15/01/2018

GASPARE LO VERDE, avanti con Tina Turner e Zacharias Ferm, sperando nella privatizzazione

di admin

Di Filippo Lago – Figlio d’arte cresciuto all’ombra di papà Biagio, si può dire che Gaspare Lo Verde sia in un certo senso un predestinato… La sua vita non poteva essere diversamente visto come lui stesso racconta, già a partire dalla adolescenza, trascorsa a seguire il padre impegnato nei Gran Premi ogni domenica (erano gli anni di Tinak Mo), ma senza mai abbandonare gli studi al Liceo linguistico. Pian piano il giovane e bravo Gaspare cresce, fino a quando in una calda giornata d’estate dello scorso anno, viene a mancare il padre. È a questo punto che tocca a lui prendere in mano le redini di un team comunque già ben collaudato e già allora con due basi operative: Palermo e Ardea. Grazie all’efficienza della squadra di lavoro e alla sua guida fredda e sicura, se Gaspare Lo Verde è ad oggi uno dei giovani driver italiani maggiormente in evidenza, con un discreto quattordicesimo posto nella classifica nazionale dei guidatori con ben 76 successi su 373 corse disputate, con una percentuale di vittorie del 20,38% e con 177 piazzamenti. Un 2017 da incorniciare per Gaspare e tutta la sua squadra, considerato il recente piazzamento nelle Royal Mares di Tina Turner alle spalle della compagna di training Super Star Reaf e, un futuro che potrebbe essere altrettanto roseo grazie a quel puledro che risponde al nome di Zacharias Ferm che tanto fa sognare lui e noi appassionati. Proprio il figlio di Daguet Rapide e Plaza Mayor (altra cavalla “made in Lo Verde”), si sta distinguendo tra i suoi coetanei nella piazza palermitana e Gaspare in questo puledro ci crede molto. E’ giunto allora il momento di scambiare due chiacchere.

 

Gaspare, immagino tu abbia i cavalli nel sangue fin da bambino…
«Dici bene… ricordo quando ancora bambino, appena terminate le lezioni mi recavo all’ippodromo di Palermo, incuriosito dal lavoro di scuderia che mi affascinava molto.  Inoltre non mi perdevo mai una riunione di corse alla Favorita. Ricordo con piacere tutte le domeniche quando con mio padre, si andava a correre i gran premi».
E poi…
Il richiamo dei cavalli è stato troppo forte, cosi ho iniziato a dedicarmi all’attività di scuderia, poi il corso Allievi e la licenza.
Ricordi la prima corsa della tua carriera?
«Certamente… ricordo che era una mattiné all’ippodromo di PalermoGuidavo un cavallo che si chiamava Isengard Jet. È una corsa che ricordo con piacere… eravamo in 18 allievi al via, arrivai 3°».
La prima vittoria?
«Credo si trattasse della mia sesta corsa. Guidavo Leggenda Del Nord, cavalla non di scuderia, ma fu ugualmente indimenticabile. Pensa, vinsi per “dispersione”… credo di avere avuto dal secondo, un vantaggio intorno ai 200 metri».
L’11 giugno 2016 è mancato tuo padre. Una data triste per tutta l’ippica e che ti mise, molto giovane, alla guida di un team importante…
«Allora io già gestivo i cavalli di stanza a Palermo. Avevo la completa gestione della scuderia, gestivo praticamente tutto in autonomia, dai partenti alle ferrature, da un punto professionale il salto non fu immenso insomma». 
Biagio non era a Palermo?
«Era ad Ardea. Tuttavia ogni tanto scendeva giù a Palermo e i suoi consigli e la sua esperienza erano sicuramente importanti, ma torno a ripetere…la gestione della scuderia qui a Palermo, spettava già a me». 
Ora com’è organizzata l’attività di scuderia?
«Abbiamo in allenamento una sessantina di cavalli, tra Palermo e Ardea».
Ad Ardea c’è Davide Di Stefano…
«Esatto ad Ardea c’è Davide. Lui ha iniziato una decina d’anni fa con mio padre ed ora, segue il materiale che abbiamo ad Ardea». 
A Palermo invece?
«A Palermo c’è Davide Morello, mio cognato, un ex calciatore professionista (è stato anche portiere del Torino, entrando come secondo di Matteo Sereni. La prima partita con il Torino è del primo febbraio 2010, ndr) ed ora collabora nella gestione della scuderia qui a Palermo. Poi c’è mio zio Nicola, prezioso collaboratore di grande esperienza. Ma ci sono anche altri, ognuno con il suo ruolo e ognuno prezioso…la squadra è importante». 
Dal punto di vista logistico come siete organizzati?
«I cavalli che teniamo qui a Palermo sono divisi. Alcuni all’ippodromo, altri in un piccolo centro, con paddock e una piscina. I cavalli di Ardea invece si trovano in un centro di allenamento». 
A questo punto chiedo a Gaspare quale sia il suo cavallo del cuore. Lui ci pensa un attimo, e poi…
«Ti dico Uragano Trebi’. Con il figlio di Nad Al Sheba mi sono tolto delle belle soddisfazioni. Sì, è lui il cavallo del cuore per me».
Parliamo dell’attualità. Rimanendo ai cavalli che gestisci a Palermo, dal mio punto di vista sono due quelli che più rappresentano la scuderia in quest’ultimo periodo…Tina Turner e Zacharias Ferm, entrambi da Daguet Rapide. 
«Tina Turner non ha bisogno di presentazioni: ha un record di 11.9 e vince oltre 120mila euro.  Sta attraversando un buon periodo, ma per me può ancora migliorarsi nonostante i 5 anni. Per quanto riguarda il puledro invece, è ancora presto per un giudizio, così come è presto per dire se entrerà a nel circuito classico. Lui è molto potente, ma ancora da “registrare” in fatto di meccanica e di mentalità. Certo, le 7 vittorie ottenute fin qui lasciano ben sperare…»
Come valuti la situazione dell’ippica italiana?
«Stiamo attraversando un brutto periodo. Finché l’ippica è in mano alla politica – e a questa politica – credo si vada poco lontano. Sono tuttavia convinto che ci sia una possibile strada da percorrere affinché l’ippica possa ritornare quella di un tempo, ovvero la privatizzazione dell’intero settore».