19/04/2013

Sempre e solo bugie di stato

di admin

La situazione non è più sostenibile: da oltre 1 anno siamo presi in giro da un Ministero (il Mipaaf) che non solo non ci ascolta, ma sembra proprio che si diverta a creare difficoltà.
Basta vedere cosa sta accadendo con i premi di gennaio: dopo aver promesso il pagamento entro 60 giorni, ogni settimana c’è qualche scusa per rinviare. Prima è stata tolta la delega agli ippodromi, creando enormi problemi burocratici ad un sistema collaudato di compensazione, poi la novità delle fatture che non possono essere inviate via fax od e-mail ma devono essere spedite in originale, ora i problemi della ragioneria, che deve “spuntare” uno ad uno migliaia di mandati… Insomma, dei nostri soldi nemmeno l’ombra e, il tutto, nella totale assenza di informazione specifica al settore. Eppure, la struttura è sempre la stessa: ben 160 fra funzionari e dipendenti “strapagati” che devono svolgere lo stesso lavoro che facevano in Assi-ex Unire!!!
Se a questo sommiamo la presa in giro “elettorale” di Catania, che aveva promesso la revisione del Decreto Interministeriale per poi sparire nel nulla, l’impossibilità di avere un calendario certo per più di 2 mesi, con taglio insostenibile di giornate, la creazione di un palinsesto “demenziale” che sta definitivamente uccidendo la scommessa ippica e la rinomina di Ruffo alla direzione tecnica incuranti dei disastri che lo stesso Ruffo ha combinato fino ad ora (e dire che si era concesso anche un premio per la produzione… Complimenti!), è evidente che siamo di fronte ad un sistema già fallito che sta finendo per ucciderci tutti quanti.
Noi, già da 1 anno, chiediamo la gestione diretta del settore da parte degli operatori, lasciando ai Ministeri solo compiti di controllo ma, purtroppo, siamo ancora maledettamente legati a doppio filo con il Mipaaf che, ormai è evidente, rischia sempre più di diventare la nostra tomba. Cosa si può fare? Per il momento poco o niente, se non sperare che si formi un governo il prima possibile e che, una volta nato, adotti con rapidità i provvedimenti più urgenti. Ciò significherebbe, con ogni probabilità, anche il passaggio di quella delega che riguarda l'ippica e che permetterebbe, se licitata, un ritorno agli ippici della gestione del settore.
Ma proprio perché ancora legati ad una macchina Statale che vuole la nostra fine, ci ritroviamo ancora una volta a parlare di scioperi, di proteste eclatanti, di azioni di forza. E un punto deve essere chiaro: se stavolta ci fermiamo, non è per scioperare, ma per decretare la morte di un sistema ippico prima che sia qualcun altro a farlo. E se sospenderemo l’attività, sarà per molto tempo, ovvero fino a quando non ci sarà un nuovo sistema, gestito da noi ippici, che opererà nel nostro interesse e dal quale potremo pretendere attenzione e rispetto.
Insomma, se non interverrà in tempi rapidi la riforma, sarà difficile pensare ad un futuro per l'ippica italiana. Ma, se proprio dobbiamo morire, almeno l’ora ed il giorno stabiliamola noi!  E, comunque, statene certi, non moriremo in silenzio!

Il Comitato Pre-Lega Unione Ippica Italiana