25/10/2019

Donne ippiche, la bella VICTORIA DEMURU ci racconta la sua storia

di admin

di Mario “Amario” Alderici – La ventottenne piemontese Victoria Demuru è un’impiegata amministrativa in uno studio peritale ma in realtà è un’ippica (nel dna) a 360 gradi, realizzatrice di un progetto per il recupero dei cavalli, ottima fotografa e sempre a bordo pista per tifare per il padre e i fratelli. Vicky, raccontaci la tua storia. 
Non sono entrata nel mondo ippico, ci sono nata. Mio padre fa parte di questa realtà da quando aveva 15 anni e ha attaccato questa “malattia” sia a me che ai miei fratelli! Noi ne abbiamo sempre fatto parte, siamo cresciuti in scuderia a “pane e cavalli”, quando i nostri coetanei giocavano con i videogiochi noi facevamo finta di essere cavalli da gran premio e improvvisavamo le corse al tondino dell’ippodromo di Vinovo. Quando i nostri compagni di scuola saltavano le lezioni per la febbre, noi le saltavamo per poter essere presenti alle corse. Io, a differenza dei miei fratelli, ho sempre avuto il mio cavallo del cuore. Ce l’ho ancora! Da 17 anni! Si chiama Fargetta e credo lo conosca chiunque ormai; ci ha regalato un sacco di emozioni e gioie, ma anche qualche lacrima perché si fece male cadendo in corsa. Niente di irrecuperabile, perché corse poi fino ai 10 anni facendo da “scuola guida” un po’ a tutti, me e le mie amiche comprese! È una lettera F, nato nel 2002, il 26 aprile ha compiuto 17 anni e io di anni ne ho 28, siamo insieme da quando è nato perché la mamma era già nostra. È stato amore a prima vista, di quelle cose difficili da spiegare perché una sensazione non la spieghi a parole ma ti attraversa dentro. Io da lui non mi  sono mai separata, ho deciso di tenerlo anche finita la sua carriera agonistica perché come lui, nessuno mai. Il cuore te lo rubano una volta sola, infatti mia mamma mi dice sempre che quando guarderò un uomo con gli stessi occhi con cui guardo Fargetta, allora sarà quello giusto! Ehehe ma, per ora, il mio principe azzurro nitrisce … Da lui nasce la mia iniziativa di recupero cavalli a fine carriera; studiavo veterinaria ma ho dovuto lasciare gli studi al terzo anno, il mio sogno era diventare un bravo chirurgo e salvarne il maggior numero possibile ma non ho potuto e così ho deciso di salvarli in un altro modo: cercando loro una nuova famiglia nel momento in cui per le corse non sarebbero risultati più idonei. Così, a gennaio di 4 anni fa, nasce Chubby Horse che non è un’associazione (odio le associazioni, se così si possono definire) ma è semplicemente un progetto tramite il quale quasi 300 cavalli hanno avuto una seconda possibilità nella vita. Ne vado molto orgogliosa perché ci tengo tanto che stiano bene e perché, nonostante sia solo volontariato e la mia vita vada ai 300km/h, nel poco tempo che ho libero riesco comunque ad occuparmi di tutto e tutti. Abbiamo creato un giro talmente grande che ormai non sono più io a proporre il cavallo ma è la gente a chiedermelo! I trottatori non sono ben visti fuori dall’ambito delle corse, anzi! È sempre una guerra far capire agli “estranei” che sono cavalli normalissimi e non leoni, che non vengono picchiati e che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio ma, piano piano, sto riuscendo nel mio intento. Ci sono persone che sono entrate in ippodromo per cercare un cavallo, piene di dubbi e pregiudizi, nemmeno convinte di voler recuperare un trotter e che poi se ne sono andate con il sorriso sulle labbra, un trotter nel trailer e sono addirittura tornare a chiedermi se ne avevo altri, alcuni vengono a trovarmi durante i convegni di corse! Sono i cavalli migliori al mondo, lo dico da sempre e sempre lo sosterrò! Non posso salvarli tutti, ma posso migliorare la vita a una buona parte e questo mi rende già molto felice”.

“A dispetto di molti, il mio cavallo preferito (al di fuori della mia realtà) se parliamo di campioni, è Viking Kronos. Sarà perché da piccola mi chiamano così visto che il diminutivo del mio nome è Vicky, o perché lo vedevo bellissimo. Fatto sta che era sempre spettacolare vederlo correre e avrei sempre voluto conoscerlo personalmente e invece ho conosciuto Varenne! Un campione, quando correva avevo i brividi ma il mio preferito resta sempre e comunque Viking. Mi piacevano anche Dominatore d’Orio, degno figlio di Toss Out, Smashing Victory, Frullino Jet che Riordan mi fece anche attaccare nel tondino di San Siro! Potrei scrivere la lista dei campioni che sono stati poster appesi sulle pareti della mia camera al posto dei cantanti! Ora me ne piacciono meno, non ci sono più i campioni di una volta ma ora mi piace meno anche l’ippica. Seguo sempre i miei cavalli, la mia famiglia, vivo per loro … ma questo mondo non è più bello come quando ero bambina, o come traspare dai racconti di mio padre. Ormai ti fanno passare la voglia ed è triste. Spero che si riprenda perché voglio vedere i miei fratelli vincere anche quando sarò ormai troppo anziana per riuscire ad entrare in un ippodromo!