21/06/2013

Pistone racconta Tufano, che lo affianca con i Jet. Di Lilli Pennati

di admin

Peccato che i problemi dell’ippica oscurino le belle storie che questo ci regala. Napoli è chiuso e ci manca l’enfasi colorita delle telecronache di Salvio Cervone quando vinceva, ad esempio, un allievo del team Tufano: «La Tufanomania impazza», diceva. Ora Vincenzo Tufano allena dai Toniatti, al capo opposto d’Italia. Del suo inserimento nel tema Vneto-Friulano chiediamo a Giuseppe Pistone, l’allenatore preesistente, che ha accolto il collega alla corte dei Jet e oggi lo affianca nel lavoro: «Da solo non ce la facevo più a fare tutto. I partenti, l’allenamento e la guida ogni giorno in un ippodromo diverso: con 60 cavalli era diventato insostenibile, ero persino andato giù di fisico!».

Com’è stato l’approccio con Vincenzo?
«Da parte mia c’è stata subito la volontà di aiutarlo, di fare gruppo. Toniatti ci ha affidato cavalli di qualità e merita rispetto. Quanto alle strutture di qui, sono invidiabili: abbiamo una pista tonda di 1400 metri e una dritta che permette un lancio effettivo di 600 metri. Poi siamo a due chilometri dal mare, a Latisana, vicino a Lignano Sabbiadoro, e a distanza di tre chilometri c’è l’allevamento».
Potete dunque allenare i cavalli in spiaggia?
«A me capitava spesso. Pensavo che Vincenzo, da buon napoletano abituato a quel sistema, lo facesse ma mi ha sorpreso: preferisce la pista»
È innegabile da quando lui è arrivato i cavalli sono migliorati, cos’è cambiato nel training?
«C’è un molta differenza tra il mio e il suo metodo. Io lavoro molto con il trot-master e i pesi, mentre il suo è un allenamento di tipo più tradizionale, con prove ripetute sui 2600 e molta pista dritta. Poi lui ha tanta esperienza nell’impostazione e i risultati sono stati subito visibili».
 

Ti sei quindi dato alla guida. 
«Sono convinto che nella vita sia meglio fare una cosa sola e fatta bene. Ho 40 anni ma mi diverto ancora tanto in pista, c’è ancora tempo per pensare di fare solo l’allenatore». 
A proposito, chi è quel Royal Jet che hai guidato nel Derby Austriaco? 
«Niente a che fare con i Jet del nostro allevamento e neanche con i Jet francesi di Jean Etienne Dubois, solo il prodotto di un allevatore austriaco al quale piaceva quel nome. Purtroppo non ho preso niente, però in un’altra corsa sono arrivato terzo con Brussa, un allievo di Loederer». 
Come cataloghi questa esperienza? 
«Bella, ma ci ero già stato con Nevada Jet. L’Austria offre diversi appuntamenti internazionali, l’anno scorso ne vinse uno Lotar Bi con Alessandro Raspante. Nelle corse di routine si corre per 600 euro, ma è tutto bene organizzato»
Tornando in Italia qual sarà il prossimo evento importante per voi?
«Nadir Jet e Occhiata Jet correranno il Federnat». 
Tra i due? 
«Potenzialmente preferisco Nadir ma Occhiata sa far tutto. L’importante è andare in finale con entrambi».
Quando all’estero? 
«Sentivo parlare Toniatti con Tufano: dicevano che se in Italia non ci dovesse essere sbocco prenderebbero in considerazione la Svezia». 
Perché non la Francia? 
«I soci di Pine Chip sono svedesi e ci sarebbe il loro appoggio. In fondo Toniatti ha ragione: stiamo lavorando per soldi virtuali!».

Liliana Pennati

Domani pubblicheremo l'intervista a Vincenzo Tufano