23/12/2013

Vittoria a Bologna il 6, Encat il 19 se lo giocano Torino e Firenze

di admin

È uscito il Calendario 2014, ma per il solo mese di gennaio. Ricalca quello del 2013 e perevede per il 6 gennaio il Premio della Vittoria si disputi a Bologna (dotazione 45.100 €), mentre l’Encat, previsto per il 19 gennaio, se la starebbero contendendo Firenze e Torino. Inizialmente doveva andare a Firenze. Ma siccome Torino resterebbe tutto gennaio senza correre, sotto la Mole ci si è lamentati; tanto più che tra i vertici dei due impianti sembra proprio non correre buon sangue. Noi parteggiamo per Torino, dove il Conte Melzi ha già avuto la signoria (magari un filo tardiva, ma fattiva) di cedere il Criterium a Treviso, per ovvie ragioni storico-affettive, visto che è Memorial Bepi Biasuzzi, famiglia faro dell’ippica veneta.
In ogni caso se la giocheranno il 9 gennaio, quando il Mipaaf, nella persona del responsabile ippico, ora è il Gianluca Esposito, ha convocato le categorie, soprattutto per cercare di arrivare ad una stesura condivisa del calendario 2014. E questo forse è il problema politico più grsso. Perché bisogna comunque passare per una concertazione tra interessi opposti? Secondo me non è per senso democratico, ma per due motivi che si complimentano.

Primo: al Mipaaf non c’è nessuno con i galloni per decidere che abbia anche la necessaria competenza ippica. E questa è la grande stortura della struttura: se non si rimedia a questo non c’è riforma che tenga. Secondo: al Mipaaf nessuno si prende la responsabilità di una data posizione perché a sollevare (o a tenere giù) il coperchio del calderone ippico si hanno più rischi che vantaggi, specie se a farlo è un funzionario dello stato in carriera. È sullo sciogliere questi nodi che gli ippici devono convergere per continuare a soffiare sulla fiammella di ripresa degli ultimi due anni.
Va però anche detto che questo decreto Mipaaf almeno in un punto non pecca di ignavia: la decisione di accentuare i tagli sulle corse al galoppo che, come notato dallo stesso documento, sempre più spesso non riescono a mettere insieme un numero accettabile di partenti. La corsa di galoppo con quattro partenti –che con qualche ritiro può arrivare addirittura a due – infatti è sempre più frequente. E non è male che al ministero si sia rinunciato a guardare dall’altra parte.