04/06/2020

Giu’ le mani dall’allevamento italiano

di admin

Da sempre il trotto ed il galoppo italiano vedono riconoscere agli allevatori dei premi supplementari per i cavalli nati in Italia e per questi quando corrono all’estero.

Negli anni sono solo state modificate le regole di distribuzione ma sono sempre esistiti.

Recentemente il galoppo ha visto riconoscersi come “Premio aggiunto” una cifra considerevole che è sacrosanta per garantire l’esistenza dell’allevamento italiano.

Tornando al trotto, dopo un paio di anni grigi in cui evidentemente chi gestiva l’Anact si dimenticava di andare a chiederle, dal 2016 sono tornate ad essere, come da sempre, in vigore. Da allora sono state, parallelamente a quanto avveniva per il galoppo, aumentate, anche in virtù delle disponibilità provenienti dal PREU, pur non raggiungendo la consistenza che avevano in passato.

Nello stesso momento, per riconoscere i meriti dei 600 cavalli italiani che sempre più consistentemente andavano a vincere i Gran Premi più importanti, oltre a centinaia di corse ordinarie, all’estero, arrivando dal 2013 in poi a superare ogni anno la cifra di 7 milioni di Euro di somme vinte, la disponibilità destinata agli allevatori italiani come voce provvidenze estero è passata da 220.000 Euro ad 1 milione. Fin dal 2013 abbiamo insistentemente lavorato per ottenere questo riconoscimento e ne andiamo molto fieri, e guai a chi ce lo tocca!

A nome di questa associazione, che mi onoro di presiedere, vorrei prendere le distanze riguardo alcune affermazioni del Presidente di Ippica Nuova Giorgio Sandi riportate in un intervento su www.gaet.it del 3 giugno. Con toni sorprendenti Sandi viene a mettere in discussione delle premialità che da sempre vengono riconosciute agli allevatori e senza le quali questi non potrebbero più investire per produrre quella qualità che poi permette ai nostri allenatori, bravissimi a valorizzarli, di andare coi nostri cavalli in giro per il mondo a raccogliere soddisfazioni immense a favore dei nostri Proprietari, che sono il capitale sociale dell’ippica e per la gloria dei quali gli allevatori si impegnano ogni giorno, accontentandosi poi di essere solo in parte autori di quei successi. Questi sono gli equilibri storici della filiera, equilibri che forse Sandi non conosce ancora.

Siamo costernati poi nel leggere che, secondo Sandi, i Proprietari non dovrebbero comprare i puledri degli allevatori che sono favorevoli ad aumentare le dotazioni a favore dei cavalli giovani. Anche qui dimostra di ignorare che i Proprietari che investono nei puledri, che sono quelli che più contribuiscono al sistema, sono invece  favorevoli a questo leggero spostamento e credo non sia neppure necessario spiegarne le ragioni.

Per completa chiarezza pubblichiamo la nostra risposta all'invito che il ministero il 3 aprile scorso aveva rivolto alle associazioni riconosciute quando si apprestava a riorganizzare la programmazione del 2020 dopo lo stop. La nostra lettera è del 8 aprile scorso. Clicca qui.

Ferma restando la seria necessità del ripristino dei fillies dei gruppi 1 dei 3 e dei 4 anni, sul quale siamo ancora fiduciosi, pur non apprezzando alcune soluzioni attuate, questa associazione si ritiene complessivamente soddisfatta della ripartenza e della programmazione messa in atto. In particolare si attende l'assegnazione, con giornate aggiuntive e aumento delle dotazioni, della totalità delle risorse disponibili per il 2020. Una parte di queste sono meritatamente destinate, coerentemente col ruolo del Ministero e della tradizione ippica, agli allevatori del galoppo e del trotto!

 

Enrico Tuci

Imprenditori Ippici Italiani