24/08/2016

Quando regnava RE NELLO, il papà di Enrico Bellei raccontato da Amario

di admin

E’ la decima edizione del Gran Premio Nello Bellei (prima era il Dante), sono 10 anni che il grande Nello Ivan ci ha lasciato. Modenese di nascita ma montecatinese d’adozione Nello vinse 11 frustini d’oro e una miriade di Gran Premi con Sem, Scellino (che era il cavallo che Nello adorava perché era una bicicletta che sapeva leggere e scrivere), Aprile, Akobo, Steno (il primo grande Campione), Valpiana(della compianta Ilma Cacialli), Sperlak (e con l’ultimo citato quelli della mia generazione ricorderanno altri cavalli che magari non eran classici ma son rimasti nel cuore come il regolarissimo e veloce Sidi, il nero Senegal, l’alterno ma dotato Stile, il bianco Squillo che inizialmente era uno scarto ed era un galoppino e con il quale fece “mestiere” tra gli allievi Enrico, il passistone Donyo Sabuk, l’eterna promessa Mirto Ks), riuscendo a tirar fuori tutte le energie dai suoi cavalli con quel suo piegarsi in sulky sul lato destro e muovendo ritmicamente il frustino sulle loro natiche; un’altra specialità di Nello Bellei era vincere al fotofinish (probabilmente gli era bruciata troppo la sconfitta nel 1956 di una narice a Villa Glori in sulky a Rossella finita in linea con Cinci e Roberto Bottoni), non si sa come facesse (riusciva con il colpo di reni e un abile gioco di guide a far allungare il musino al proprio allievo) ma se c’era un arrivo in fotografia e avevi il biglietto del Nello potevi già andare alla cassa a riscuotere, memorabile la foto a 4 nel Premio Roma quando prevalse Sperlak a centro pista, pagò 610 vincente e “Il Cavallo” titolò “Sperlak, con un rush da infarto” (tenni per anni quel giornale da buon fan del figlio di Careless Vlado e Serravalle).

Nello Bellei si trasferì in Toscana a 20 anni su un carro bestiame alla stazione di Firenze, attaccò al ghig Eretta e prese sottomano gli altri due cavalli che aveva portato (Birron e Yorick) e si diresse verso Le Mulina; arrivatovi non c’erano box liberi. Disperazione, ma venne in suo soccorso il “Lunghino” (al secolo Fosco Lunghi) che gli consentì l’uso di alcuni box vicino a un fiumiciattolo. L’allievo Nello tra novembre e dicembre di quell’anno vinse 5 corse. Poi iniziò a lavorare dal padre di “Decione”, da Omero “Cincerina” e nel 1957, con Vivaldo infortunato, ebbe la sua prima grande occasione, guidare Checco Pra nel Ghirlandina; Omero gli disse “Il cavallo te lo do pronto e tu hai le mani: non ti provare a perdere!” e il Nello eseguì, facendosi conoscere al grande pubblico. Un sottile filo legò Nello alla natìa Modena, lì vinse il primo gran premio e l’ultima corsa rilevante portando al successo Sperlak in una tris in cui rendeva addirittura 80 metri allo start. L’anno successivo al primo Gran Premio a Nello fu affidata la scuderia Kyra di Anna Maria Salvini, formando un sodalizio che durerà nei decenni (con second trainer un fedelissimo capace come Rolando Rosaspina) con la divisa a strisce bianco celeste e il casco rosso (in molti chiamarono Nello “Cappuccetto rosso”). Memorabili le sfide tra Nello Bellei e Vivaldo Baldi, erano come Coppi e Bartali, dividendo anche l’appassionato pubblico toscano, chi preferiva l’estro e l’irruenza di Vivaldo, chi la freddezza e la razionalità di Nello; chi è della mia generazione ricorderà le cartoline con autografo di Vivaldo su The Last Hurrah e di Nello su Sperlak. I duelli continuarono nei decenni; un fatto insolito (soprattutto per Vivaldo che era nato per vincere) fu nel Derby del 1974 quando Vivaldo era secondo in corda con Pistillo a corto di argomenti che teneva le gambe di dentro a Aprile e Nello che allo scoperto sulla curva finale scese un po’ per cercare di prendere la scia del leader ma non volle dare la ruotata a Vivaldo, e allora Vivaldo gli strillò “Hai roba in mano?” e Nello rispose “Vò a vincere!”, così Vivaldo smise di comandare e Nello potè far rifiatare facendo scendere allo steccato secondo in corda Aprile, che in retta sferrò l’attacco al leader battendolo nei pressi del palo. D’altronde Nello Bellei era un galantuomo, rispettoso sia del pubblico sia degli avversari. Ricordo una volta a Firenze che era al largo e sentì che il cavallo al suo interno (Iglos Dechiari con Stefano Chiari) chiuso nel gruppo allo steccato (c’era il guardrail e non i paletti) emetteva un rumore con la bocca non riuscendo più a respirare soffocatosi sul morso, e Nello tirò su a centro pista urlando al collega “Tiralo fuori Stefano ti si affoga, tiralo fuori Stefano ti si affoga!” e consentendogli di far uscire Iglos che evitò in quel modo di affogarsi completamente. Nello fu un corretto verso gli scommettitori, criticò i mass media ippici quando non davano al pubblico informazioni  importanti e ci rimase male quando nel 77 a Milano perse con Scellino e il pubblico lo fischiò: “Sono convinto che il pubblico ci mantenga, ci dia da vivere e quindi abbia il diritto di essere rispettato; so inoltre che da me si aspetta certe cose, e di doverlo accontentare;  con Scellino favorito, teoricamente avrei avuto bisogno di poter dire: guardate che vado a San Siro per un ultimo lavoro, che la vera corsa la farò nell’Inverno. E i fischi poi mi hanno addolorato”.

