25/10/2016

GIULIA GRIF l’ultima grande femmina

di admin
di Paolo Allegri – E' ricchissimo di temi il plateau proposto dall'edizione 2016 del Gran Premio Orsi Mangelli, apice tecnico della stagione dei tre anni per Milano e appuntamento tradizionale del Primo Novembre. Diverse le novità, a cominciare dalla formula che torna a quella delle batterie e finali che soprattutto a partire dagli anni Ottanta aggiunse fascino alla competizione. Inoltre, dopo 4 edizioni sul doppio chilometro si torna al miglio, metraggio ideale per il format delle classiche a prove ripetute. A queste variazioni strutturali s'inserisce la suggestione della presenza di una vincitrice del Derby Italiano con notevoli possibilità di successo. Tanto che sfogliando il libro di questa fondamentale tappa del circuito di selezione, il focus si rivolge sui dati statistici che riguardano le grandi femmine che hanno fatto la storia della corsa novembrina prima disputata a San Siro e oggi di scena sul palcoscenico della Maura. Nocera è stata la prima laureata del Mangelli e proprio in quel 1944 che inaugura l'albo d'oro. Di prestigio l'affermazione di Guiglia nel 1960, seguita dal trionfo di Valganna nel 1964. Sette anni dopo arrivò l'hurrah di Dalia. Un triennio d'oro per l'allevamento indigeno dal versante rosa, tanto che nel gran premio post Derby vinsero Zeccola nel 1973 e Danzica nel 1974. Non fu una tendenza questo dominio femminile perchè era praticamente declinante il potere rosa nel trotto nazionale tanto che si dovette attendere il 1980 per veder vincere nella Milano novembrina la consistente Foscherara, un habitué del salotto buono della generazione. A questo punto dovremo allargare la ricerca ed estenderla alle cavalle estere e qui l'edizione must, entrata nell'immaginario collettivo, è quella del 1983. Batterie e finale e due splendide puledre americane, Tarpot Frenzy e Tarpot Lizzy, si danno battaglia in finale dopo aver incantato San Siro stracolmo come ai bei tempi nei due heat. C'è già la tv delle corse a regalare agli appassionati uno spettacolo da gruppo 1 internazionale. Poi, nel cuore degli innamorati nel trotto, resta indelebile quella meravigliosa trottata di Giulia Grif nel 2006. Vince lei, vince Marco Smorgon con una cavalla che trasuda di talento e quel pomeriggio lotta con il cuore come se indossasse il tricolore. Vince davvero l'Italia quel giorno, una grande impresa di sport di una cavalla straordinaria che firma l'Impresa delle imprese. Ricordiamo anche quel crono di 1.11.9, una misura che separa i fuoriclasse dai cavalli che hanno indovinato il giorno piu' importante. Il Mangelli fa la storia, mette un sigillo di verità ad una selezione di trottatori, fa il ranking in una visione americana del grande sport. Un'ultimo dato statistico. Il termometro della competività dell'Italia che trotta nella grande corsa di Milano. Periodo analizzato l'ultimo decennio. Sei volte Italia, due Finlandia, una Francia e 1 Stati Uniti. Luce verde ma stavolta non sarà facile. Dall'estero tornano le prime lame, come se si fossi tornati al centro del villaggio internazionale o comunque un movimento credibile perchè paghiamo i premi delle classi senza rimandare alle calende greche. C'è qualità nella starting list in divenire del Mangelli 2016, c'è internazionalità e vediamo se quella bellissima saura dopo aver conquistato Roma farà innamorare anche Milano, che da sempre è il 'sentiment' della società italiana, capace di anticipare tendenze e di cogliere possibilità di sviluppo. Unicka vuol scrivere la storia, aggiungendo Giulia Grif e le altre campionesse che nel grande confronto internazionale del Primo Novembre hanno tenuto alto il 'tricolore'.