23/10/2019

MARTA MATARAZZO giovane e capace amazzone (trotto e galoppo) intervistata da Cristina Piagneri

di admin

di Cristina Piagneri – Ha iniziato con il piede giusto vincendo sia al galoppo sia al trotto montato la giovanissima amazzone Marta Matarazzo (proveniente da una famiglia prestigiosa che vede ben cinque generazioni di ippici) mostrando passione, bravura, impegno e determinazione per lasciare il segno nella storia dell’ippica tenendo alto il nome della sua famiglia e rendere onore al suo cognome. Partiamo dalle tue origini visto che appartieni ad una famiglia ippica piuttosto importante.
Sono cinque generazioni che questo mestiere si tramanda da padre in figlio. Ricordo mio nonno che era un guidatore e ha tramandato la sua passione ai tre figli: due erano professionisti, mio padre gentleman e maniscalco ed è stato l’unico a portare avanti il mestiere e ad allenare cavalli".
Tu sei nata e cresciuta a contatto con i cavalli quindi hai avuto un legame subito molto forte con loro?
"Mia madre mi allattava all’interno del box … La prima casa era la scuderia e poi veniva quella di Milano”.
Quando hai iniziato a correre? 
Ho iniziato con i pony quando ero piccola, andavo ancora alle elementari e era ancora presente il vecchio ippodromo di San Siro, mio padre mi aveva comprato un pony (e uno a mia sorella), con lui sono anche cascata perchè gli avevo messo un calesse troppo piccolo, lui ci picchiava e spaventandosi ha sbandato, mi sono spaventata nella caduta e non volevo più salirci, ma mia mamma mi ha preso in braccio di forza e mi ci ha messo sopra, se non l’avesse fatto non sarei più salita. Con lui ho vinto diverse volte a Milano e l’ho portato in giro per i vari ippodromi con i cavalli da corsa, era potente ma falloso, papà maniscalco ha provato con lui qualsiasi tipo di ferri, li ha fatti anche artigianalmente in rame. Poi sono passata ai cavalli e la patente per il galoppo l’ho presa a sedici anni, l’età minima indispensabile per poter correre. Successivamente ho iniziato a correre anche nel trotto montato visto che l’hanno reinserito anche in Italia e fra galoppo e trotto montato ho fatto le mie corse”.
Hai mai corso con il sulky? 
Si, qualche corsa c’è stata, ma non avendo la patente, visto che bisogna prenderla obbligatoriamente a diciott’anni, avere i colori di scuderia, ecc. ho corso solo in piste private. Ovviamente andavo ugualmente alla mattina con papà ad attaccare i cavalli in scuderia e a fare prove”.
Preferisci il galoppo o il trotto montato?
Il trotto montato perché mescola entrambe le discipline: guido i cavalli del trotto e li monto a sella ed è la cosa che mi appassiona di più, soprattutto se sono soggetti della famiglia e che quindi conosco bene”.
Che emozioni provi quando vai in pista?
E’ un’emozione che non si descrive facilmente a parole, bisogna viverla, due minuti di guerra. Più che altro penso questo: il cavallo in natura corre in branco e quindi è come se entrassi a far parte della sua natura, è bellissimo! Emozionante quando si è in gruppo sentire i passi dei cavalli e il loro respiro, con la sabbia che ti arriva in faccia”.

Qual è stato il tuo successo più bello?
La prima vittoria con Naora Bi a Montecatini perché era la cavalla di papà e poi perché è stata anche la prima vittoria al trotto montato e quindi è stata la più emozionante; in testa, perchè quando andava davanti era dura batterla”. 
Il tuo cavallo del cuore?
Full Victory, una cavalla trottatrice che avevo in scuderia da piccola, quando andavo alle elementari; non era un fenomeno in corsa ma lei si faceva fare tutto da me, la passeggiavo continuamente, le mettevo e le toglievo le fasce, le tagliavo la criniera e proprio perché era molto brava la sentivo proprio mia. Tra i cavalli più forti Livio Del Prì che ha vinto in Francia e la piazzata classica Moon Light Bi che ha il fisico più da galoppina con i piedi lunghi e il corpicino fine. Le tre corse che ho vinte al galoppo tutte con Credarola con cui non vado d’accordo, come lei non ha feeling con me la mattina, eppure in pista riusciamo a centrare il bersaglio”.
Che lavoro fai attualmente oltre alla fantina?
Prima facevo l’operatore di camera all’ippodromo, ma visto che avevo sempre in mente i cavalli attualmente lavoro da un anno con i cavalli del galoppo da Stefano Bozzi a Cenaia”.
Hai altre passioni oltre all’ippica?
Disegnare cavalli (le persone non riesco, non mi ispirano) e mi diverto a fare dei quadri per gli altri perchè mi giungono richieste dai guidatori, ho frequentato il Liceo Artistico, oltre a disegnare mi piace fotografare paesaggi e animali, leggere e studiare, accrescere le mie conoscenze”.
Qual è il tuo sogno?
Il mio sogno è quello di andare a correre all’estero al trotto montato, che in Italia questa disciplina prenda piede come in Francia, riaprire una scuderia come quella che aveva papà con qualche mio cavallino, partecipare ad un palio (ho già provato a montare a pelo) perchè li ho sempre guardati da piccola e mi attraggono e mi piacerebbe che l’ippica riprendesse a funzionare come una volta”.
Segui un guidatore in particolare?
Cerco di guardare lo stile di tutti i driver, principalmente mi piace Roberto Vecchione però apprezzo in generale le qualità migliori di parecchi driver, ognuno ha la sua: mi piace la grinta di Gubellini e l’intelligenza di Vecchione”.