26/02/2019

Intervista ad Anita Carelli – Paolo VI: «Ci vuole l’orgoglio di essere ippici»

di admin

di Filippo Lago – In un momento cosi particolare e delicato per l'ippica italiana, nella quale gli ippodromi rivestono un ruolo significativo, facciamo il punto della situazione con Anita Carelli, patron dell'ippodromo Paolo VI di Taranto.

Anita, in un momento delicato come quello attuale, quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
Era peggio nel 2018, per la mancanza di un contratto. Quest'anno invece grazie alle promesse mantenute dal ministro Centinaio, possiamo lavorare con maggior tranquillità e soprattutto in maniera più organizzata grazie ad un calendario già esistente.

L'emorragia di pubblico è uno dei maggiori problemi dell'ippica italiana…
E’ un problema col quale abbiamo fatto i conti già in passato. Tuttavia abbiamo resistito creando eventi finalizzati ad attrarre gente. Anche quest'anno sono in programma una serie di manifestazioni.

Recentemente l’ippodromo di Taranto ha ospitato personaggi dello spettacolo. Come lavorate per contattarli?
Abbiamo alcuni agenti con i quali collaboriamo da anni che si occupano di seguire la parte organizzativa al fine di poter avere la presenza di personaggi famosi. 

Ed i rapporti con la stampa?
Abbiamo anche un Ufficio stampa del quale si occupa il nostro grafico e ciò facilita la pubblicità del nostro impianto con la produzione di materiale promozionale di vario genere. 

Gli appuntamenti più attesi?
A marzo mandiamo in scena il campionato amazzoni e tra aprile e maggio si terrà il palio dei quartieri. A giugno saranno alcuni amministratori locali a dar vita ad un'altra manifestazione, improvvisandosi driver per un giorno. A luglio gli eventi più tecnici, ma non per questo (anzi) meno suggestivi: il Due Mari e Città di Taranto. Nel corso dell'estate si disputerà anche il Mondiale gentleman. In settembre invece, una iniziativa di carattere sociale della quale stiamo definendo i dettagli.

La sua opinione sull’attuale ministro Mipaaf, Centinaio?
Ci ha salvati. Se non fosse per lui, l'80% delle società di corse avrebbero chiuso.

 

Perché?
Lo sblocco dei pagamenti alle società di corse parla da solo. Entro la fine di dicembre dello scorso anno molte società già hanno ricevuto quanto dovuto o per lo meno una consistente parte di quanto a loro spettava.

Il vostro impianto è nella condizione attuale di poter assumere nuovo personale?
Al momento no! Non abbiamo ancora raggiunto un livello di stabilità sufficiente per nuovi importanti investimenti in termini di risorse umane.

Dal tuo punto di vista, da dove si dovrebbe iniziare per riportare l'ippica ai fasti di un tempo?
Si dovrebbe riprendere in mano il regolamento, fermo dal 2005. Bisognerebbe renderlo più moderno mettendo al centro il benessere animale.

Quale ruolo possono giocare gli ippodromi per rivitalizzare l'immagine del comparto ippico?
Fondamentale. Bisogna senz'altro ripulire la faccia di quest'ippica offrendo uno spettacolo degno di questo nome. Come? Ad esempio adottando una condotta di gara rispettosa dell'animale, entrando in pista con un abbigliamento tecnico adeguato etc… Insomma bisogna recuperare l’orgoglio e la responsabilità di essere ippici

Quali sono gli obiettivi che il Paolo VI di Taranto si pone per il 2019?
Lavorare con maggior serenità rispetto allo scorso anno.

Un appello al ministro Centinaio.
Al ministro? Non si stanchi di noi. C'è gente che vuol fare ippica in maniera produttiva.