 

Un anno storico per Nello Bellei fu il 1963, in cui vinse il suo primo Derby, ma vinse anche un gran premio il 3 maggio a Bologna con Steno, una data che resterà storica perché mentre Nello vinceva il gran premio la moglie Elda dava alla luce il secondogenito (dopo Rossella), Enrico.
A 33 anni Nello vince il primo Derby, a 34 il primo frustino d’oro, a 34 anni Enrico vincerà il suo primo Derby in sulky ad Uronometro  finendo con il lasciare il cavallo senza guide sul palo buttandosele sotto il sedere per applaudire felice; la prima telefonata ad Enrico in premiazione fu quella di papà Nello che non si complimentò più di tanto e gli disse “E che volevi perdere?” … Più o meno quello che “Cincerina” disse a Nello tanti anni prima … Le parole di Enrico: “Secondo mio padre dovevo vincerlo quel Derby, lo dava per scontato, e così ho fatto”. 
Difficile dire chi sia stato il più grande Campione di Nello Bellei, il primo fu Steno fece un numero nell’International Trot perdendo 100 metri per una rottura e tornando incredibilmente secondo finendo in spinta nel mezzo giro finale a centro pista, chi è della mia generazione però non può che fare a meno di dare la palma del più forte al mitico Sperlak, una potenza fuori dal comune con qualche problemino che gli impediva talvolta di riuscire ad esprimersi al massimo (se Sperlak fosse nato in questi anni con le odierne scienze veterinarie sarebbe stato sicuramente un Crack mondiale) e credo che, a chi nel Ponte Vecchio dell’82 era un adolescente come me, resterà sempre nel cuore la corsa che abbiamo fatto nel parterre de Le Mulina di Firenze accompagnando la retta di arrivo di Sperlak e Nello che dopo essere risalito al largo dalla coda e aver spaccato in due il favorito americano Wildwooke Brooke si involava verso il traguardo sotto le strilla del pubblico toscano tutto braccia al cielo e con il cronista Lorenzo Berti che abbandonò il suo proverbiale aplomb e in cronaca urlò “Vieni Nellooooooo!!! VIENI NELLOOOOOOOO!!!!!”