05/06/2017

Intervista a ENRICO FIASCHI, detto “FIASCONE” da bancario a driver

di admin
di Mario “Amario” Alderici – Non si fermano più Enrico Fiaschi e Soho Dei Greppi, giunti al quinto successo consecutivo (dal 31 marzo, meno di due mesi), l’ultimo nel Tqq (il terzo a seguire che ha corso e vinto) di Montecatini girando di fuori sull’insolita distanza di 2800 metri (tre giri e mezzo della pista del Sesana).
Storia singolare quella di Enrico Fiaschi, mentore di Soho, da bancario a driver.
Enrico, come e quando sei entrato nell’ippica?
Da bambino, con mio zio Cesare Meli che era amico di Damiano e Roberto Benedetti presso i quali aveva i cavalli della sua scuderia Bellosguardo. Una passione nata da bambino e ben presto cominciai ad andare in scuderia quasi quotidianamente attaccando qualche cavallo, Glow Di Jesolo, Iesuno Cla, eccetera”.
Una passione che poi è diventata un lavoro. Prima però c’è stato il lavoro in banca. Una cosa che ci accomuna Enrico è essere tra i pochi bancari dimissionari per passione dei cavalli; tu dove lavoravi? 
Al Banco di Roma, prima come commesso poi come impiegato”.
Lavorando hai comprato i cavalli, chi è stato il primo? 
Elidor Fo, lo avevo al Cintolese da Ansano Dianda e Massimo Giorgi, poi la mia scuderia Henry piano piano è aumentata, in seguito sono diventato socio della scuderia Valdarno Inferiore e in gentlemen con i successi ho iniziato a guidare anche cavalli non di proprietà ”.
Sempre più assorbito nella tua passione ippica hai lasciato la banca. Qual è stato l’imput per questo passo?
E’ stato il mio amico (e mito ippico) Enrico Bellei che mi ha detto: ma che ci fa uno con la tua passione in banca? Molla tutto e vieni a lavorare i cavalli”.
A distanza di tanti anni ringrazi Bellei per il consiglio? Se tornassi indietro rifaresti quella scelta?
Lo ringrazio perché è stato quello che volevo fare, dedicarmi ai cavalli, fare prove. Visto come poi è decaduta l’ippica razionalmente, se ci fosse la possibilità di tornare indietro, mi terrei il lavoro in banca, meno gratificante e meno soddisfacente però l’ippica è andata troppo a rotoli”.
Come sono stati i primi anni di ippico 24h?
Felici, lavoravo a Il Poggio con il mio maestro Enrico Bellei e con Hollman.”
E da gentlemen ti sei tolto delle soddisfazioni vincendo un buon numero di corse, poi sei passato professionista.
Non sono stato molto fortunato:  nelle corse gentlemen ero in una grande scuderia ma per forza di cose ero sempre una seconda scelta, una seconda guida; prima c’era Alberto Guarino che aveva un impero di cavalli e era giusto far guidare lui che infatti ha vinto frustini d’oro, poi Franco Fumagalli che è cognato di Bellei e giustamente guidava lui e ha vinto frustini d’oro. Quando Franco ha smesso mi son detto: forse è arrivato il mio momento! Invece la Federnat ha inviato un centinaio di lettere ad altrettanti gentlemen che lavoravano principalmente nell’ippica, chi faceva solo quello doveva cambiare la licenza e diventare professionista. Gli altri gentlemen semiprofessionisti hanno trovato escamotage, hanno presentato 740 che lavoravano da altre parti, e sono riusciti a restare gentlemen, a me hanno detto: o cambi licenza o smetti. Mi avevano promesso anche che avrei avuto subito anche la licenza da allenatore, invece per quella ho dovuto aspettare altri 5 anni. Quello che volevo provare a fare io, vincere tante corse e magari il frustino d’oro l’ha poi fatto Lorenzo Alessi che è diventato prima guida di Bellei tra i gentlemen e ha vinto due frustini d’oro”.
Da gentlemen che stavi vincendo tanto ti sei ritrovato ad avere poche possibilità in professionisti. 
