25/10/2018

Zaia a Filippo Lago: «Non faccio il ministro ombra! Centinaio sa il fatto suo»

di admin

di Filippo Lago – Nato il 27 marzo 1968 a Conegliano (Tv), il presidente della Regione Veneto ed ex ministro Mipaaf, Luca Zaia, ha da sempre coltivato un amore intenso per la propria terra, il Veneto. Dal punto di vista politico è proprio per la sua Regione che ha fin da giovanissimo profuso il massimo impegno, rivestendo dapprima nel proprio comune, poi in Provincia ed in fine in Regione, incarichi ai massimi livelli. Nel maggio 2008 però, il leghista Zaia si traferì a Roma come ministro dell'Agricoltura nel Governo Berlusconi, dove dimostò sensibilità e attenzione verso il mondo del cavallo. 

Presidente Zaia, che rapporto ha con i cavalli specie da corsa?
Con tutti i cavalli, e più in generale con il mondo animale e la natura, direi di amore e rispetto. Ai cavalli mi sono avvicinato fin da bambino, quando giocavo in campagna e mi capitava di incontrarne. Poi da cosa nasce cosa, ho imparato a salire in sella (a Fieracavalli dicono anche che me la cavo bene…). Mi sono avvicinato al mondo delle corse interessandomi da appassionato, agli ippodromi di Treviso e Padova. Da ministro ho ricevuto in dono quella meraviglia di trottatrice che è Padania Zeta, che mi ha dato tante emozioni. Compresa quella di vincere molto e la cosa mi ha dato grande soddisfazione anche perché tutti i proventi delle corse sono stati devoluti in beneficienza.
Lo sa che ho fatto anche il driver di trotto? E' successo molti anni fa quando, da presidente della provincia di Treviso, il Sant'Artemio e il Montebello organizzarono una sfida (con andata e ritorno) con il collega presidente dellla provincia di Trieste. Finì 1 a 1. Fu un gioco, ma cosi ho imparato anche a tenere in mano le redini lunghe. La sensazione che ti dà essere in sulky con davanti una montagna di muscoli che danza sulle gambe è qualcosa di fantastico!

Cos'era per lei l'ippica, prima, durante e dopo l'attività di ministro?
Penso l'avrà già capito. È un mondo capace di emozionare. Purtroppo, anche oggi, ha un'immagine inferiore a quanto meriterebbe, più legata alle situazioni negative. Certo che fattacci come il rapimento di Unicka e Vampire Dany hanno lasciato un segno doloroso. Però l'ippica è anche passione di allevatori, proprietari, allenatori, driver, fantini. È spettacolo e divertimento per il pubblico. Mi piacerebbe che questi valori emergessero di più e che ci fosse più severità verso chi sgarra, e non vado oltre perché gli appassionati capiscono già.

Quali le maggiori difficoltà incontrate da ministro nel gestire i problemi legati all'ippica?
Trovai una situazione molto difficile. La crisi era già iniziata, io cercai di dare soluzioni. Lo feci con passione e ancora oggi credo fossi sulla via giusta. Presto, però, fui chiamato a guidare il Veneto e lasciai il ministero. Per certi versi mi dispiacque, anche perché l'agricoltura e il mondo dei cavalli, che ne fa parte, hanno accompagnato praticamente tutta la mia vita (Zaia è 
diplomato alla Scuola Enologica di Conegliano e laureato in Scienze della Produzione Animale, ndr). Nulla però di più forte della gioia di essere eletto dalla mia gente per presiedere una Regione della quale vado orgoglioso. 

Su quali basi dovrebbe puntare un nuovo piano di rilancio del settore?
Oggi alla guida del ministero c'è il pavese Marco Centinaio, anche lui leghista, che conosco bene e che stimo. Non mi chieda di dare lezioni: farei offesa alla sua intelligenza e alle capacità dei suoi tecnici. Poi è passato troppo tempo da quando me ne occupai io e sono anche cambiate tante cose. Una cosa però mi sento di dirla: con Gian Marco Centinaio l'agricoltura e l'ippica sono in buone mani. 

Potrebbe essere utile un manager "non di parte"?
Se intende un approccio manageriale al settore, sicuramente; è una linea guida che va applicata in ogni ambito, mica solo all'ippica. L'approccio manageriale è una delle principali caratteristiche con cui amministriamo la Regione Veneto, con ottimi risultati. Le faccio l'esempio della Sanità: quella veneta è considerata una delle migliori d'Europa ed è gestita tutta da tecnici, o manager (li chiami come vuole), che agiscono in piena autonomia. Anche se, naturalmente, rispondono a me
che li ho nominati e sono a capo dell'"Azienda Regione". Ma sul loro lavoro cerco di non interferire, se non per concordare le linee d'azione e mettere al centro della loro attenzione le necessità della gente, che colgo frequentando gli appuntamenti pubblici e leggendo una per una le migliaia di mail che ricevo e delle quali non ringrazierò mai abbastanza.

Lei mise a punto un piano di rilancio del settore, poi lasciato (si direbbe quasi perso) nei cassetti. Cosa prevedeva? Perché non è mai più stato tirato fuori?
La domanda andrebbe posta ai miei successori, che ormai sono parecchi. Era un piano d'intervento tarato sui tempi di allora e le cose sono molto cambiate.

Per sua esperienza personale, al ministero esistono competenze tecnico-politiche  sufficienti per amministrare l'ippica?
Le competenze tecniche si trovano sempre, basta cercarle con pazienza e puntare solo sulle capacità. Poi ogni ministro, legittimamente, si appoggia a tecnici nei quali crede. 

Potrebbe essere utile un nuovo ente tecnico, anziché la gestione ministeriale?
Lei vuole farmi fare il ministro-ombra (ma non sono inglese)!

Si sforzi, of course…
Una cosa gliela posso dire: Gian Marco Centinaio è in gamba e ha le idee chiarissime, anche per l'ippica. 

La rivedremo mai a Roma?
Mi vedete spessissimo anche adesso. Vado a Roma ogni volta che c'è da difendere un diritto e proporre qualcosa di utile per i miei cittadini, gli abitanti del Veneto. 

Perché, l'ippica fatica a trovare presso le istituzioni, gente in grado di capirne e affrontarne i problemi?
La politica ha le sue colpe ma, con rispetto e affetto, anche il mondo dell'ippica ci ha messo del suo. Troppe divisioni interne, con un po' di autoreferenzialità e poca attenzione al mondo esterno, a cominciare dalla gente comune, che magari non distingue un cavallo da un mulo. Per quanto riguarda le istituzioni, ammesso che hanno le loro colpe, credo sarebbe utile un approccio unitario di tutto il settore. Come dico sempre, correndo da soli si fa più strada, ma facendo squadra si va più lontano.