11/02/2016

Da adesso 80% delle corse aperte agli esteri. Ne pariamo con Santulli

di admin

Una decisione epocale è passata quasi sotto silenzio: da quest’anno le Società di Corse sono tenute a programmare l’80% di corse aperte ai cavalli esteri, per allevamento e/o proprietà. Questo, presumibilmente, non comporterà un’invasione di esteri nella corse ordinarie, visto che la vicina Francia ha montepremi più alti e ritmi di pagamento da Paese civile. Però dà la possibilità agli italiani comprare all’estero i cavalli per correre in Italia. In pratica cade una barriera protezionistica, che imponeva di correre solo con il Made in Italy. Un colpo al mercato interno? «Noi crediamo di no. Anzi questa circolare l’abbiamo sollecitata noi come Anact», ci ha spiegato il vicepresidente Santulli, «da una parte per adempiere a un chiaro indirizzo Ue in tal senso (legato al divieto di politiche protezionistiche tra i Paesi memebri, ndr), dall’altra per darci un maggior peso politico nel chiedere che anche gli altri Paesi facciano altrettanto, a partire dalla Francia».

Dal canto nostro ricordiamo che il Galoppo, da anni aperto ai cavalli allevati all’estero, per sostenere l’allevamento italiano ha anche un meccanismo di premi aggiunti al traguardo che spesso arrivano quasi a raddoppiare di fatto la dotazione della corsa a favore del proprietario. Ma ci rendiamo anche conto che qualsiasi introduzione che aumenti lo stanziamento per corsa in un periodo come questo non possa prescindere da ulteriori tagli (a nostro avviso comunque ancora necessari ed auspicabili) del numero delle corse.