09/06/2016

Il giovanissimo Francesco Di Stefano punta su Ultrasonido

di admin

di Mario “Amario” Alderici – A 22 anni è il più giovane degli allievi professionisti, ma si è già messo in luce alla grande Francesco Di Stefano, in costante crescita e che vince più ora in professionisti che prima tra gli allievi. Le sue percentuali di successo sono state: 13% nel 2014, 18% nel 2015, 22% nel 2016 con la perla del 3 su 3 di inizio carriera con il promettente Ultrasonido da lui allenato, oltre ad un bel doppio a Milano a metà maggio.

Francesco, come e quando sei entrato nell’ippica?
Da bambino, mio padre e mio zio, che sono i miei primi tifosi, mi portavano negli ippodromi di tutta Italia e i cavalli mi sono subito entrati nel sangue”.

Oltre a tuo padre e tuo zio chi ti ha indirizzato verso la professione di driver?
Biagio Lo Verde presso il quale, lasciata la scuola, ho iniziato a fare l’artiere e sono sempre rimasto con Biagio tranne una parentesi di sei mesi alla Mondial Sport con Dario Battistini”.

La tua famiglia era comproprietaria (con il cavalier Pino Monti) di Cantor Pf, è stato lui il tuo cavallo del cuore?
Ero piccolo quando correva l’ottimo Cantor, mi piace ricordare anche Olga Tanon che fu seconda nel Campionato femminile dei 3 anni, ma la mia cavalla del cuore è Nikteha Blv; con lei ho fatto le mie prime prove al sulky quando avevo 17 anni e mi ha dato la gioia della mia prima vittoria tra gli allievi alla mia terza corsa (avevo esordito con Rossonero Egral arrivando terzo)”.

Con il tempo sei diventato un tuttofare in scuderia, guidi, alleni, ferri, fai medicazioni, fai le iscrizioni …
Sì, le ferrature le faccio ai cavali semplici, per i cavalli che hanno bisogno di ferri particolari mi servo del maniscalco sotto la mia supervisione, lavoro all’Ippocampus a San Pietro Terme in Emilia”.

Collabori con altri professionisti?
“Con Ferdinando Di Rienzo, ognuno ha scuderia a sé ma ci diamo una mano a vicenda. Poi c’è un bel rapporto di amicizia con Battista Congiu che quando il suo driver (Vincenzo Dell’Annunziata) è impegnato mi fa guidare i suoi cavalli, tra l’atro quando li ho guidati non siamo mai usciti dal marcatore; volevo ringraziare Battista per la fiducia che mi dà e i proprietari”.

Quanti cavalli hai in scuderia?
Nove, quattro miei e cinque di proprietari”.

Hai degli hobby?
No, i cavali sono il mio lavoro ma anche il mio hobby. Quando ho una mezz’ora libera trovo il modo di occuparla facendo una medicazione o una ferratura, la mia vita è in scuderia”.

C’è un driver a cui ti ispiri?
Bravi ce n’è tanti ma non è il guidatore che fa il cavallo, è il cavallo che fa il guidatore. Stimo Biagio Lo Verde che mi ha aiutato e insegnato tutto sin da quando ero piccolo, le ferrature, l’allenamento, tutto; devo molto a Biagio”.

Percentualmente vinci più in professionisti che in allievi.
È vero, mi trovo meglio; in allievi talvolta corro per registrare al meglio un cavallo, per sistemarlo ma poi cerco di portarlo pronto per le corse in professionisti che sono più regolari, con un’altra mentalità anche da parte dei driver. Le corse allievi spesso sono caotiche tra agganciamenti, strette, rotture, guidate imprevedibili”.

Obiettivi?
Incrementare scuderia e vincere un gran premio”.

Gran premio che magari in futuro potrebbe arrivare con Ultrasonido, 3 su 3 con te a inizio carriera prima di un posto d’onore e un errore a Milano con Dell’Annunziata.
Ho molta fiducia in Ultrasonido, un cavallo completo. E’ un gigante, è alto 1 e 80 al garrese, con i sulky normali picchiava sotto, non riusciva a distendersi, così ho comprato un sulky americano particolare, senza stanghe”.

Pur essendo un bestione ha vinto in pista piccola a Montecatini.
Sì, sulle curve non era perfetto ma volava le rette e quando non ce la fa meccanicamente (per le piegate di mezzomiglio non per difetti meccanici perché nonostante la stazza non ha problemi di passaggi) si aiuta con la testa”.

Ti brucia un po’ la sconfitta di Milano di stretta misura?
Di meno di una narice; non aveva mai corso in testa ma da favorito era giusto correre davanti; lui non era abituato e si è impigrito, poi con i pelouche ai lati del muso non vedeva la frusta né i cavalli a fianco, quando ha visto l’avversario a fianco è ripartito ma ormai l’aveva stampato”.

Seguiremo con tifo e affetto la crescita tua e di Ultrasonido, in bocca al lupo!