02/07/2014

Melzi parla di dimissioni: «Torino discriminata e zero buon senso»

di admin
Hanno tagliato troppo le corse al Nord, non c’è pianificazione strategica, come dimostra la possibilità che ora in Lombardia si corra sia a Varese che a Milano. E a Torino danno date infami. Quindi Melzi annuncia: «Presenterò nell'assemblea di HippoGroup del 9 luglio le mie dimissioni. A meno che…. non cambi qualcosa»

Intervista di Mario Bruno Comunicazione Hippogroup Torino

Come si potrebbe dire: «Tutto ha un linite» E' questa la sensazione più intensa che emerge da una lunga chiacchierata con l'amministratore delegato di HippoGroup Torinese Spa, Guido Melzi d'Eril, a fronte del – come dice lui – l'ultimo sberleffo, il calendario che il Mipaaf ha confezionato, relegando Torino a ciò che non merita.
Melzi apre il foglio contabile dell'ultimo sabato di corse in Italia ed emerge che i 20.000 euro e passa, giocati sul campo di Vinovo, valgono  il terzo riferimento nazionale, superiori nei contenuti a Roma Capannelle, a Taranto, a Padova ecc. Ma il calendario consegnato poche ore fa alle stampe pone Torino in altra posizione.
«E' legittimo che tutti abbiano come desiderio di poter correre principalmente la domenica, ma questo concetto sarebbe sano e saggio nella misura in cui c'è coinvolgimento collettivo. E invece non è così: ci sono ippodromi che godono della festività ad oltranza ed altri che non partecipano a questo gradito evento. I nostri prossimi 3 mesi di attività, luglio, settembre ed ottobre sono esplicativi: ad ottobre attività per 5 mercoledì, a settembre una domenica, a luglio, infine, un vero e proprio schiaffo in faccia, una sola domenica, quella della finale del campionato del mondo di calcio. Non contano la qualità dell'impianto, la qualità dei protagonisti, la bellezza delle strutture, la Società che gestisce il tutto con una ventina di persone a libro paga. Dati di estrema concretezza ben noti al Ministero. Altre considerazioni: condivido che Roma e Napoli abbiamo una base di monte premi intorno ai 60.000 euro per giornata, ma per quale motivo Torino deve avere il 20% in meno?»
Il discorso non è in ogni caso ristretto solo a Torino ma a tutto il sistema.
«Io credo che il Paese debba essere diviso per compartimenti: il Nord Est, il Nord Ovest, il centro, il sud e le isole. Vanno difesi questi capisaldi per rispettare l'intero sistema, gli allevamenti ed i proprietari. Pur partendo da questo presupposto, appare evidente che un'area nella quale operano in sincrono Napoli, Castelluccio dei Sauri, Pontecagnano, Aversa, San Giovanni Teatino, Cosma e Damiano e Roma ha un globale che sfiora le 400 giornate. I cavalli vanno da sempre dove ci sono i soldi, più denaro c'è a disposizione su un certo territorio e più elevata è la frequenza di chi spera di fare cassa. Torino, da sola nel Nord Ovest, con il supporto di un'Albenga che per i milanesi ed i torinesi è gravosa da raggiungere, cosa può fare con 52 giornate? Ma il territorio piemontese vale oro per l'ippica italiana e sotto questo profilo vanno esaltati la qualità dei centri di allenamento e dei proprietari e dei guidatori. Con la sola differenza che chi non trova percorso nel Nord Ovest se ne va in Francia, colpendo, indebolendo il sistema. Questo problema il centro sud non ce l’ha, il Nord Ovest, sì. Ecco, dunque, che occorrerebbe prendere coscienza di questi temi, analizzarli e gestirli in positivo. Nelle scorse settimane, come Federippodromi, ho presentato agli ippodromi di maggiore importanza un calendario che nasceva dalle considerazioni che ho appena esposto, ma i risultati che ho ottenuto sono evidenti: zero»
.
A difesa del Nord Ovest, Melzi avrebbe voluto altro atteggiamento.
«Milano riapre, se n'è parlato tanto, presto o tardi riaprirà. Ed ora ecco Varese, con 38 giornate. Ognuno ha ragionato e lavorato in funzione dei propri obiettivi: cosa devo pensare, che da nulla arriveremo ora a due ippodromi a distanza di una manciata di chilometri? Ma non poteva avere senso sedersi ad un tavolo ed affrontare, costruttivamente, i problemi di un territorio così prezioso per l'ippica italiana? Invece, niente»
Un Melzi non sconfitto, ma stufo: «Stando così le cose – conclude – presenterò nell'assemblea di HippoGroup del prossimo 9 luglio le mie dimissioni. A meno che…. non cambi qualcosa»
E' questa la sensazione più intensa che emerge da una lunga chiacchierata con l'amministratore delegato di HippoGroup Torinese Spa, Guido Melzi d'Eril, a fronte del – come dice lui – l'ultimo sberleffo, il calendario che il Mipaaf ha confezionato, relegando Torino a ciò che non merita.
Melzi apre il foglio contabile dell'ultimo sabato di corse in Italia ed emerge che i 20.000 euro e passa, giocati sul campo di Vinovo, valgono  il terzo riferimento nazionale, superiori nei contenuti a Roma Capannelle, a Taranto, a Padova ecc. Ma il calendario consegnato poche ore fa alle stampe pone Torino in altra posizione.
«E' legittimo che tutti abbiano come desiderio di poter correre principalmente la domenica, ma questo concetto sarebbe sano e saggio nella misura in cui c'è coinvolgimento collettivo. E invece non è così: ci sono ippodromi che godono della festività ad oltranza ed altri che non partecipano a questo gradito evento. I nostri prossimi 3 mesi di attività, luglio, settembre ed ottobre sono esplicativi: ad ottobre attività per 5 mercoledì, a settembre una domenica, a luglio, infine, un vero e proprio schiaffo in faccia, una sola domenica, quella della finale del campionato del mondo di calcio. Non contano la qualità dell'impianto, la qualità dei protagonisti, la bellezza delle strutture, la Società che gestisce il tutto con una ventina di persone a libro paga. Dati di estrema concretezza ben noti al Ministero. Altre considerazioni: condivido che Roma e Napoli abbiamo una base di monte premi intorno ai 60.000 euro per giornata, ma per quale motivo Torino deve avere il 20% in meno?».

