08/04/2017

A poche ore dall’Italia intervista a Riccio, proprietario del favorito, Vernissage Grif

di admin
di Mario “Amario” Alderici – Sogna ma con i piedi a terra Genny Riccio dopo il successo di forza di Vernissage Grif nell’Etruria e a poche ore dal possibile bis nell'Italia.
D’altronde in Vernissage ci avevi sempre creduto Genny.
Sì, quando lo portai a fine anno a Lorenzo Baldi (che non sapeva chi era) gli dissi: credo di avere uno dei migliori cavalli della generazione”.
Galeotto nell’amore tra te e Vernissage è stato il nostro sito vendopuledri.it attraverso il  quale lo hai visto da puledro, cosa ti è piaciuto di lui appena l'hai vito sul sito?
Il modello e la genealogia; è fratello pieno di due cavalli che conoscevo bene come My Grif che da giovane scalò le categorie correndo da 1.13 e vincendo somme per oltre 100 mila euro e Parsifal Grif che purtroppo si fece male da puledro ma aveva mostrato grandi mezzi. Poi mi piaceva il nome, Vernissage, opera d’arte … Poi a Parigi Piazza Vernissage è vicina a Piazza Varenne. Poi il mantello sauro, come il mio vecchio leone Diamond Gill, io e il mio socio Giovanni Spera abbiamo sempre avuto un debole per i sauri”.
Allora decisione presa in breve tempo.
Ad essere sinceri  inizialmente abbiamo dovuto rinunciare perché Brischetto ci disse che era già in trattativa con un’altra scuderia”.
Poi?
In una giornata che pareva iniziata davvero malissimo morì il nostro Onirico Grif, anche lui figlio di Varenne e allevato dal Grifone; mezz’ora più tardi mi chiamò Brischetto per dirmi che la trattativa per Vernissage Grif con il potenziale acquirente non si era conclusa e mi fece il prezzo, accettammo subito e lo portammo a casa”.
Soddisfatto da subito dell’acquisto?
Insomma … Il primo giorno di doma io e il mio caposcuderia rischiammo di ammazzarci sulla salitina perché Vernissage si spaventò nel vedere un uomo sulla panchina e ci fece capire che vincere le sue paure e domare il suo carattere non sarebbe stato facile”.
Quando hai capito di avere tra le mani un puledro molto buono?
Alla prima vittoria a luglio a Pescara, ha fatto il mezzomiglio finale in 58 facili e siccome non era certo all’ultimo buco l’ho lasciato sfogare e dopo il palo ha fatto un altro paletto in 14; poi a settembre ha fatto il record della generazione sul doppio km, il secondo nel criterium Partenopeo e un successo per dispersione in 1.14.1 con un giro in mezzo alla pista”.
Dopo l’Allevatori, in cui ha sbagliato, hai deciso di affidarlo in training al collega Lorenzo Baldi. Bella scelta di umiltà da parte tua; come mai? 
L’umiltà nobilita l’uomo. Avevamo avuto un po’ di sfortuna con Vernissage prima dell’Allevatori e per provare a moderarne il carattere abbiamo deciso di affidarci a un trainer che ho sempre amato come Lorenzo, e (visto il risultato) ho scelto bene”.
Hai parlato di sfortuna riguardo all’Allevatori; cos’era successo?
Un mese prima della corsa romana ha dato un calcio ad un tubo e si è aperto uno zoccolo (una setola), ha avuto la febbre e l’abbiamo curato in vista del gran premio con pomate e estratti d’olio, ma non c’è arrivato al 100%, inoltre in corsa gli si è staccato il numero e lui si è innervosito”.
La setola è guarita?
Al 60%, ora il cavallo sta soprattutto in box, quando la setola sarà guarita e i paddock non saranno umidi e fangosi vivrà all’aria aperta e dovrebbe migliorare caratterialmente e muscolarmente, dato che è un cavallo con gambe lunghe non ancora completatosi fisicamente”.  
