22/06/2013

Tufano: «Dopo i Jet non lavoro più». Intervista di Lilli Pennati

di admin

Dopo la chiacchierata di ieri con Giuseppe Pistone, abbiamo sentito il diretto interessato, quel Vincenzo Tufano che – prima di arrivare ai Jet e collaborare quindi con Pistone – nella sua vita ha fatto il giro d’Italia per fare il suo mestiere. «Vero. Facevo l’allievo a Milano da Renato Pennati ma sono dovuto tornare a Napoli perché l’allora fidanzata, ora moglie, aspettava mio figlio. A Napoli ho lavorato da Tonino Luongo e da Terracino prima di trasferirmi in toscana da mio zio Pino Di Caterino».

Con il tuo bel bagaglio d’esperienza hai finalmente aperto scuderia a Napoli ma non hai finito di girare.
«Sono stato un anno e mezzo a Roma, alla Mondial Sport. In quel periodo abbiamo vinto un milione e mezzo di euro di premi e traguardo, vinto il Derby con Olona Ok e vinto la classifica dei proprietari. Mi sembra di esserne uscito a testa alta!».
Quale è stato il motivo del divorzio?
«Non è stata colpa mia e neanche loro, è stata colpa della crisi dell’ippica. Le spese sono tante e se i soldi non girano si logorano anche i rapporti. Io comunque sono stato bene con loro».
I cavalli che ti è più spiaciuto lasciare?
«Senza dubbio Olona Ok, poi Maldini Ok e Paolo Om ma sono contento che la mia decisione di mandarli all’estero a correre sia stata mantenuta e i risultati mi hanno dato ragione».
Come ti trovi da Toniatti?
«Noooo problem! Il posto è bellissimo e in soli quattro mesi abbiamo già vinto 52 corse. Per ora i cavalli di punta sono Nadir Jet e Occhiata Jet, che faranno la loro bella figura a Torino nel Federnat, e dei 27 puledri con la lettera S in scuderia 15 sono già pronti per la prova di qualifica».
Quanti i cavalli da corsa?
«Trentasei e tutti buoni ma c’è ancora tanto da lavorare. Abbiamo diversi 3 anni che devono ancora esprimersi, ma quello che farà parlare di sé è Rombo Jet: ha solo 3 corse in carriera ed è molto acerbo ma ha una punta di velocità che fa paura! Pagliarolo Jet ha fatto 1.12.7 a Pescara, ma vanno forte pure Rengata e Rangona».
Quello che ti fa sognare?
«Ah sono innamorato di Sordone Jet, un figlio di Pine Chip e Liberté, quindi la stessa madre di Rombo Jet! Bellissimo e parla un’altra lingua: penso di portarlo a Cesena per la qualifica».
Mi sembri molto sul pezzo con questa scuderia: come fai gestire la succursale napoletana?
«Torno a Napoli ogni 15 giorni, giusto per la messa a punto di alcuni soggetti, per il resto pensa a tutto mio figlio Francesco. Lui è la cosa più bella che ho fatto nella mia vita e mi sta dando tante soddisfazioni».

Quanti anni ha? 
«Ventidue. Ha finito il corso allievi, tra l’altro ha vinto tutte le prove pratiche alle quali ha partecipato, ed è pronto per l’esame finale». 
Ragazzo precoce! 
«Finché ci sono stato io ha lavorato poco, ora deve fare tutto lui è si è svegliato. Ha istaurato un ottimo rapporto con Antonio Di Nardo, la nostra prima guida. Insieme hanno fatto belle cose. Purtroppo ora i cavalli sono tutti fuori categoria e al Sud dispongono solo delle piste di Aversa, Pontecagnano e Taranto ma presto torneranno a vincere».
Gli lasci fare la gavetta da solo? 
«È il miglior modo per spronare un giovane a lavorare». 
E tu? Come vedi il tuo futuro?
«Ho trovato un posto bellissimo: ci sono tantissimi paddock, piste stupende, cavalli di grossa qualità e vado d’accordo con tutti: penso che quando finirò con Toniatti non farò più niente!».
 

Liliana Pennati