Il discorso non è in ogni caso ristretto solo a Torino ma a tutto il sistema.
«Io credo che il Paese debba essere diviso per compartimenti: il Nord Est, il Nord Ovest, il centro, il sud e le isole. Vanno difesi questi capisaldi per rispettare l'intero sistema, gli allevamenti ed i proprietari. Pur partendo da questo presupposto, appare evidente che un'area nella quale operano in sincrono Napoli, Castelluccio dei Sauri, Pontecagnano, Aversa, San Giovanni Teatino, Cosma e Damiano e Roma ha un globale che sfiora le 400 giornate. I cavalli vanno da sempre dove ci sono i soldi, più denaro c'è a disposizione su un certo territorio e più elevata è la frequenza di chi spera di fare cassa. Torino, da sola nel Nord Ovest, con il supporto di un'Albenga che per i milanesi ed i torinesi è gravosa da raggiungere, cosa può fare con 52 giornate? Ma il territorio piemontese vale oro per l'ippica italiana e sotto questo profilo vanno esaltati la qualità dei centri di allenamento e dei proprietari e dei guidatori. Con la sola differenza che chi non trova percorso nel Nord Ovest se ne va in Francia, colpendo, indebolendo il sistema.
Questo problema il centro sud non ce l’ha, il Nord Ovest, sì. Ecco, dunque, che occorrerebbe prendere coscienza di questi temi, analizzarli e gestirli in positivo. Nelle scorse settimane, come Federippodromi, ho presentato agli ippodromi di maggiore importanza un calendario che nasceva dalle considerazioni che ho appena esposto, ma i risultati che ho ottenuto sono evidenti: zero»
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A difesa del Nord Ovest Melzi avrebbe voluto altro atteggiamento: "Milano riapre, se n'è parlato tanto, presto o tardi riaprirà. Ed ora ecco Varese, con 38 giornate. Ognuno ha ragionato e lavorato in funzione dei propri obiettivi: cosa devo pensare, che da nulla arriveremo ora a due ippodromi a distanza di una manciata di chilometri? Ma non poteva avere senso sedersi ad un tavolo ed affrontare, costruttivamente, i problemi di un territorio così prezioso per l'ippica italiana? Invece, niente»
Un Melzi non sconfitto, ma stufo… 
«Stando così le cose – conclude – presenterò nell'assemblea di HippoGroup del prossimo 9 luglio le mie dimissioni. A meno che…. non cambi qualcosa»