12/01/2016

MARCO STEFANI, intervista a uno che sa realizzare i sogni

di admin

di Mario “Amario” Alderici – Corona un sogno il giovane (30 anni) e promettente Marco Stefani che nella sua Emilia Romagna (modenese di nascita e vive a Bologna) con il Della Vittoria centra il suo primo Gran Premio italiano pilotando perfettamente (portandola terza in corda dalla seconda fila e facendole risparmiare il più possibile lungo il percorso per poi lanciarla in preferenziale e far valere spunto più fresco) l’estrema outsider Sunrise Dancer che a quota di oltre 80 contro 1 centra la prima classica italiana del 2016, il gp Vittoria.

Marco, ci speravi in questa vittoria?
No! Avrei messo la firma per entrare nel marcatore. Poi la partenza è andata bene, siamo riuscito a sistemarci terzi alla corda e a quel punto la speranza di piazzarmi ha preso più corpo, aumentando con il passare dei metri perché sentivo la cavalla bella carica in mano. Ai 500 finali Giorgio D’Alessandro che era davanti a me con Real Mede Sm ha iniziato a fare la “mezza ruota” e a quel punto ho iniziato a sperare, dentro di me dicevo “Sposta Giorgio, sposta, sposta”. Quando è andato all’attacco del capofila ho lanciato Sunrise all’interno e a quel punto ho capito che l’avrei vinta. Un sogno che si realizza vincere a Bologna davanti agli amici, alla mia ragazza e al gruppo di ragazzi che hanno acquistato la cavalla e me l’hanno affidata in quella corsa.

Già, perché Sunrise (portata ad un ottimo livello di rendimento da Alessandro Gocciadoro) ha cambiato scuderia.
Sì, l’hanno comprata un gruppo di miei amici; mi avevano chiesto un parere dato che l’avevo guidata in passato e io li ho consigliati di acquistarla. A fine anno mi hanno detto che avrebbe corso un invito e che l’avrei guidata io; mi ero riservato di dare conferma dato che non sapevo se avevo altri impegni per la mia scuderia (la Trio) pensando che dovesse correre una tris; poi ho incontrato nelle scuderie Alessandro Gocciadoro che mi ha chiesto se ero pronto per il gran premio e gli ho risposto “Che gran premio?”, ahhaha, non ci pensavo proprio a correre il Vittoria, figurati a vincerlo.

Riguiderai Sunrise?
Non credo, è stata trasferita in Francia da Souloy. Credo che si adatterà benissimo ai tracciati francesi, poi non si sa mai, di sicuro mi resterà un grande bel ricordo di lei.

Sei figlio d’arte, quindi un ippico da sempre.
Sì, mio padre Enrico era driver, mio nonno Ezio gentlemen, i miei zii guidavano e anche io l'ho sempre avuto nel sangue. Mio padre poi ha smesso occupandosi di altro, la mia famiglia mi spronava a studiare ma la passione ippica è stata più forte: finita la scuola sono entrato stabilmente alla Green Park e sono diventato allievo.

Poi sei arrivato alla Trio e hai iniziato a correre tra i professionisti migliorandoti sempre più.
Sì, nel 2010 con Battista Congiu, ottimo allenatore, e con il proprietario Iores Bolognesi che mi ha sempre dato fiducia facendomi guidare (anche cavalli di qualità quando avrebbe potuto affidarsi a driver più conclamati) e credo che quando dici che sono progredito dici la verità dato che mi sembra di essere sempre più freddo e riflessivo in corsa. 

E i risultati si vedono: chiudi il 2015 con 60 vittorie, con un bel quadruplo a Trieste e andando vicino ad un piazzamento di prestigio nell’Allevatori Filly con Utopia Trio.
Sì, secondo in corda dietro United Roc  francamente ho sperato molto più in Utopia a Roma che in Sunrise a Bologna. Avevo la cavalla molto carica e credo che avrei potuto vincere, lei di rimessa ha uno spunto molto cattivo e quel giorno era molto carica, purtroppo sulla curva finale ha iniziato a buttarsi su una guida ed ha sbagliato. Ma ci credo molto in Utopia: va forte.

Nel tuo futuro vedi un lavoro anche da allenatore o principalmente da catch driver. Tattica di corsa preferita. A quali driver ti ispiri?
Principalmente mi piace fare il catch driver (la tattica preferita sono le corse in avanti a giostrare con il cronometro), anche se collaborare nell’allenamento è importantissimo per capire al meglio i cavalli che poi guido in corsa. Ora in scuderia è arrivato un trainer di grande esperienza come Paolo Molari e vedremo di apprendere qualcosa da lui. Come driver ho sempre detto che a mio avviso in Italia c’è un poker di guidatori che (senza nulla togliere agli altri) fa proprio la differenza in pista e io cerco di carpirne i segreti: Enrico Bellei, Pippo Gubellini, Roberto Vecchione e Roberto Andreghetti.

Grazie Marco, ci sentiamo al tuo prossimo Gran Premio, magari con la puledra che ti fa sognare, Utopia Trio.
Speriamo che non sia … un’utopia …