31/01/2020

Lad del trotto, ANDRA ALEXANDRA MUNTEAUNU

di admin

di Mario “Amario” Alderici – Andra Alexandra  Munteanu è una appassionatissima lad ventisettenne nata in Romania, a Bacau. Andra, raccontaci la tua storia.

Mi considero una ragazza semplice, umile con dei sani principi e rispetto per le persone. Amo conoscere gente nuova, confrontarmi, imparare cose nuove e stare a contatto con la natura.  Sono capitata nell’ambiente grazie al mio fidanzato che lavorava ai tempi (parliamo di 10 anni fa) con Mario Ferrara a Tor di Valle .  In Romania vedevo spesso cavalli ma non avevo mai avuto contatti, anche perchè da noi il cavallo viene usato in agricoltura quindi non avevo una gran cultura equina; a Tor di Valle mi sono ritrovata in un ambiente sconosciuto, senza conoscere nessuno in un Paese nuovo, in un mondo tutto nuovo. Avevo finito da poco il liceo, avevo studiato il disegno per i vestiti quindi niente a che vedere con questo ambiente … Tor di Valle è stata la mia prima casa condivisa con tanta gente e con tanti cavalli. Quanto mi manca però quel posto … Avevo tanta ansia ad avvicinarmi a un cavallo, non capivo niente, guardavo le corse al bar dell’Adriatica ma non sapevo che succedeva intorno a me. Ero spaesata però una volta accarezzato un cavallo è stato amore a prima vista. Andavo tutti i santi giorni in scuderia e guardavo e li coccolavo e provavo a capirli. Nel frattempo ho lavorato come cameriera in pizzeria, babysitter, colf però mi mancava sempre il cavallo e stare lì in scuderia. Chiuso Tor di Valle ci siamo trasferiti ad Ardea, ai tempi il mio ragazzo lavorava con Alessandro Gocciadoro (e i Gocciadoro da quel momento sono diventati la mia seconda famiglia) e siamo rimasti sempre qui in zona, con cavalli importanti come Nonant le Pin, Italiano, Linda di Casei, Stella di Azzurra, ecc … Fino a Italiano, lui è un pezzo importante del mio cuore, non trascurando il mio “bimbo” Zlatan e tanti altri come quelli nominati prima che poi ti rimangono sempre nel cuore e che non dimenticherai mai, ma Italiano è stato il primo cavallo su cui sono salita e che ho accudito in tutto. Non era stato un amore a prima vista anche se era un cavallo di nome importante; non avendo un aspetto imponente non rubava l’occhio ma ti rubava il cuore perché veramente gli mancava solo la parola. Dopo essermi separata da Italiano i casi della vita l’hanno riportato nel mio cammino quando Pistone ha aperto scuderia qui, e io vado sempre a trovarlo e coccolarlo; la mattina e la sera facevo i turni in pizzeria e con i soldi guadagnati compravo mele e carote da portargli per non fargli mai mancare piccole attenzioni. In seguito mi è stato proposto di lavorare in scuderia, anche se non avevo mai fatto l’artiere, e grazie alla sua fiducia di Giuseppe Pistone avevo Italiano come cavallo da accudire e allenare. Che cosa meravigliosa portarlo in pista e allenarlo, era un computer. Ricordo ancora quel giorno che mi disse “Oggi lo attacchi te”: avevo il cuore a mille, paura di sbagliare, di fargli del male, di non essere all’altezza per un cavallo come lui. Gli dicevo all’inizio “Sono io, sono io “ però faceva tutto lui. Grazie a Italiano ho imparato tutto, ti faceva capire come devi fare o quando qualcosa non andava. E’ stato il mio maestro di trotto, mi ha dato talmente tanto in così poco tempo e anche non vincendo granchè con me (perché ormai era verso la fine della carriera e con tutti i suoi acciacchi) era già tanto portarlo in pista e fare ancora 1.12 – 1.13 per me era una vittoria. Infatti la corsa che mi ha dato grande soddisfazione e mi porto nel cuore, insieme a quella che non mi ha fatto dormire notti intere prima e dopo il Derby di Zlatan (che gioia mammamia), è stato un centrale a Garigliano che vinse con Antonio Simeoli nella giornata gentlemen, un’emozione unica, il primo mio oggetto ricordo e vedere i frutti del mio lavoro. Che cavallo … Lo ringrazierò per tutta la vita perché grazie a lui sono quella che sono, innamorata sempre più di questo sport, non ce la faccio a vivere senza.  Adesso l’ippica a Roma è quella che è, sono poche le scuderie e il lavoro è scarsissimo, però avendo un rapporto bellissimo con la famiglia Gocciadoro mi capita spesso di andare a correre insieme a loro. Fare parte di questo meraviglioso team mi riempie il cuore di gioia e sono onorata della fiducia e come già detto loro per me sono una seconda famiglia; anche facendo il “jolly” per loro riesco ad imparare cose nuove e migliorarmi. Voglio fare un grande ringraziamento (oltre a tutto il team) a Sinead Sernicoli che è come una sorella maggiore. Questo è un lavoro che va fatto con passione, con la consapevolezza che devi fare dei sacrifici perché i cavalli hanno sempre bisogno di te, però prima o poi verrai ripagato da loro; se lavori soltanto per quello che ti entra in tasca a fine mese è un lavoro vuoto. Ci vuole tanta passione e credere sempre ai propri sogni perché sognare insieme ai cavalli è stupendo”.