22/02/2014

Il ministro, i dirigenti ippici e il nostro lapis

di admin

A governo formato i nostri dirigenti ippici possono fare due cose: puntare sul neo ministro, Maurizio Martina (35 anni, Pd, di Calcinate, 6000 abitanti nella Bergamasca). Questa è la strada di sempre, ma per due motivi è stretta, come tutte le vie di provincia:

  1.  Se voi foste ministri neoincaricati vi occupereste di un settore piccolo piccolo, e quindi che porta pochi voti, o di quote latte, agroalimentare e via dicendo? Credereste a chi vi racconta di 50.000 posti di lavoro (perlopiù sconosciuti all’Inps). Sì 50.000, sempre gli stessi dopo anni di crisi? Vi potreste anche domandare: “Delle due l’una: o su questi 50.000 mi stanno imbrogliano, o non sono in crisi. In ogni caso meglio lasciar stare”.
  2. Ma se anche foste così tonti da non capire o farvi queste domande, non potreste fare comunque nulla. Il vero potere nei ministeri sta nei burocrati che sono lì da sempre, mentre i ministri passano (e i burocrati lo sanno). Inoltre i ministri del ministero non si occupano, lottano per restare. Poi si vedrà. Funziona così piaccia o non piaccia, altrimenti perché la De Girolamo l’avrebbero inchiodata su precedenti questioni beneventane, mentre del ministero nulla è stato detto? Funziona così perché poi il conto con gli elettori si può falsificare (è gente che lavora, gli elettori, mica che fa politica, quindi dimentica: basta contargliela). Invece, non dimentica chi è del mestiere e quindi deve piazzare persone che durino. La storia della lottizzazione della vecchia Unire  ci insegna.

Allora che fare? Puntare ad individuare e appoggiare una persona, meglio se già interna al ministero, che possa seguire la causa dell’ippica traghettandola verso una riforma, probabilmente quella della Lega ippica, che privatizzi un settore che non ha più le dimensioni e l’impatto sociale per essere pubblico.
Starà a questa persona lasciare al ministro la ribalta acchiappa voti. Certo, è una persona difficile da trovare, perché il gioco dell’Ippica è pieno di pacchi bomba con i quali ci si può far male. E, anche se comunque si vince, visto quel che è restato, si vince poco. Ma è l’unica strada – a meno che si abbiano conoscenze personali con il ministro tanto forti da indurlo a fare un decreto che distribuisca soldi a pioggia per 3/4 anni, è già capitato. Ma anche se così fosse, passati questi anni (e cambiato il ministro) tutto tornerebbe come prima. Peggio di prima.  È già capitato anche questo.
Ma tutto questo è affare dalla nostra dirigenza. E il popolo ippico cosa può fare: secondo me depennare tutti quelli che da domani (o oggi, sono le 10.35) inizieranno a scrivere al ministro dipingendo quadri apocalittici (abbastanza realistici) fitti di “si esige”, “si richiede” “Settore allo stremo”, per poi lanciare suppliche cortigiane. In questo campo gli esempi si sprecano: c’è anche chi pochi anni fa scrisse “Signor Ministro, si ricordi che l’ippica vota compatta, chieda a chi l’ha preceduta”. E chi in un’intervista si rivolese ad Alemanno, chiamandolo Eminenza. Con queste muse sarà dura comunque. Ma il lapis per depennare ci vuole.