12/04/2017

AMARCORD – Costa Azzurra, una grande storia di campioni

di admin

di Paolo Allegri –  Sono due minuti ma consegnano alla gloria imperitura. Centoventi secondi e oggi qualcosa meno di zoccoli che carezzano la sabbia con il trotto dei cavalli che ha qualcosa di armonico e di musicale. L'ippica che trova la sublimazione, il suo apice di spettacolo, di tecnica e di emozione in un Gran Premio, nel momento in cui sul palcoscenico recitano i primattori. Domenica 24 marzo 1963 nasceva il Gran Premio Costa Azzurra, la corsa che sarebbe diventata la festa di Primavera della Torino che trotta. Il Gran Premio per eccellenza sull'ovale di sabbia di Stupinigi, sfida sul miglio, dunque nel tema della velocità; capace di richiamare a Torino gli assi normanni, femmine di livello assoluto, gli importati di origine yankee, i campioni scandinavi a confronto con i paladini del trotto indigeno. Quella prima edizione vide FIRESTAR, guidato da Gioacchino Ossani, imporsi ai due favoriti Nike Hanover e Ozo. Nel 1965 ELMA, una cavalla monumentale inaugurò una stagione di successi al femminile proseguita dalla normanna ROQUEPINE – straordinaria plurivincitrice del Prix d'Amérique – che incanta Torino nella primavera del 1967 per poi essere costretta alla parità da un'altra cavalla di classe e di cuore, EILEN EDEN, nell'indimenticabile sprint a due del Costa Azzurra edizione 1968. Nel '70 Jean René Gougeon, il guidatore icona di Vincennes, porta a Vinovo la regale UNE DE MAI, appartenente al Conte De Montesson. Lei trionfo al record della corsa, 1.15.8, per la giumenta normanna che bissa anche l'anno dopo facendo di Torino e della sua corsa faro l'ideale trampolino di lancio per una magica tripletta nel Lotteria di Agnano. In quel suggestivo viaggio all'indietro nel tempo che è un albo d'oro trovano spazio anche indigeni tutto cuore come CAROSIO (nel 1973 con Giancarlo Baldi in sulky per il rossoverde di casa Biasuzzi), poi uno con la classe di TOP HANOVER, alla cui criniera tutti gli appassionati si sarebbero poi aggrappati per sbancare il Lotteria di Agnano. 

Anni ruggenti gli Ottanta che ci emozionarono raccontando la storia di un indigeno come GHENDERO': il Costa 1983 fu il capolavoro di un professionista esemplare e simbolo di questo ippodromo, Pino Rossi; ancora sprazzi di sogno con ESOTICO PRAD, laureato dell' 87 con in sulky un altro mito di Stupinigi, Giuseppe Guzzinati. Gli anni Novanta della classica di primavera sono nel segno dell'americano di scuderia italiana CROWNING CLASSIC, che nell'edizione 1996 vola al record di 1.12.1. Per batterlo ci vorrà un decennio, l'impresa riesce a GIGANT NEO, scandinavo volante che pilotato dal diavolo belga Jos Verbeeck aggiorna il primato della corsa a 1.12 netto. Il Costa Azzurra è un autentico defilé di campioni del trotto e di grandi driver. Anche MONI MAKER, l'ultima diva dell'ippica mondiale, sfilò sulla passerella dell'ippodromo dei colori. E lo fece sprigionando tutto il suo fascino di americana dal talento straordinario trionfando nel 1998 per poi ripetersi nell'edizione del 2000. Cari amici, in questo viaggio dentro la storia del Costa Azzurra, avrete capito che questa corsa ancora bella, palpitante profuma di quell'emozione forte, sincera, indelebile che solo i grandi campioni che entrano nel cuore della gente sanno dare. Torino e la sua corsa che racconta la bellezza di uno sport meraviglioso come l'ippica.