12/11/2015

Moscati, candidato all’Anact, dice la sua sulla privatizzazione

di admin

Questa mattina ci ha gentilmente telefonato Sandro Moscati per chiarire la sua posizione sul tema della privatizzazione dell’ippica, come da noi auspicato (clicca qui per la notizia relativa). Lo ha fatto con cortesia e tanti dati, che qui non riportiamo nel dettaglio, altrimenti si perderebbe il nocciolo della questione. Che è questo: Sandro Moscati, pur rendendosi conto di come il sostegno statale all’ippica sia tutt’altro che una certezza perché legato agli umori della politica, ritiene difficile, se non difficilissimo, reperire soldi sul mercato finanziario.

In questo fa, tra gli altri, l’esempio del caso “minimi garantiti”, soldi dovuti all’ippica da privati ma poi non incassati perché facevano riferimento a fideiussioni ben poco affidabili. E ora nemmeno si possono valutare le nuove fideiussioni, perché nessuno le ha viste. Se invece – continua Moscati – si trovasse un finanziatore realmente affidabile, allora sì la strada della privatizzazione diverrebbe la strada maestra. Ma al momento non è così perché il finanziatore non c’è, o  è troppo piccolo, o troppo interessato a altri mercati. Ma più che altro non c’è.
Aggiungo io che se qualcuno lo trovasse questo finanziatore – che a questi livelli (si parla di almeno 200 milioni di euro l’anno), dovrebbe essere una banca, una fondazione o comunque un entità estranea all’ippica che questi soldi non li ha – allora più che vincere le elezioni Anact, costui, solo per aver trovato il nuovo Re Mida che l’ippica italiana non ha mai avuto al di fuori dello Stato, verrebbe santificato in ogni ippodromo e in ogni altra struttura ippica, altro che presidenza Anact.
Ma cosa devono dire oggi i candidati? Possono dire che i soldi non ce li darà nessuno, almeno secondo quello che riteniamo il nostro bisogno? Possono dire che bisognerà ridurre nel medio periodo ancora di più i nati perché gli ippodromi diminuiranno? Non lo possono dire, perché è un argomento elettoralmente devastante. Allora giocano alla privatizzazione sì e privatizzazione no; argomento per altro al di sopra della carica in palio.
Intanto il sistema continuerà a scendere, fino a quando la discesa si asseterà (e di questo già c’è qualche segnale positivo, perché quest’anno i nati erano inferiori alla domanda e si è venduto facilmente, ma a prezzi ancora discount). Scendendo, scendendo, ci troveremo aggrappati all’ultimo scoglio forse lì si potrà decidere cosa costruire su quello scoglio. Ora o si annaspa o sia affoga.