29/10/2019

Donne ippiche, la giornalista, ex amazzone al trotto e ora allenatrice di galoppo PAOLA PALMIERI ci racconta la sua storia

di admin

di Mario “Amario” Alderici – Un’ippica a 360 gradi Paola Palmieri, lady driver, giornalista e ora allenatrice di galoppo. 
Sono cresciuta sentendo parlare di corse al trotto principalmente Agnano e Villa Glori con le gesta dei guidatori di quell’epoca. Quando fu inaugurata Tor di Valle io ancora non c’ero, nacqui l’anno successivo , la sera prima mia madre era con la sua famiglia all’ippodromo romano. Sono la nipote di Carmine Galdi che tra la fine degli anni 40 e l’inizio dei 50 aprì scuderia ed allevamento nella zona di Battipaglia (Salerno) contestualmente alla famiglia Jemma. Mio nonno era gentlemen, adorava le corse dei cavalli, ma nessuno dei tre figli maschi, seppur sapessero andare sul sulky, calcarono le piste. Nel 1968 mio nonno venne a mancare e i figli maschi vollero proseguire con la scuderia e l’allevamento; la passione era tanta, così come l’impegno allevatoriale, tanto che le soddisfazioni arrivarono con Feystongal che vinse tutte le corse più importanti ed il Derby nel 1986. La mia passione cresceva e, malgrado fossi nata a Roma, seguivo con grande interesse le corse dei cavalli. Nel 1990 approcciai al mondo giornalistico dell’ippica, lasciai il calcio e diedi vita alle prime trasmissioni televisive ippiche. I colleghi mi chiesero se volevo correre nel campionato giornalisti ed accettai. Feci un lungo e proficuo tirocinio presso la scuderia di Franco Albonetti a Tor di Valle e dopo circa un anno debuttai sulla pista dell’ ippodromo romano. Le prime corse furono sottotono, raccolsi solo un quarto posto a San Siro con un cavallo di Gubellini. Nel 1993 vinsi la prima corsa della carriera con Nardo Pl a Roma, l’allenatore Guido Carpentieri me lo affidò e quella sera uscendo con il compagno di scuderia, di Cicognani, Glauco mi disse “guida con fiducia e vinci”. Seguirono tantissime altre corse e tutte hanno una storia bellissima, comprese quelle che ho perso sul palo. Una vittoria da ricordare fu quella con Ontario Gar nel campionato amazzoni ad Agnano, quella sera indossavo la giubba di Telethon e fu un vero onore sapere che quel premio andava in beneficenza. Il sogno però fu la vittoria del campionato giornalisti nel 1996, era l’edizione numero 50 e fui la prima donna a vincerlo. L’anno successivo arrivai seconda e poi ancora un terzo posto. Proseguiva intanto la mia carriera giornalistica ed avevo anche qualche cavallo di proprietà al trotto, mi piace ricordare Paolagal allevata dai miei zii, cavallina onesta spesso piazzata ma maiden in carriera, mi fu regalata e mai regalo fu più apprezzato. Ma il cavallo che ho amato più di tutti al trotto è stato Tricksygal, un figlio di Mangrove, morello che aveva una macchia bianca alla fine del collo. Fu soprannominato il cavallo degli indiani. Lo acquistai dall’allevamento Galdi e mi regalò tantissime soddisfazioni poiché nella sua categoria sapeva vincere in qualsiasi schema. Nel 2000 appesi le redini al chiodo con alle spalle uno score di tutto rispetto. Oggi sono allenatore al galoppo con una scuderia mia ma l’occhio è spesso rivolto al trotto ed ai cavalli allevati dai miei zii. Ho vissuto un’ippica molto bella ed oggi vederla in queste condizioni mi intristisce e mi piacerebbe che l’intero settore potesse trovare nuovi motivi per tornare ad essere quel bellissimo sport che per tanti anni ha affascinato grandi e bambini”.

Sei anche Presidente dell’Associazione Sportiva Donne galoppo – Sella trotto.
L’Associazione delle Donne è nata a marzo 2018; l'ho voluta poiché nel nostro mondo sono tantissime le donne che operano a 360 gradi e ho pensato che unite potevamo dire la nostra nel settore partendo da un punto fondamentale: il benessere del cavallo e il rispetto del lavoro delle donne nel settore”.