09/06/2013

Ruffo contestato a Milano. Spiega perché i premi aspetteranno

di admin

Questo pomeriggio a San Siro in sala bilance si è sentita alzare la voce. Era un allenatore  che apostrofava Francesco Ruffo – presente per la premiazione del Gran Premio di Milano – accusandolo senza perifrasi di aver ripetutamente mentito al settore sulla reale situazione dei pagamenti e di aver operato in generale malafede. Nella prima fase i toni si sono fatti davvero accesi e nella voce di Ruffo, che pur cercava di evitare degenerazioni, c’era al tempo stesso rabbia e apprensione per la piega che la discussione stava prendendo. La miccia è stata accesa dalla disponibilità dello stesso Ruffo nell’accogliere l’invito di Laura Grizzetti (allenatrice) a illustrare la situazione dei pagamenti agli operatori, sia pure in modo informale. Quando il capannello intorno a Ruffo si è infoltito la presidente Anact – Isabella Bezzera – ha giustamente proposto di trasferirsi in una sala a parte, dove comunque tutti sono stati ammessi.
A questo punto Ruffo è stato abile nel ristabilire una conversazione più tranquilla. Ma al di là della forma è preoccupante quanto Ruffo – al quale va riconosciuto il coraggio di essersi confrontato per di più estemporaneamente – ha detto in sostanza. Premettendo di contare al Mipaaf e nell’ippica ormai "più nulla" e di parlare solo a titolo personale, ha ripercorso gli ultimi mesi. Questi i punti salienti della sua ricostruzione.

 

Questi i punti salienti della ricostruzione di Ruffo

1)   I 32 milioni di euro menzionati dal ministro Di Girolamo nel comunicato di giovedì possono per legge servire solo a pagare debiti commerciali, nei quali non rientrano i premi agli allevatori e proprietari. Rientrano invece le spettanze alle società di corse, ai fantini e agli altri fornitori d’opera. Ma, ha ripetuto più volte, non hanno nulla a che fare con i premi. Di questo si è detto assolutamente certo.
 
2)   I 17,5 milioni – la cui liquidazione è da tempo in attesa di firma al Mef – derivanti dal Preu invece andranno tutti a saldare i premi del 2012 e probabilmente saranno sufficienti a coprire settembre e ottobre. Ma non è possibile fare previsioni sui tempi per sbloccare questi fondi. Anche se ci è sembrato di capire che sia probabile dover attendere fino a settembre 2013, il limite massimo indicato da Ruffo stesso.
 
3)   I 17.5 milioni di cui sopra non fanno parte dei fondi che il “decreto sozzeria” di Catania prevedeva di risparmiare sul montepremi 2013 e poi 2014 per pagare il 2012. Quindi – ed è forse l’unica nota positiva – nel secondo semestre di quest’anno dovrebbero esserci premi più alti. Inoltre Ruffo ha spiegato che al ministero si sta lavorando per evitare la spalmatura dell’ammanco residuo sul montepremi. Ha spiegato che si sono resi conto che per la selezione e la tecnica ippica sarebbe devastante reperire quei soldi attraverso i risparmi venutisi a creare con la chiusura di impianti basilari come Milano, Napoli e Roma.
 
4)   Il lentissimo sistema di pagamenti che si sta attualmente adottando potrebbe in effetti essere velocizzato, fondamentalmente riesumando i conti correnti e l’operatività Assi tramite un meccanismo di decreti, ma i tempi restano non preventivabili. Per ora quindi si continua così. Ruffo ha anche tenuto a precisare di aver previsto il caos pagamenti con il passaggio al Mipaaf di queste incombenze e di averlo segnalato. Ma ha detto di aver ricevuto assicurazioni generiche che la cosa si sarebbe sistemata. Il che però non è successo, ma agire diversamente era al di fuori del suo mandato di allora e tanto più oggi.