03/06/2013

Volete uccidere l’Ippica? Va bene, ma ditelo adesso

di admin

Le cose che stanno succedendo nell'ippica sono cose, tutto sommato, piccole e pur tuttavia emblematiche di qualcosa di grande. Sì è vero, c'è il progressivo svuotarsi di un settore, l'incapacità di chi lo abita di reagire alla crisi con prontezza e fantasia e financo una fastidiosa inclinazione alla lamentela che ritarda, forse blocca, l'azione. Ma al netto di tutte le colpe che gli ippici possono avere, c'è chi ne ha di più. Cosa pensare di uno Stato che prima prende impegni e poi li disattende, che non onora le proprie promesse, non paga i propri debiti?
Nella "piccola" vicenda ippica c'è tutto ciò che non va nel rapporto fra noi cittadini e il nostro Stato, che è un rapporto sbilanciato, non paritario, dove una parte ritiene di potersi permettere lussi e licenze che all'altra non sarebbero mai perdonati. Qui non si tratta di difendere un modello di settore sovvenzionato – sul tema mi sono già detta contraria – ma di prendere atto che, al di là di tutto, i patti vanno rispettati. Non è né serio né efficiente né giusto continuare a prendere per il naso decine di migliaia di persone, assumendo impegni che poi vengono puntualmente ignorati. Se nei nostri rapporti con clienti o anche amici noi ci comportassimo così, il minimo che ci succederebbe sarebbe di essere giudicati dei quaquaraqua. Che è esattamente la figura che il nostro Stato sta facendo.

Detto tutto ciò, rimane che a mio avviso non c'è motivo al mondo per cui un settore come quello dell'ippica debba ricevere finanziamenti e sovvenzioni statali. Secondo me gli ippici dovrebbero impegnare le proprie energie nell'elaborazione di un business model autosufficiente, in grado di sostenersi sul mercato contando sulle proprie forze e sulle proprie possibilità. E se per caso – magari non per convinzione ma per convenienza visto che la situazione del Paese obbliga necessariamente a rivedere meccanismi anche consolidati –  questo fosse il retropensiero di chi siede nelle stanze dove si decide, se cioè questo stillicidio di annunci e retromarce nascondesse la decisione già intimamente maturata che soldi per l'ippica non ne arriveranno e che va bene così, abbia lo Stato almeno il buon gusto di dirlo, chiaro e tondo, senza girarci attorno. Potrebbe persino scoprire che c'è chi condividerebbe la decisione. 

 

Chi è

Giovanna Guercilena, giornalista milanese, è da tempo assidua collaboratrice del Gruppo Sole 24 Ore. Ha un suo Blog sul sito de L’Impresa, periodico del Gruppo di Confindustria. L’idea di questa ‘ragionatissima’ provocazione nasce da una chiacchierata durante un pranzo di lavoro e, proprio nel blog, L’Impresa On Line potrebbe avere un seguito. Io non mi sono sentito di fare da portavoce a Lega Ippica, alla quale ho sempre guardato con interesse ma senza aderirvi. Anche per questo credo mi piacerebbe che questo pezzo si l’inizio di un dialogo costruttivo, per facilitare il quale mi metto completamente a disposizione. Quindi Vendopuledri sarà lieto di girare ogni mail sull'argomento: per scrivere cliccate qui.