibilità economiche tutto, come recita il comunicato delle Categorie di Vinovo, «tornerà più o meno alla normalità». Significa che si correrà anche il Nazionale di sabato alla Maura (una corsa per i tre anni che, se la tecnica ancora contasse, si direbbe che non possono essere preparati per poi restare a casa, altrimenti li distruggiamo). Diversamente, se dal Mipaaf continueranno a dire che non c’è un euro, la protesta si estenderà anche all’Emilia-Romagna, come lascia intendere il comunicato della Cesenate, e al Galoppo, rimasto per ora estraneo al blocco, ma che adesso non si tirerà indietro; tanto la stagione top l’ha finita l’altro ieri.
Cosa succederà domani? Tutto si aggiusterebbe se il Mef accettasse di pagare i crediti Iva, sui quali il Mipaaf aveva fatto conto per i pagamenti che ora dice di non poter fare. A stare a voci sempre più consistenti potrebbe andare così (e magari allora questo blocco a macchia di leopardo a qualcosa potrebbe essere servito, visto lo stadio ultimo al quale è arrivata l’alta burocrazia italiana, che se non la metti alla frusta…). Ma è difficile immaginare che dalla riunione di domani possano uscire già certezze in questo senso. E allora tornerà il dilemma: correre sulla parola o no? Perché sospendere il blocco significa rischiare tempi ancora più lunghi per ottenere l’accordo interministeriale (ovvero i quattrini), estenderlo inveca può servire ma l’accelerazione, con l’agosto alle porte, potrebbe comunque essere modesta e il fronte scollarsi, vista l’attuale scarsa compattezza. Poi c’è un ulteriore danno d’immagine verso il pubblico, che tutto questo non lo sa. Ma che va sempre più spesso a scommettere altrove  (ed è questo il nostro vero cancro). Non sarà facile scegliere.

Alessandro Ferrario