19/04/2019

I partenti del Gp Barbetta con un ricordo di Ettore e Mario

di admin

di Mario “Amario” Alderici – Torna giovedì (con dichiarati stamani 11 partenti) dopo la soppressione dell’anno scorso il tradizionale appuntamento (quest’anno non più a foine gennaio ma a fine aprile) con il gran premio intitolato alla memoria di Ettore e Mario Barbetta (un tempo era l’Inverno), rispettivamente nonno e padre del valente collega di Trotto & Turf Ettore, come sempre tra i nastri (anche se la perizia aveva più senso con quelli tradizionali che con gli attuali tedeschi che sono una delle tante innovazioni insensate) e sulla lunga distanza. Ettore Barbetta nacque nel 1874 e entrò nel mondo del trotto per una lontana parentela con Giovanni Gallo che era il driver del grigio Jockey (francese dominatore in Europa e in seguito grande stallone e avo di fattrici) e che viveva vicino all’ippodromo Andrea Doria; Ettore iniziò a lavorare in scuderia, esordì in corsa a Montagnana nel 1892 arrivando terzo e fu preso in simpatia dal cavalier Rossi che guidava in tutta Europa e morì in corsa nel 1910 a Trieste; a inizio secolo si correva senza giubbe impermeabili, senza casco e con rotabili senza protezione, per Ettore una giacchetta di raso e i baffi curati, sornione, il suo Homer vinse l’Europeo di Cesena e fu sfidato da Uranie a segno in ben 3 Amerique (e nella sfida del 1928 a Milano sulla lunga distanza, il velocista Homer cedette); molto spesso sfidava Nello Branchini, suo vicino di scuderia a Modena per un periodo e che fu eletto suo avversario dalla stampa di allora, come Coppi e Bartali, tra i suoi cavalli da ricordare Palla che vinse 8 gran premi su 9 compresi Nazionale e Derby e perse solo a Montecatini con la febbre, Dese, Adlon, Codero con cui vinse a Baden (in Austria) nel 1912, Augias che vinse a Berlino nel 1929; Ettore guidò fino al 1945 in attesa del ritorno dalla prigionia del figlio Mario (che nel 1938 aveva vinto, con il figlio di Homer, Sovrano che era il suo cavallo del cuore il premio San Siro che poi diventerà il Mangelli e nel 1941 l’Impero a Bologna in una corsa dove erano favoriti no betting due avversari della scuderia Orsi Mangelli guidati dai pluridecoratI Otto Dieffenbacher e Alessandro Finn), a cui quando fu libero consegnò Costiera, Patrignana e Alisio che Mario guidò il 20 settembre del 45 realizzando subito una tripletta nonostante il non facile periodo bellico con due lunghi anni di prigionia lo avessero prostrato nel morale.
1 VIOLA TRIO (Marco Stefani)
2 UMBERTO AXE (Romolo Ossani)
3 TORNADO DEL VENTO (Giuseppe De Filippis)
4 SANTIAGO DE LEON (Roberto Vecchione)
5 ROBINIA (Alessandro Gocciadoro)
6 SHOWMAR (Andrea Guzzinati)
7 VICINO MEC (Antonio Di Nardo)
8 UGOLINAST (x)
9 TESTIMONIAL OK (Federico Esposito)
10 ORIENT HORSE (x)
a metri 2720:
11 TINA TURNER (Gaspare Lo Verde)

Mario era nato nel 1917 (evitando al padre Ettore la guerra dato che era il quinto figlio e in quel caso c’era l’esenzione dal servizio militare), iniziò a correre a 17 anni con Wren e quello stesso anno colse la sua prima vittoria; il suo cavallo più vincente fu il castrone volante Gladio, un eccellente partitore che nel 1970 nell’Andreani eguagliò il record delle piste italiane di Tornese di 1.15.7; Mario fu secondo nel Derby con Gentilhombre (che vinse il Toscana), tra i suoi cavalli da ricordare il vincitore del Presidente della Repubblica (dopo errore) e del San Giuseppe Palin, il vincitore del Marangoni Nebbiolo che in quell’occasione battè la futura derbywinner Atina, il vincitore del Firenze Gobaldo che nell’Europa fu stampato sul palo da Dosson e Giancarlo Baldi, Calumet Epson che vinse un handicap con uno speed micidiale dopo essere caduta in sgambatura, Magda Pinerolo che coperta aveva una punta di velocità fuori dal comune, Falcuccio, Urubù che vinse i centrali fino all’ultimo giorno a 10 anni, Lieto, Cisei, Cordobes, Cuorgnè che era un partitore fenomenale e andò in testa 54 volte su 55 (l’unica volta che non andò davanti fu perchè si ruppe un piede), tutti non crack mondiali ma ottimi cavalli. Fu socio Anact dal 1952, finita la carriera da driver fu per 15 anni commissario capo a San Siro e collaborò alle aste di Settimo Milanese fino al 2001. Fino alla fine dei suoi giorni frequentò gli ippodromi e le aste degustando un amaro appositamente riscaldato a mò di punch, simpatica abitudine assunta in passato per respingere gli assalti del freddo. Longevi, Ettore scomparve a 94 anni, Mario a 91 giusto in tempo per risparmiarsi la chiusura di San Siro e così andare a visitare altre piste con animo leggero. Nel gran premio che li ricorda nel 2015 hanno vinto da favoriti a Torino (come nel 2013 e nel 2014) Prince Wind e Pippo Gubellini in 1.15.4 ottenendo strada dopo 600 metri, nel 2016 nella prima edizione alla Maura Ribelle Op e Vincenzo D’Alessandro junior in 1.15.5 scambiando con un avversario, nel 2017 da favoriti Tano Fohle Sm e Enrico Bellei in 1.14.3 passando sull’ultima curva.

Undici al via giovedì con la vincitrice classica Tina Turner a inseguire 10 ottimi soggetti allo start:
a metri 2700: