25/12/2017

DAVIDE DI STEFANO, dall’equitazione al Trotto, passando per Biagio Lo Verde

di admin

Di Filippo Lago – In lui il trotto italiano ha trovato un amico dei cavalli e un tesoro da custodire con fierezza per gli insegnamenti avuti dai suoi valorosi maestri. Palermitano di nascita e romano d’adozione come ama definirsi, Davide Di Stefano (1976) entrò in ippodromo per la prima volta solo alcuni anni fa, spinto da un amico. Ma una volta lì scattarono immediatamente una serie di emozioni che lo coinvolsero al punto da far sì che quella divenisse la sua vita. Riuscì nella difficile impresa di conquistarsi la fiducia di Biagio Lo Verde, che per diversi anni ha scritto una delle più importanti pagine di storia del nostro sport. Fu proprio Biagio più di chiunque altro, a credere nelle potenzialità di quel ragazzo proveniente dal mondo dell’equitazione, dandogli spazio e fiducia.

Davide, raccontaci quando è iniziato il tuo rapporto con i cavalli                                                    
«Ero ragazzo quando rimasi affascinato dai cavalli e con l’equitazione fino a divenire istruttore. Ebbi anche la fortuna di avere un approccio con l’ippoterapia lavorando con i disabili… bellissimo».
Chi sono stati i tuoi maestri?
«
Il primo fu Colletti, presso sua scuderia lavoravo come artiere. Con il passare del tempo iniziai ad attaccare i primi cavalli e la cosa mi prese totalmente. Poi lavorai per un periodo anche con Franco Tranchina».
 Come vi siete conosciuti?
«Avevo trent’anni quando conobbi Biagio. Intrapresi con lui una collaborazione e, grazie alla sua fiducia, da quel momento in poi fu un’escalation, con che mi misero sempre più in luce».
Una collaborazione che continua con il figlio di Biagio, Gaspare…
«Si collaboro con Gaspare Lo Verde. Lui si occupa dei cavalli di stanza a Palermo».
Dove alleni i tuoi cavalli?
«In un centro ad Ardea, vicino al mare, un toccasana per molti cavalli. Ho a disposizione due piste, una tonda da 800 metri e una dritta di 600».
Quanti cavalli?
«Una ventina, di cui undici puledri. Ora però, vista la situazione di Palermo, Gaspare porterà su del materiale e credo che arriveremo alla cinquantina».
Mi risulta che soprattutto tra i giovani, si sia Nad Al Sheba, uno stallone che ti piace…
«
Uno stallone in cui crediamo molto fin dall’inizio. Uragano Trebi’ per esempio è una creazione del team Lo Verde (oggi però è passato a Helert, ndr). I suoi figli sono cavalli di qualità e soprattutto, cosa che sto notando con i puledri, sono duttili, ad esempio facili da domare. Sono cavalli intelligenti e questo è molto importante perché ti facilitano nel lavoro quotidiano. Fin dall’esordio in razza Nad al Sheba ha prodotto cavalli che si sono ben distinti anche in prima categoria, fino ad arrivare alla primatista della generazione degli attuali due anni, Zazzà Del Pino».
La reginetta di scuderia è Super Star Reaf
«
Ha un record in carriera di 11.5, di recente ha colto un valido secondo alle spalle di Trendy Ok nelle Royal Mares. È una creazione di Biagio Lo Verde, la lavoriamo prevalentemente al mare perché l serve a livello meccanica e psicologia. Cerchiamo di tenerla in pista il meno possibile perché tende ad innervosirsi».
Quale sarà il suo prossimo impegno?
«
La Finale del Campionato Master del Trotto, un Gruppo I sui 2100 in programma il giorno di Santo Stefano a Roma».

Video Royal Mares 

Come lavori i cavalli?
«Non adopero un sistema unico. Ogni cavallo ha una predisposizione al lavoro mentale e fisica diversa da un altro».
Il tuo cavallo del cuore?
«Ne ho tanti, ma ti dico Novarica, mi ha permesso di mettermi in mostra con buoni risultati». 
Il sogno nel cassetto?
«Vincere il Derby. E con un puledro plasmato da me».
Preferisci guidare o allenare?
«
Entrambe le cose. Preferisco guidare i cavalli della mia scuderia, perché lavorarli al mattino ti permette di conoscerli meglio. In definitiva, la corsa non è l’ultimazione del lavoro svolto quotidianamente da tutto il team».  
Hobby?
«Il mio lavoro è il mio hobby. Non c’è niente di più bello».
E allora, buon lavoro e buon divertimento…