14/02/2020

Lady Driver, GIULIA DESCHI

di admin

di Mario “Amario” Alderici – Si è messa in grande luce prima al nord e poi al sud l’ottima Giulia Deschi, triestina classe 1992. Giulia, raccontaci di te.
Passione sfrenata per i cavalli fin da prima di iniziare a parlare; grazie a mamma Roberta, papà Piero e i nonni materni Adriana ed Evelino i quali dal 1988 gestiscono un maneggio nel quale io nasco e cresco; mia mamma (che aveva conosciuto mio padre perchè ognuno aveva il suo cavallo e quindi condividevano la passione) ha cavalcato anche quando era in gravidanza! Da lì comincio a montare a cavallo ancor prima di camminare: le mie prime esperienze sono grazie a Margherita, un’asinella pacata e dolce la quale subirà varie torture ovvero sella, calesse, i primi salti e le mie sperimentazioni nell’imparare a mettere fasce, paratendini, campanelle e tutto il vario occorrente. Intraprendo così una carriera agonistica nell’equitazione, prevalentemente nel salto ostacoli e completo con vari cavalli, riuscirò ad ottenere anche dei discreti risultati, fino ad essere invitata alle selezioni per i Campionati italiani ma il mio cavallo non potè partecipare a causa di un infortunio. Grazie a mio padre, appassionatissimo di ippica da sempre e piccolo proprietario e allevatore, frequento ancora nel passeggino la maggior parte degli ippodromi del nord est. Crescendo, imparo ad attaccare qualche cavallo e sin da subito mi crea una forte adrenalina. Ho gareggiato fino a 18 anni, poi nell’autunno del 2010 comincio nei giorni festivi e le domeniche a frequentare la scuderia di Ennio Pouch, bravissima persona e uomo di cavalli che stimo molto e che mi ha insegnato veramente tanto, trattandomi come una figlia dandomi spazio, fiducia e il “la“per intraprendere una nuova strada. All’eta di 18 anni conosco nello stesso centro di allenamento Antonio Finetti, con il quale intraprenderemo una relazione, oltre alla collaborazione di scuderia, che dura qualche anno. Grazie a loro (Ennio ed Antonio) frequento il corso allievi e da lì ho scalato i vari scalini fino ad arrivare ad oggi ed essere professionista. Il mio driver preferito è Roberto Vecchione, forse anche perchè è esploso nelle mie zone, ma stimo molto anche Antonio Di Nardo che cresce giorno dopo giorno facendo grandi risultati.

Nel corso di questi anni ho conosciuto il mio attuale compagno, ovvero Francesco Tufano, che da cinque anni a questa parte mi ha totalmente cambiato la vita! Perché dal profondo nord mi sono trasferita nella bella Napoli nella quale stanziamo e gestiamo una scuderia con una decina di soggetti. Divertente quando corriamo insieme, in una delle mie prime corse ad Aversa Francesco era in testa con Picasso Ll e io di fuori con Procione Guasimo e lui mi strillava “vai in mano, vai in mano” ma io dentro di me dicevo “Come vai in mano? Una corsa posso vincere” e in retta sono passata. Ne ho visti passare tanti di cavalli. Belli, brutti, forti e meno forti ma ognuno speciale a modo suo. Ma chi mi ha rubato il cuore è stato e sarà per sempre il mio Oxygen Dany: cieco da un occhio e diffidente da tutto e tutti, ha saputo incuriosirmi ed ha saputo rubarmi l’anima; ad ogni fischio risponde con un lungo nitrito, ghiotto di carote e yogurt. Con lui ho vinto sia in allievi, sia in professionisti; nell’agosto del 2017 abbiamo vinto una categoria di minima a Cesena, corsa da come era venuta ormai impossibile da vincere: dalla seconda fila partiamo ultimi, 58 il primo giro, sposto, un giro in terza ruota, all’ultima curva apparigliamo il battistrada ed in retta passiamo e vinciamo! Molto bella anche la sua ultima vittoria a gennaio 2018 quando eravamo gli estremi outsider del campo, era bellissimo in sgambatura, fece duemila metri sempre a tirare, seguii le mosse del favorito Ribot Gal con Minnucci per scattare a metà retta e stamparlo sul palo. Emozionante a dir poco perché quando c’e’ feeling c’e’ tutto! Penso sempre che sia il cavallo a scegliere l’umano e non il contrario”.