06/05/2020

Pandemia e pandemonio, due parole che si fanno eco e risuonano tra loro. Di Isabella Ceriani

di admin

Pandemia e pandemonio, due parole che si fanno eco e risuonano tra loro.

Della pandemia abbiamo purtroppo imparato negli ultimi mesi il significato a nostre spese, nella vita di tutti giorni. Il significato di “pandemonio” è “rumore e confusione assordanti” e mi sembra particolarmente indicato a descrivere la situazione attuale del settore ippico italiano. Pandemonio è un neologismo creato da un poeta inglese e significa letteralmente “tutti i demoni”: tutti i demoni dell’ippica hanno preso forma e voce in questo lungo periodo di sospensione delle corse. In tanto fragore solo la nostra ANACT rimane in un assordante silenzio, congelata com’è nello scomodo ruolo di convitato di pietra, da un Presidente che ha preferito non andare a regolari elezioni a novembre 2019 e che ora non può esercitare a pieno il proprio ruolo. Ma già da tempo aveva comunque rinunciato a ricoprire un ruolo sostanziale in  ambiti tecnici primari per l’associazione, preferendo piuttosto occupare spazi politici e lasciando vacanti ruoli chiave per la difesa e lo sviluppo dell’allevamento italiano.  Per mesi abbiamo letto incessantemente sulla pagina Facebook di ANACT di tutti gli strepitosi successi dei cavalli allevati in Italia sulle piste estere:  chi rappresenta all’estero gli allevatori dei fenomenali trottatori italiani? In questa fase sarebbe stato fondamentale essere presenti nella UET con un autorevole rappresentante degli Allevatori italiani, in un ruolo di alto profilo che purtroppo il Presidente  in proroga di ANACT non può  ricoprire. Ritengo che nel difficile momento attuale dovremmo  essere molto presenti come allevatori nei vari enti Europei, avere modo di  far sentire la nostra voce, di confrontarci con le associazioni degli altri paesi, collaborare fattivamente e concretamente per elaborare programmi rivolti specificatamente all’ allevamento e alla valorizzazione dei  prodotti, ridiscutere ed insieme concordare regolamenti certi applicabili in modo uniforme in tutti i paesi aderenti.

Non posso pensare che questa grande emegenza non sia servita almeno a farci capire sulla nostra pelle come  il mondo sia effettivamente un unico immenso organismo, che non siamo né come paesi né come individui scollegati, anzi siamo profondamente interconnessi nel bene e nel male. Dobbiamo quindi vivere questa connessione  come opportunità per il nostro futuro, andando a cercare anche nuove alleanze e  nuovi sbocchi internazionali per i nostri cavalli, naturalmente partendo da una nuova ANACT  aperta e trasparente: dobbiamo fare in fretta perché questa lunga primavera senza corse (che si prolunga ormai senza spiegazioni ragionevoli), senza l’indispensabile visibilità dei nostri prodotti, non ridimensioni il grande potenziale dell’allevamento italiano.