26/02/2013

Il decreto Zozzeria visto da fuori

di admin

Con questo pezzo Giovanna Guercliena, giornalista collaboratrice de Il Sole 24 Ore e di testate ad esso collegate, fa il suo esordio nel nostro staff. Le abbiamo chiesto di darci una mano in virtù di una vecchia amicizia, e per avere il polso di come il nostro mondo le nostre lotte e i nostri difetti siano visti dall’esterno. Di seguito il primo risultato.

 
Quando si dice le coincidenze. Proprio oggi, nella giornata dei risultati elettorali che ci parlano di un quadro di sostanziale ingovernabilità – nel determinare il quale ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale la legge elettorale, giustamente definita "una porcata" dal suo stesso ideatore – bene, proprio oggi non può sfuggire che un altro atto legislativo sia definito dalla stessa persona che lo ha promosso una "zozzeria". L'importante è crederci, si potrebbe commentare.
Come mi hanno spiegato amici ippici, perché al di fuori del mondo delle corse la cosa non è risaputa, autore dell'elegante definizione in oggetto è Mario Catania, ministro del governo uscente capitanato da Mario Monti, e la "zozzeria" è nientedimeno che il decreto con cui il Ministro ha sbloccato, di concerto con il Mef, una trentina di milioni per finanziare la prima tranche di pagamenti degli arretrati dovuti al settore dell'ippica. Settore che, giova ricordarlo, è in credito ormai dal mese di luglio compreso. Quindi anche scorporando questi 30 milioni, avanza ancora qualcosa come 65 milioni, che chissà se e quando arriveranno, sebbene a stare al decreto Zozzeria dovrebbero essere pagati di qui al gennaio 2015, togliendoli a quanto dovrebbe essere dovuto per quegli anni alla stessa ippica. Non esattamente bruscolini.
Ora, per come gli amici di questo sito mi hanno illustrato la situazione, è mia convinzione che l'ippica necessiti di un ripensamento complessivo e di una revisione profonda dei meccanismi, anche di finanziamento, su cui poggia, e tornerò sull'argomento, perché da questo dipende il futuro dell'ippica in Italia. Ma a come si possono commentare le parole di un ministro che si riferisce al decreto che egli stesso ha preparato usando un'espressione tanto eloquente quanto disarmante? Una "zozzeria", dice. E probabilmente ha pure ragione. E siccome non c'è due senza tre, dopo la "porcata" della legge elettorale e dopo la "zozzeria" del decreto che stanzia i 30 milioni, non osiamo immaginare quale sarà la definizione per un prossimo atto legislativo. Non c'è limite al peggio.