19/02/2013

Gli Unitari da Ruffo e 2 cose su d’Alesio, generale senza truppe

di admin

Ieri Rappresentanza Unitaria ha incontrato nel suo bunker romano il delegato Ruffo. E si direbbe quasi ne sia uscita esaltata per aver fatto notare allo stesso che è «paradossale» come il decreto – secondo molti da lui medesimo confezionato – non preveda i pagamenti dell’ultimo quadrimestre 2012 e che nulla dica delle riforme. Ruffo ha risposto che sì, in effetti, magari il capolavoro andrà rivisto un pochino. In fine il sentore è che se ne siano andati tutti contenti, forse con tanto di tarallucci e vino.

Contemporaneamente la Rappresentanza unitaria, con in testa il segretario d’Alesio, chiamano il settore a uno sciopero generale da lacrime e sangue. D’Alesio inoltre tuona, vedi lettera all’Agenzia Cavallo 2000, contro coloro che continuano a fare pressioni e a protestare al di fuori delle associazioni riconosciute e legittimate a interagire con il governo. Il tutto in barba all’articolo 21 delle Costituzione, libertà di espressione e di stampa (ce l’ha anche con chi riferisce delle proteste si direbbe da lui non autorizzate). D’Alesio, già amministratore delegato di Livorno, siede nell’Unione in virtù della sua presidenza del Coordinamento ippodromi. Dopo l’uscita di Federipodromi di settimana scorsa, la sua associazione è ormai la massima rappresentanza degli ippodromi nella ormai sedicente Unione.
Siamo andati su internet per ottenere maggiori notizie sul Coordinamento, che grazie al suo presidente è forse la parte più attiva di Unione (ieri era da Maroni in Lombardia). Tra i primi link, abbiamo trovato solo un vecchio comunicato sul sito Unire, allora il Commissario era Sottile, riportante gli aderenti al Coordinamento, da allora ci sono tante dichiarazione di d’Alesio e nessun altro biglietto da visita. Ecco gli aderenti al Coordinamento, almeno a quel momento: Albenga, Aversa, Chilivani, Foggia, Follonica, Livorno, Montegiorgio, Padova (ormai chiuso), Palermo e Sassari. Nel comunicato stesso – che si direbbe redatto dallo stesso Coordinamento- si assicura che i suddetti impianti coprono il «25 per cento dell’intero movimento ippico nazionale». Disarmante.