Il paddock può essere rischioso per un soggetto con il suo carattere?
No no, lui in paddock si diverte e si rilassa; in box invece quando ha troppa gente attorno si innervosisce”.  
Lorenzo ha apportato qualche accorgimento a Vernissage e nella corsa prima dell’Etruria  dopo la partenza prudente ha volato (1.56.3 con km finale in 1.11.2 chiudendo in spinta), un calcio alla sfortuna.
Io non ero molto convinto di correre l’Etruria, Lorenzo dopo la corsa romana in cui aveva stracorso era per il sì, siamo rimasti che se rimaneva con il 7 avremmo corso, è rimasto proprio con il 7”.
Il numero al largo non ti spaventava.
Assolutamente no, anzi mi dava maggiori garanzie che sarebbe partito di trotto. Il problema di Vernissage è che quando si allinea non va mai pulito meccanicamente dietro l’autostart ma fa il balletto e saltella. Una volta che si è avviato di trotto, anche se è rimasto in terza ruota, ero convinto che avrebbe vinto, convinzione che è diventata sicurezza quando è passato davanti alle scuderie ai 700 finali e ho visto che Lorenzo lo aveva tutto in mano”.
Partendo anche meno prudente della volta prima, quali accorgimenti ha adottato Lorenzo?
Freno più lungo e doppio bastone, un accorgimento che (con il padre Giancarlo) avevano già adottato con successo negli anni 80 con Gator Bowl”.
Quando partirà non al largo ma tra i cavalli, oppure alla corda, credi che riuscirà ancora a partire senza balbettare o potrebbe fare difese alla “costrizione” del doppio bastone? 
Credo e spero che partirà regolarmente; anche in allenamento porta il bastone sia a destra sia a sinistra e non dà segni di insofferenza, è tranquillo”.
Prossimi impegni?
L’Italia o l’Elwood Medium”.
Entrambi in pista piccola che non ha mai affrontato, può rappresentare un problema?
Non credo perché lo abbiamo lavorato anche in pista a raggio ridotto e non ha problemi di meccanica; i suoi problemi sono in partenza, le curve non rappresentano un ostacolo”.  
A breve (il 21 aprile) scade il tuo appiedamento; da quella data tornerai tu in sulky a Vernissage?
Sì, training di Lorenzo e guida mia”.
Durante la corsa si soffre di più in pista o dallo steccato?
Da bordo pista; quando sei in corsa allo stacco della macchina passa ogni sensazione e stai concentrato a cercare di dare il meglio”.   
E’ lungo il cammino verso il Derby, ma è consentito sognare …
Le cose programmate non mi sono mai venute bene, preferisco vivere alla giornata”.
A breve, dopo la parentesi stalloniera, rientrerà il praticamente imbattuto leader della generazione Vivid Wise As; va più forte Vivid o Vernissage?
Premesso che quando ci sarà da affrontarlo essere secondi di lui sarebbe comunque un onore, se lo battiamo è meglio … Ha dimostrato di essere un gran cavallo, però io il mio Vernissage non lo cambierei per nessuno perché ogni scarrafone è bello a mamma soja!”.
I cavalli più forti che hai avuto oltre a Vernissage? 
Dimenticherò qualcuno … Ippolito Tab, Zeland Oaks, Diamond Gill, Pan Fare, tra gli attuali Sky Dancer”.
Sky Dancer piazzatosi in diversi gran premi, con un posto d’onore nel Padovanelle, a fine 2016 è apparso un po’ in regresso.
E’ un soggetto caratteriale, si era un po’ stressato, così lo abbiamo fermato un paio di mesi. Ora è al 60% e rientrerà tra un paio di settimane, ora è tornato bello energico, mi sembra che gli sia tornata la voglia di correre”.
Come e dove alleni i tuoi cavalli?
In parte al mare e in parte all’ippodromo di Agnano; ogni cavallo con una tipologia di allenamento che reputo adatta a lui, Sky Dancer fa interval training”.  
Quanti cavalli hai in scuderia?
