03/04/2013

Corse estere soppresse. L’iperburocrazia TV le rovinava comunque

di admin

Il Mipaaf ha escluso le corse estere dalla programmazione per il gioco di aprile. Gli assuntori di scommesse si sono lamentati, specie quelli che raccolgono all’esterno. Anche Federippodromi, per voce del vicepresidente Elio Pautasso, ha criticato la decisione: secondo la maggiore associazione di impianti ippici doveva esserci una riduzione, non l’eliminazione. Coordinamento ippodromi, che raccoglie gli impianti più piccoli, ha al contrario plaudito all’iniziativa tramite d’attivissimo presidente Attilio d’Alesio.
Io mi sento più vicino a Federippodromi: le corse estere davano ossigeno, costavano poco e quindi aiutavano. Però erano troppe e danneggiavano il gioco sul campo, che è quello che crea e conserva i proprietari e gli appassionati. Questo non è vero solo in alcuni impianti, che sarebbe però meglio chiamare baraccamenti: lì in realtà di gioco sul campo non ce né quindi la dispersione non esiste. Ne consegue non importa da dove arrivino le riorse, importa solo che siano distribuite a pioggia. Ma proprio perciò questi posti andrebbero chiusi e basta: non ce li possiamo più permettere.
Pautasso fa poi un distinguo: meglio selezionare gli avvenimenti esteri e “comprare” solo quelli tecnicamente significativi. Vero, non si può promozionare il calcio e far finta che non esistano i Mondiali, ma un evento è significativo nella misura in cui è raccontato come tale, altrimenti passa inosservato al grande pubblico, che è il destinatario delle promozione. E qui bisogna fare il conto con la produzione e i commenti di Teleippica, la struttura che fornisce la copertura al 220 di Sky. Ovvio che sia una improduttiva idrovora di risorse, al di là della buona volontà di alcuni ma che sono lasciati cinicamente soli e senza mezzi. Mezzi invece finanziari che invece la televisione avrebbe, ma che vengono bruciati da una sconcertante sindrome tele burocratica. Alla faccia della crisi.