22/03/2013

«Pascià punta al Torino e nasce il fratello, altro Varenne»

di admin

Intervista di Liliana Pennati a Stefano Ciappi coallevatore e comproprietario di Pascià Lest che racconta l'inverno farncese del cavallo. Una chiacchierata interrotta dalla nascita in diretta del nuovo fratello del Derby Winner, un altro Varenne.


Di Pascià Lest hanno scritto praticamente tutto: è stato il fenomeno che ci ha fatto sognare lo scorso anno e andare a riprenderne le gesta non sarebbe altro che ripetitivo. Archiviamo dunque i suoi 8 Grandi Premi vinti nel giro di un anno e parliamo di quel che deve ancora venire con Stefano Ciappi, suo allevatore insieme a Leonardo Cecchi, e comproprietario. Partiamo dal fronte proprietà, la formazione è rimasta la stessa? «Tutto invariato, i quattro amici originari: io, Leonardo Cecchi, Samuele Querci ed Holger Ehlert». Facciamo un passettino indietro al dopo-Orsi Mangelli, nel corso del quale si realizzò l’unica debacle del Pascià: «Dopo quella prestazione lo abbiamo mandato in clinica per verificarne la condizione fisica e fu riscontrata un’infiammazione alle vie respiratorie insieme a piccoli problemi articolari a un anteriore accentuatisi con il duro di San Siro. Nonostante questi inconvenienti bisogna riconoscere che il cavallo è pur sempre arrivato terzo in 13.5 sui 2100 metri! Naturalmente è stato curato e rallentato».
 
Quando avete ripreso l’allenamento?
«Tutto il mese di dicembre lo abbiamo perso per il prelievo del seme, abbiamo chiesto l’autorizzazione alla monta e abbiamo ottenuto 30 dosi, utili per coprire 8-10 fattrici. A gennaio abbiamo cominciato ad attaccarlo da treno e per i primi trottoni, a febbraio, lo abbiamo trasferito a Grosbois, dove Holger ha aperto una succursale francese per 15 soggetti che si stanno comportando molto bene su quelle piste: vedi Oudry dei Veltri, Osasco di Ruggi, Orient Horse. Insomma, la trasferta è andata bene».
A che punto siete con la preparazione di Pascià?
«La settimana scorsa ha effettuato il primo lavoro al sulky che Holger aveva programmato in 2.32 ma si è trasformato in un rotolo in 2.29 con 13.5 per l’ultimo chilometro, complice la pista rossa scorrevolissima di 1400 metri del centro d’allenamento. Il cavallo ha lavorato da solo e ha chiuso in mano, infatti Holger ha detto che avrebbe potuto fare di meglio se solo lo avesse lasciato fare. Ehlert è comunque un allenatore precisissimo, procede meticolosamente secondo il suo programma e questa variazione sulla tabella di marcia è già di per sé un’eccezione».
 

A questo punto bisogna pensare a correre.
«Deve effettuare una riqualifica prima di rientrare in quanto lontano dalle piste da più di 120 giorni. Abbiamo chiesto di svolgerlo a Grosbois ma prima ci hanno dato l’ok, poi lo hanno ritirato per problemi burocratici. Ora sembra che per il 29 di marzo ci sia la possibilità di inserirlo insieme ad altri 30 soggetti francesi da qualificare. Non ne abbiamo ancora la sicurezza, ma se così fosse domani (venerdì 22 ndr) farebbe un lavoro di rifinitura in pista dritta».
E se non dovessero acconsentire? 
«Lo dovremmo riportare in Italia in anticipo in quanto il rientro sarebbe previsto il 25 aprile nel Città di Torino. Dopo tanti mesi di fermo non sarà al 100%, ma con quella corsa nelle gambe verrà pronto». 
Pronto per andare dove? 
«La sua annata agonistica prevede 7-8 corse. Miriamo al Triossi, al Continentale e all’Europa con qualche capatina all’estero: in Norvegia avrebbe un appuntamento a metà maggio, poi Svezia ed Enghien a giugno».
Anche l’anno scorso avete portato Pascià a “svernare” a Grosbois ed è tornato più tonico. Pensi che gli abbia fatto lo stesso effetto?
«Sono stato a trovarlo e ho notato che nonostante il freddo e la neve lì i cavalli sono tutti contenti, lavorano di più ma non se ne accorgono. Pascià è già un soggetto tranquillo ma a Grosbois si rigenera: è nato a maggio e l’anno scorso la sosta francese gli è servita per completare la crescita, quest’anno invece è arrivato a fine stagione a collo lungo: aveva proprio bisogno di cambiare aria».
Quando tornerà in pista contro chi dovrà vedersela? 
«In linea di massima l’avversario sarà Probo Op. A Treviso ha fatto una cosa mostruosa nonostante non fosse speciale di meccanica: perde 100 metri reali in partenza, li riprende e quando viene via a metà retta deve riprendere in mano per evitare un contatto. Vince perché va fortissimo, ma ha il difetto di partire piano. Ho visto un altro cavallo dalla forza dirompente in Francia, Painting Wise: mi ha impressionato il modo in cui salta via i cavalli sulla retta di fronte e stacca in retta d’arrivo». 
Cosa troveremo di diverso rispetto alla scorsa stagione in Pascià? 
«Per esigenze tattiche abbiamo quasi sempre corso in testa, nel Derby ad esempio ha fatto un chilometro da 1.10 al comando, ma sono convinto che di rimessa possa correre meglio perché ha un parziale che, quando sposta, fa male. Certo non lo si può impiegare come Probo Op, hanno caratteristiche totalmente diverse».
A proposito della sorellina minore del Pascià? 
«Rania Lest, una bella Love You. Purtroppo ha subìto un infortunio a un ginocchio ma ora è in allenamento in Francia e nel giro di un paio di mesi dovrebbe essere pronta per la qualifica. Ma… aspetta un attimo, ti richiamo subito, sta partorendo la cavalla!» Nel bel mezzo dell’intervista Stefano attacca la cornetta al volo, come quando incontri i carabinieri per strada, ma dopo 10 minuti squilla il telefono. 
Cos’è successo?
«Ho il telefonino collegato con la sala parto e ho visto in diretta il parto di Superiors Sun!» 
 Maschio o femmina?
«Sto guardando mentre parlo con te ma non si vede ancora niente»
Chi è il papà? 
«Varenne, come Pascià. Ecco, si è spostato: è un maschio!». 
Fantastico, di che lettera è? 
«La “U”»
Hai deciso come chiamarlo? 
«Devo chiedere al Cecchi, è l’allevatore anche lui, ma in genere i nomi li fa scegliere a me». 
A cosa avresti pensato? 
«Uni Lest».