17/04/2018

Sandi ripropone Trotto Italia come ente tecnico, ma manca un Re che dia l’incarico

di admin

Caro Dott Giorgio Sandi,
ho letto con interesse il suo recente post su Facebook, che riporto qui sotto per comodità dei lettori. Lei rivendica la bontà del progetto Trotto Italia, a suo tempo da lei presentato, che mira a creare una sorta di Post Unire ovvero un ente tecnico con competenze ippico-culturali che Mipaaf non può avare. Un bel progetto, concordo, che lei lamenta essere naufragato tra scogli di strumentalizzazioni personalistiche. Ha ragione, andò così. Ma io aggiungo che non poteva andare diversamente, perché il personalismo a livello macro sociale vince sempre sulle considerazioni di interesse generale. È una cosa naturale, come a livello storico ha dimostrato il naufragio di tutte le utopie socialiste. Non è insomma a mio avviso, al di fuori anche dei contenuti dei singoli progetti, uno scandalo che gli ippodromi tirino l’acqua al loro mulino, i proprietari al loro e che gli allevatori facciano altrettanto.
Lo scandalo sta che non esista una dirigenza legittimata a indicare una rotta. Dovrebbe farlo il Mipaaf, ma il Mipaaf non ne ha le competenze culturali – in parole più povere i funzionari del ministero non capiscono nulla di ippica, e non solo: da anni si è innescata una spirale involutiva naturale come la lotta a tirare l’acqua ai propri mulini. Ovvero, più la crisi va avanti più diminuisce il peso economico dell’ippica e quindi cresce la sua marginalità negli interessi ministeriali e di conseguenza si affonda nell’assoluta immobilità.

Forse un cambiamento reale si potrebbe avere con una personalità davvero carismatica e perciò capace di far superare i personalismi di cui sopra tramite alchimie pericolose e rare, i cui effetti per di più sono destinati a durare poco nel tempo e poi le persone tornano a concentrarsi sul loro interesse particolare. Ma se in quel breve lasso di tempo di galvanizzazione hanno saputo porre e condividere nuove regole – Trotto Italia compreso – allora il cambiamento può durare oltre chi lo ha proposto.
Il problema è che questa personalità carismatica qui da noi non si vede e nemmeno si vede l’humus nella quale potrebbe crescere. Oddio, avrà mica avuto ragione Indro Montanelli, che di politica qualcosa capiva, quando scriveva: «Se Margaret Thatcher fosse nata in Italia sarebbe diventata, al massimo, Tina Anselmi».

Alessandro Ferrario

Il testo del Post di Giorgio Sandi, datato 14 Aprile (ex AD Snai, oggi Allevatore, Proprietraio e Gentleman di Trotto)
Ho seguito con interesse la trasmissione Ippica Domani su Unire Tv sulla "non-programmazione" delle corse in cui mancava colpevolmente (ma era stato invitato?) almeno un rappresentante dei Proprietari. Sono emersi vari spunti tra cui il principale è l'esigenza che si ridia vita ad un Ente tecnico che ci rappresenti efficacemente e in modo professionale. Avevo cercato un anno fa di contribuire alla creazione di Trotto Italia che avrebbe dovuto svolgere questa funzione e me ne sono ritirato quando ho avuto la percezione (meglio, evidenza) che alcuni compagni di strada avevano l'intenzione di strumentalizzarlo per propri piccoli, diretti interessi. Ad un anno di distanza nulla è stato fatto, Trotto Italia è morta sul nascere e il sistema annaspa sempre più ed è sull'orlo del collasso. 
Ripropongo a tutti gli operatori il tema, se vogliamo davvero dare una svolta al settore dobbiamo ricominciare da lì, attraverso un dibattito aperto e la partecipazione di tutti coloro che hanno interessi nel settore e l'intenzione di provare a rimetterlo in pista, con rispetto per le tradizioni ed uno sguardo al futuro.