27/07/2013

Viani risponde. Ma per noi di Vendo la crisi ippica è locale

di admin

Pubblichiamo qui sotto la riposta di Alessandro Viani apparsa ieri sul sito Anact alla lettera di Brischetto. Ricordiamo che Brischetto con la predetta lettera ha annunciato di ritirare tutti i suoi Grif dalle aste, in quanto il Consiglio Anact aveva bocciato la richiesta di posticiparle di almeno un mese. Alla rinuncia di Brischetto è seguita quella di Le Fontanette e – secondo voci non confermate – potrebbero aggiungersi anche Biasuzzi e Serenissima. Ma su questo, ripetiamo, non c’è conferma ufficiale.

***

Da parte mia noto che Viani, al quale riconsco di navigare in acque impossibili, ritiene che nulla cambierà da qui a ottobre-novembre sul fronte dell’ippica italiana perché nulla cambierà sul fronte della recessione mondiale, cito ” I media parlano di una crisi mondiale mai vista!!”. A leggere economisti autorevoli, si direbbe di sì. Ma a mio parere il problema ippico c’entra poco con la recessione mondiale, che pure non aiuta. Il problema nasce – sia pure solo come causa prossima – da una sere di mancati pagamenti che potrebbero sbloccarsi sì tra ottobre novembre, almeno a stare agli atti amministrativi, che solo sulla carta sono certezze. In ogni caso la nostra è una questione locale, sulla quale l’influenza della crisi mondiale incide ben poco. La causa casomai è stata la perdita di prestigio dell’ippica, che ha consegnato il settore (e lo sport ippico) nelle mani di negligenti burocrati. Probabilmente spesso anche mossi da malafede, ma non su istigazione di Obama e compagnia: l'ippica si ferma molto prima.

Alessandro Ferrario

Pubblicato ore 10,05


Egregio direttore,


sono innanzitutto spiacente dover constatare che la lettera, da Lei pubblicata, del Signor Brischetto, rechi critiche gratuite e ingenerose nei confronti dell'Anact per il mancato slittamento della data delle Aste e non riporti in alcun modo la realtà delle cose, malgrado gli sforzi culturali fatti con varie citazioni che forse meriterebbero un contesto diverso e che paiono assolutamente fuori luogo in questa occasione.
Tralascio l'accenno agli "autorevoli personaggi" che avrebbero dato l'impressione o la certezza che i pagamenti dello Stato (perché di debiti dello Stato si tratta), si sarebbero risolti rapidamente. Ma, mi chiedo: dove vive il Signor Brischetto? I media parlano di una crisi mondiale mai vista!! Di cosa stiamo parlando?
Mi pare che il Signor Brischetto faccia finta di non capire o non comprenda, il che sarebbe drammatico per un imprenditore, la realtà che sta vivendo tutto il Paese. E qui mi fermo, per tornare al casus belli (tanto per adeguarsi alle citazioni che tanto piacciono al Signor Brischetto).
Rammento al Signor Brischetto che l'ANACT non intraprende alcuna attività finalizzata al lucro personale di nessuno e di nessuna parte ma, cerca di svolgere, come del resto ha sempre fatto da oltre settanta anni, un’attività di sostegno a favore di tutti gli allevatori e dell'allevamento italiano. Nulla più. Aggiungerei, non come auspicio, ma come dato di fatto, che l'Anact e l'allevamento sopravvivranno a questa situazione drammatica anche dopo di noi, Signor Brischetto compreso. Nella sua autonomia, il Consiglio ha scelto di non aderire ad uno spostamento delle aste per una serie di ragioni che il Signor Brischetto non ha condiviso, probabilmente a prescindere dalla decisione.
L'Anact ha fatto un notevole lavoro di preparazione a queste aste con una capillarizzazione informativa verso l'estero e quindi, a questo punto, peraltro a catalogo già stampato, si sarebbe ragionevolmente creato un notevole problema organizzativo e di informazione. Non ci sono sciocchi motivi di rivalsa come ipotizzato dal Signor Brischetto. Il secondo motivo riguarda un problema abbastanza semplice: lo spostamento delle Aste avrebbe provocato il notevole ritardo di oltre un mese e mezzo per la doma dei prodotti (problema già evidenziato gli scorsi anni dagli allevatori) ed anche per la permanenza degli stessi in allevamento. Mi pare un motivo elementare e comprensibile a tutti.
Questi sono gli unici motivi che hanno ragionevolmente portato il consiglio nella sua totalità a decidere in tal senso. Il Consiglio non è infallibile nelle sue decisioni, ma posso assicurare il Signor Brischetto che la delibera è stata esclusivamente intrapresa nell'interesse generale e non di qualcuno in particolare, men che meno contro qualcuno.
Queste logiche sono assolutamente estranee, tanto per me quanto per tutto il Consiglio che ha comunque preso la decisione all’unanimità.

Alessandro Viani

Presidente Anact