Sì, l’ultimo periodo gentlemen guidavo cavalli di Bellei, di Ehlert, di Riordan, vincevo spesso e forse a qualcuno questo non andava giù. Ho guidato 12 volte cavalli di Riordan con 11 primi e un quarto (con un cavallo al rientro con il quale mi avevano detto di correre solo gli ultimi 400 metri)”.
Com’è stata l’esperienza in prof?
All’inizio dura, poi gli effettivi che allenavo sono aumentati fino a una dozzina. Il patatrac a fine 2012 quando per un certo periodo non hanno più pagato i premi. Io avevo assunto impregni con i fornitori, con chi lavorava con me, e allora ho detto: mi fermo, sennò rischio di fare un disastro, ho reso ai proprietari i cavali che mi avevano affidato e ho continuato con i miei tre – quattro cavallini, ma per due anni non ho rinnovato la licenza, mi ero un po’ avvilito per tante cose ippiche che non mi andavano per il verso giustoPer onorare i miei impegni ho dovuto fare i salti mortali”.
Anche qualche soddisfazione hai avuto; il tuo cavallo più forte?
Vinsi una tris con Mondeo Rodi, buon soggetto, poi correvo in categorie tra la C e la D con Innocenti con buoni risultati, ma il più forte di allora è stato Le Mans Pb, che è anche il mio cavallo del cuore. L’ho comprato a 1500 euro che aveva fatto 15 corse con un quarto e 14 rp, è arrivato a fine carriera con 24 vittorie”.
Lo ricordo, l’unico suo problema la rottura in cui talvolta incorreva; come mai è il tuo cavallo del cuore?
Aveva qualche problema di passaggi, ma era un cavallo bravissimo, sia in box sia in corsa sia a sella, potevi stare una giornata ad accarezzarlo, un coccolone. Ora l’ho dato in adozione alla società Nibbio Alato di Samantha Catastini e ci si sono subito affezionati, perché è un cavallo che sa farsi voler bene.”
Passiamo ai giorni nostri, ora che fai? Ti piace di più allenare o guidare?
50% allenare e 50% guidare, ho 55 anni ed è impensabile volermi mettere a fare il catch driver, ho raggiunto il mio equilibrio: lavoro vicino a casa per Gennaro Casillo (che mi ha permesso di portare da lui il mio Soho Dei Greppi che faccio da solo) una brava persona di animo, ogni tanto ovviamente si arrabbia anche lui ma è un uomo di cuore, oltretutto (cosa non facile nell’ippica attuale a trovarsi) pagatore.”
Hai citato il motivo della nostra intervista: Soho Dei Greppi, quando l’hai acquistato?
A fine 2016 a 3.000 euro, mi piaceva la genealogia e il modello”.
E che gli hai fatto per fargli scalare tutte le categorie (ora è in A)?
L’ho curato per delle ulcere allo stomaco (perché si bloccava tutti i giorni), poi è stato fondamentale un consiglio di Gennaro Casillo”.
Che consiglio ti ha dato Gennaro?
Sono andato a lavorarlo nella retta e Gennaro mi ha detto: perché lo lavori qua? E io: e dove lo devo lavorare? E lui: il cavallo è tuo, fai come ti pare, però se posso darti un consiglio se fossi in te per due mesi mi dimenticherei di correre, se vuoi provare a fare la differenza lo vai a lavorare solo sul sabbione, per genealogia (essendo figlio di Ganymede) dovrebbe reggere il lavoro duro ora che sta bene, così vedi i suoi limiti e quello che ti può dare”.
Un buon consiglio da amico e competente uomo di esperienza, Soho ha assorbito bene la fatica?
Il sabbione è tipo la sabbia di mare un po’ più grossa e quando un cavallo non è abituato all’inizio la fatica la sente. Infatti dopo i primi lavori misuravo con lo strumento l’acido lattico (che dovrebbe essere tra 3 e 6) e Soho aveva 21; ora che ha assorbito il lavoro faccio 12 rette e l’acido lattico si è abbassato a 4,5”.
E Soho ora non si ferma davvero più, 5 vittorie in ogni schema una più bella dell’altra.  
Sì, a lui non fa differenza correre in testa, di rimessa, al largo; sta sorprendendo anche me per come vince”. 
Infatti nell’intervista  prima della tris di Montecatini sul fatto che Soho l’avevamo messo tutti tra i favoriti avevi esclamato: “Ma oggi ci son cavali buoni, da 1.12, il mio viene da 4 successi ma ora che è diventato Soho?”.
E’ impressionante, ha due o tre parziali micidiali in corsa, al Sesana ne ha fatti 3: al terzo passaggio vengo via in quarta ruota prevenuto da Primavera As, a quel punto lo riprendo in mano e lo lancio ancora a centro pista sulla retta opposta, in retta riparte ancora finendo in spinta”.
Emozionato?
Sì, un successo così di fronte a tanti amici, bello!
Il primo complimento?
Quello di Enrico Bellei, inaspettato perché lui (bonariamente) mi dice che sono un ancora in sulky, ahah! Invece stavolta mi ha detto che ho fatto tutto giusto tatticamente. Poi però si è subito ripreso per il fatto che ho scurvato un po’ largo e mi ha scritto: ma sull’ultima curva che volevi andare a prendere un panino al bar? Ahaha”.
In effetti Soho lo fa di venire un filo su sulle curve vero?
Quando l’ho preso veniva giù, allora gli ho messo un pelouche a sinistra, ora viene un po’ su ma finché vince va bene così”.
Oltre a Fiascone ora hai pure l’Ancora come soprannome?
E’ Enrico Bellei che mi chiama così perché dice che fermo i cavalli, ma lo dice per la grande amicizia che c’è tra noi, scherzando, almeno spero … O è come Arlecchino che si confessò burlando. L’altro giorno a Follonica prendeva scherzosamente in giro Nicola Del Rosso, gli diceva: ma come hai fatto a vendere un cavallo che ha scalato 6 secondi con l’ancora sopra? Ahahah”.
I tuoi hobby?
Un po’ tutti gli sport, principalmente tennis e calcio. Mio padre ha giocato a calcio fino a 44 anni ed è stato per 15 stagioni allenatore del Rondinella Marzocco; io ho giocato due anni in prima categoria nel Poggio a Caiano, poi mi sono infortunato e ora sono più spettatore, con il cuore viola: forza Fiorentina!”.
Un tuo pregio?
Credo di essere una persona alla mano, umile, simpatico, non invidioso”. 
Un tuo difetto?
Sono egoista”.
Il tuo sogno nel cassetto?
Correre il Città di Montecatini con Soho Dei Greppi; l’ha corso Really Dl, perché non lo può correre Soho? Si parla di correre e di arrivare insieme agli altri, mica di vincerlo”.
Ormai Soho ci stupisce sempre, chissà che non faccia un altro passo avanti. 
Sarei curioso di vedere cosa farebbe con in sulky Bellei, che secondo me è di un altro pianeta in sulky. Oppure con Roberto Vecchione che si avvicina molto a Enrico nella guida ed è un tipo alla mano, simpatico. Ecco, spero di vedere Soho correre con loro in sulky perché hanno un altro modo di comandare un cavallo, di farlo impegnare rispetto a me che sono 93 chili. Anche per un parere, per vedere quali limiti ha Soho; poi magari è già arrivato al massimo e allora va bene lo stesso, ha già fatto tanto, cose che io non credevo mai che facesse”.
Soho in corsa ormai lo conosciamo, raccontaci qualcosa del suo dietro le quinte.
Ha un cuore micidiale, dopo la vittoria sui 2800 metri in gran parte al largo era regolare, sia di respirazione sia di battiti. Come carattere quando è arrivato era bravissimo, forse anche perché non stava bene, era un morticino. Ora in box è ancora calmo ma quando lo metto fuori si sente forte, ora che sta bene il suo metabolismo sviluppa ormoni e quando vede le fattrici è davvero un leone. Soprattutto se vede Tarita Del Sile, se ne è perdutamente innamorato, è una cosa che non esiste, appena la vede la chiama, più che nitrire urla proprio, fa un casino, si impenna, vuol saltare i muri, una cosa mai vista”.
Enrico, fammi una promessa, se Soho dovesse correre bene il Città di Montecatini coronando il tuo sogno, prometti che gli si fa far l’amore con Tarita Del Sile coronando il suo.
Ok, se Soho fa il Città di Montecatini e arriva con gli altri, se non son morto prima per l’emozione si dà il benestare alla sua passione amorosa”.