Una ventina, il numero giusto per me; sono arrivato anche ad averne 30 ma per seguirli bene il numero ideale per la mia organizzazione è 20”.
Quando hai iniziato a lavorare nell’ippica?
A 13 anni da Pasquale Esposito”.
E hai iniziato a correre appena l’età te l’ha consentito.
A dire la verità un po’ prima … Il mio maestro Pasquale Esposito è un grande uomo di cavalli, il mio maestro e una grande persona, ma fa le cose un po’ “alla buona”, passato il corso allievi avrei dovuto aspettare il diciottesimo anno di età a correre, invece mi ha dato partente e io ho corso a 17 anni e mezzo; quando il Presidente di Giuria se n’è accorto mi ha fatto sostenere un altro esame. Qualche mese di attesa poi finalmente ero allievo driver a tutti gli effetti”.
Eri tranquillo come ora o più emozionato?
In corsa riflessivo, ma quella attesa per poter correre ufficialmente mi faceva provare emozioni nel precorsa e nel dopocorsa; in una delle primissime corse Rakitovo ormai netto vincitore mi sbagliò sul palo, piansi per due ore … Per fortuna mi sono rifatto con Potsy centrando la mia prima vittoria”.
Prima di una lunga serie dato che, passato professionista, hai vinto molto a inizio carriera.
Pasquale Esposito mi ha dato spazio e come seconda guida sua ho vinto tante corse. Poi nel 2000 mi sono messo in proprio”.   
Il tuo cavallo del cuore?
Non ne ho uno in particolare, mi affeziono a quelli che vanno forte! Un cavallo che ricorderò sempre è Diamond Gill: vinse la tris a Treviso, tornò a casa e nello scendere dal van prese la pedana del van in testa, morì sul colpo il povero Diamond. Un altro cavallo che ricordo con piacere è l’americano Pan Fare con il quale ho vinto la mia prima supertris”.
In controtendenza rispetto ad un’ippica allo sfascio tu e i tuoi soci state investendo comprando altri cavalli.
La Campania è una terra di grande passione; se guardi bene anche in Toscana molti allenatori di grido hanno una buona percentuale di cavalli di proprietà campana. Io ho la fortuna di avere soci che mi stanno ad ascoltare in quello che è il mio lavoro, siamo completamente in armonia, ora con il comproprietario di Vernissage Giovanni e un altro amico (Vincenzo) abbiamo acquistato al Grifone un’altra figlia di Varenne, si chiama Zita Dany Grif e ci fa ben sperare, poi abbiamo altri quattro puledri di stalloni importanti (uno su tutti Ready Cash). Poi abbiamo acquistato Ultramar Bi e Time Kronos che abbiamo per ora lasciato in Toscana da un ottimo professionista messosi in proprio come Vincenzo Castiglia; Time ha subito vinto a Follonica, Ultramar correrà sabato in Francia”.
I tuoi 3 figli ti seguono? Diventeranno futuri driver?
Si è appassionato tanto al nostro sport Mario che ha 12 anni ed è il mio primo tifoso. Io vorrei che diventasse avvocato o veterinario, ma lui se si parla di cavalli inizia a bollirgli il sangue, gli brillano gli occhi”.
Nel giro d’onore di Vernissage Grif, quando eri sul sulky insieme a Lorenzo Baldi, hai risposto al telefono: a sto punto possiamo svelare con chi eri.
Sì, ero con mio figlio Mario che non stava nella pelle dalla gioia; mi ha chiamato ogni mezz’ora domenica”.
Perché non l’hai portato a Firenze?
Perché va male in matematica, era in punizione. Però alla fine mi è dispiaciuto perché c’è rimasto male, avrebbe voluto esserci”.
Come te Genny quando eri adolescente: una vita da cavallaro. Hai altri hobby?
Sì, le donne!”.
Genny, io te lo dico: se legge questa intervista tua moglie la prossima volta manda al gran premio il bimbo e lascia te a casa in punizione …