29/11/2018

La Snai e i Dolori del giovane Clavdio, ovvero come l’Ippica diventa s…

di admin

Ieri Radio Deejay ha trasmesso, nella storica Deejay Chiama Italia, una canzoncina adolescenziale di tale Calvdio. Il malcapitato, pelato e con barba d’ordinanza tra i suoi coetanei, intona su tre accordi monotona cantilena per comunicarci la fine della sua storia d’amore. Da quanto è finita signor Clavdio ci assicura di vedere tutto il mondo all’incontrario: infatti chiude il pezzo precisando che da quando è senza ragazza, udite udite, “diventa un posto bello anche la Snai”.
Bel cazzotto: mentre noi Ippici ci accapigliavamo esclusivamente su pay back (leggi redditività scommessa), convenzione ippodromi e poi Castiglione e sottosegretari vari (anche a piede libero), l’ippica e gioco che la (dovrebbe) sostenere sono finite lì, tra le peggiori cose del mondo di questo Clavdio; francamente già di suo un po’ sfigatino, per dirla come i suoi fans.
Se la Snai si lamentasse per la poetica di Claudio lo capiremmo, ma apprezzeremmo facesse finta di nulla, tanto più che per onestà non gestisce luoghi propriamente ameni. Per il resto c’è da sperare che nessuno degli Ippici, sempre che qualcuno si accorga della cosa, si lanci in stentoree illazioni sul mondo che non ci aiuta e i media che parlano solo male (anche perché noi quando parliamo ai media da circa vent’anni parliamo solo di soldi e minacciamo di ammazzar cavalli se non ce li danno, o meglio, diciamo che li ammazziamo per cause di forza maggiore… ma qualche sospetto è pur legittimo). No, siamo noi – anzi è il sistema malato che abbiamo costruito per il nostro tornaconto – a renderci facile bersaglio pure del caro Clavdio, che pur è uno che sta a De André come noi stiamo all’Ippica dei nostri nonni. (A. F.)