16/04/2013

Antonio Di Nardo: parla il driver che insidia Bellei (ma lui dice di no)

di admin

Belle le grandi famiglie, quelle nelle quali la passione del padre è tramandata ai figli, e la nostra ippica ha tante storie del genere da raccontare. Vai ad esempio su www.ippica.biz, clicchi sull’anagrafe dei drivers e alla voce Di Nardo ne escono addirittura 5. Tolto Tonino, il famoso fantino che ha montato fino a 15 anni fa, gli altri sono tutti trottofili, chiediamo dunque delucidazioni in merito alla parentela al giovane Antonio, al secolo Tony Young come recita Salvio Cervone: «Vincenzo è mio padre. Ora è in pensione ma è stato lui a iniziarci a questa avventura: siamo 6 figli e i 3 maschi hanno seguito le sue orme. Gaetano è il primo, Ciro il quinto, io l’ultimo, nato a 13 anni dopo Ciro». 
Ti sei fatto le ossa in casa…

«Ippicamente sono cresciuto nella scuderia di mio fratello Gaetano, ma quattro anni fa ha deciso di chiudere e fare solo il catch, mentre Ciro decise di andare via da Napoli e trasferirsi dalle parti di Bologna». 
Tu hai cominciato a correre proprio in quel periodo.

«Ho iniziato a marzo 2009 come allievo guidatore e a settembre dello stesso anno ero già allievo professionista»

Precoce… 
«Ho bruciato le tappe in tutto: ho 28 anni, sono sposato da tempo con Paola e abbiamo due figli, Vincenzo di 8 anni e Federica di 3».

Con quali allenatori hai lavorato?

«Nicola Citarella è stato il primo a darmi fiducia, la sua Odette Giò fu la prima cavalla buona che guidai. Poi mio fratello Gaetano scontò un appiedamento di 8 mesi quando guidava per Vincenzo Tufano e gli propose me al suo posto. Mi sono trovato subito molto bene con i suoi cavalli e con lui si è instaurato un ottimo rapporto: siamo al terzo anno di collaborazione».

Con Jerry Riordan com’è andata? 
«Sempre per merito di mio fratello Gaetano che non poteva andare a guidare un suo cavallo e gli consigliò di chiamare me. Mi sono trovato bene anche con lui ma si è trasferito in Svezia».
Grazie alle vittorie con i cavalli di Tufano ti stai togliendo belle soddisfazioni, sei in testa alla classifica dei drivers, davanti ad Enrico Bellei! 
«Puramente casuale, non è una cosa cercata, mi ci sono trovato, e poi è troppo presto per avere mire alla classifica nazionale».

Quanto ai cavalli?

«Quelli di punta sono senza dubbio Oneghin del Ronco, con il quale andiamo domenica a correre il Costa Azzurra a Torino, e Rue Varenne Dany, che ha sbagliato dopo lo stacco nell’Italia a Bologna ma è un soggetto dal potenziale fortissimo e penso che possa già mettersi in mostra nel Giovanardi di Modena. Soggetti in netto miglioramento sono Royal Blessed, Procione Guasimo e Palin Ll, ottimi cavalli per i centrali».


Soffermiamoci sulla chance di Oneghin nel Costa Azzurra di domenica a Torino.


«Alla carta ne ha poca ma le corse sono corse: nel Mirafiori Mack Grace Sm sembrava imbattibile invece… Noi portiamo un cavallo in super forma, a Firenze ha dimostrato di andare fortissimo e pensiamo che possa fare bella figura anche contro i migliori anziani. Torino rimane comunque una tappa perché dopo la corsa il figlio di Love You partirà per Grosbois: ha una impegno il 29 ad Enghien».


Il cavallo che ti è rimasto nel cuore?


«Non ho dubbi, Menelao Dei. Ora ha cambiato scuderia ma lo ricorderò sempre perché quando abbiamo avuto chance non mi ha mai tradito».


La pista sulla quale ti esalti?


«Al sud Napoli, ma non si sa ancora nulla di quel che ne sarà. Al nord mi piace l’atmosfera che si respira a Cesena».


Trovi che ci sia differenza tra guidare al sud e al nord?


«Certo. Al sud i drivers sono molto scorretti: quando impari a guidare lì puoi guidare dappertutto!>. Come vede la situazione ippica generale un giovane professionista come te?


«Abbiamo toccato il fondo. Stiamo perdendo i tre migliori ippodromi italiani e se non faranno subito qualcosa per invertire la rotta non ci sarà futuro».