08/01/2020

Lady Driver del passato, FEDERICA FRACCARI (allevatrice Gardesana) ci racconta la sua storia

di admin

di Mario “Amario” Alderici – Federica Fraccari è l’allevatrice e titolare, con la famiglia, della Scuderia Gardesana (gli Effe tornati alla ribalta, dopo gli anni d’oro di Fiaccola Effe, con Audrey Effe), figlia di Franco, Presidente Gentlemen Veneti, Encat e Nordest Ippodromi nonché creatore con il fratello Filiberto dell’Allevamento tutt’ora in essere.

Federica, raccontaci la tua storia. “La storia ippica inizia dal nonno Ferriano che comprò la proprietà di S. Angelo di Piove – PD – perché aveva una grande passione e qualche cavallo di proprietà; quando si ammalò cercò un appezzamento di terra dove poter mettere i suoi 4 cavalli e comprò questo appezzamento di terra da dei vivaisti dove potessero vivere in paddock anzichè nei box dell’ippodromo; sapeva che i suoi giorni erano contati ma immaginava che l’allevamento sarebbe andato in crescita. In ogni angolo di questo posto c’è qualcosa di mio nonno e di mio padre, è come averli qui nel paddock che mi aspettano … Dopo la morte del nonno nel 1970 è passato tutto nelle mani di papà e dello zio ed è iniziata quella che doveva essere una semplice passione ma che invece è diventata una vera e propria attività. Io, da sempre molto sportiva, non ho mai potuto effettivamente dedicarmi ad uno sport dal punto di vista agonistico perché in casa nostra da sempre alla domenica si andava alle corse. Si facevano chilometri e chilometri per vedere un cavallo correre, anche perché a quei tempi non c’era il canale televisivo, l’unico modo per vedere una corsa era andare in sala corse, cosa non gradita a papà, da cui ha tenuto sempre lontano sia me che mio fratello Francesco; sono stata in tutte le città in cui c’era l’ippodromo ma non potevo conoscere quelle città perchè andavamo e tornavamo dalle piste quindi ne conoscevo solo l’ippodromo. Poi c’era l’allevamento, la nostra seconda casa, da maggio ad ottobre si viveva lì, in mezzo ai cavalli, la natura. Ricordo scorribande in trattore ad aiutare gli uomini nelle varie faccende, così come le spiate in sala monta quando arrivava il Ruffiano, un cavallo Avellinese, utilizzato per scoprire i calori delle varie cavalle da coprire; le nascite dei puledri e quando venivano marchiati, per una fissazione di papà, con quella FF sulla natica sinistra. La mia passione era la monta inglese da sempre, alla morte del nonno per un suo esplicito desiderio papà mi regalò il mio primo cavallo da Sella, bianco, esattamente identico a quello della pubblicità della Badedas che galoppava in riva al mare, si chiamava Nuvola, mi seguiva ovunque anche quando andavamo in vacanza in modo che io potessi montarlo sempre. Con il passare degli anni capii però che avrei dato un dispiacere a mio papà se non lo avessi assecondato nel trotto e così dopo aver superato corso ed esami divenni una Gentlemen, siamo negli anni ’80; mio padre felicissimo, nelle prime corse mi spiava nascosto dietro una siepe con il terrore che mi potesse succedere qualcosa.  Il mio cavallo si chiamava Doberdò, era bravissimo e di qualità, anche se la mia carriera non fu lunghissima, in tutto feci 10 corse sempre con piazzamenti ed una vittoria; memorabile una corsa in cui al comando tenni testa tutta strada a un netto favorito di Fabio Biasuzzi che mi stampo’ sul palo con Fabio che dopo il palo mi disse “Basta, non corro più perchè ho corso il rischio di essere battuto da una donna” e per me la carriera poteva finire lì perchè avevo raggiunto il massimo degli obiettivi che mi ero prefissata. Poi iniziai gli studi all’estero, il lavoro nell’altra attività di famiglia, il matrimonio, i figli, quindi riuscii a dedicarmici sempre meno pur avendo sempre una grande passione e seguendo i risultati dei nostri colori storici in prima persona. Sono gli anni di Fiaccola Effe e chi se li scorda! Una cavallona enorme nera con una lista bianca che andava matta per le caramelle Polo; indimenticabile il Lotteria di Napoli in cui facemmo una gita in Campania per poi andare ad Agnano dove nessuno pensava che Fiaccola sarebbe andata in finale; e invece non solo andò in finale ma a metà retta prese la meglio con Roberto Benedetti che alzò il frustino credendo di avere ormai vinto ma fu beffato per una narice dallo sprint interno di Evann C; tornammo a casa felici con un pizzico di amaro in bocca. Oggi siamo io e mio fratello Francesco, mente dell’allevamento, a portare avanti questa storia e con noi uno dei miei figli, Marcello, cavaliere di salto ostacoli ma appassionato da sempre di cavalli sempre attaccato al nonno in allevamento con i suoi stivaletti da cavaliere sin da piccolino; è stato campione d’Italia a 13 anni e poi è entrato nella squadra nazionale e con lui ho girato mezza Europa facendo da groom, da sponsor, da autista e da mamma consolatrice se qualcosa andava storto. Dopo la morte di papà e zio mio figlio Marcello, dopo aver fatto la gavetta in Francia, è venuto al nostro allevamento con me e mio fratello. Tutta la nostra famiglia anche se non in prima linea sa cosa vuol dire questa passione ed il significato che ha per noi la nostra giubba. Per noi è un grande orgoglio proseguire quanto fatto da chi ci ha preceduto a partire dal nonno Ferriano a papà Franco ed allo zio Filiberto. Ogni puledro che nasce ci manda subito con il pensiero a loro e speriamo che loro siano contenti del lavoro che stiamo facendo. Oggi viviamo un sogno con la nostra regina Audrey Effe nata da noi, allevata da noi con una mamma nata da noi, a cui nessuno credeva! A primavera del 2017 era venuto a mancare lo zio e avevamo fatto la vendita dei puledri con le A, a uno ad uno ci hanno comprato tutti i puledri ma nessuno voleva Audrey, anche quando erano rimaste solo due puledre, l’ultimo acquirente disse: no, questa è troppo piccola, prendo l’altra. Mio fratello, che studia molto bene le genealogie e aveva creduto in Up And Quick come stallone, se la prese un po’ che Audrey venisse così snobbata e mi disse: vabbè, sai che c’è, che ce la teniamo noi! L’abbiamo affidata a Zanetti e quando ha fatto la qualifica vedevo quella mia piccina con i finimenti addosso e ero dubbiosa sul suo futuro ma vedevo gli altri con il cronometro in mano che dicevano: mammamia, è andata, è buona, va forte. Lei è la nostra stella, una stella mandata dal cielo, da quegli angeli che ci hanno insegnato ad essere una famiglia e ad avere questa grande passione!