26/03/2015

Nuova Convenzione Ippodromi verso la firma

di admin

Ieri a Roma si è tenuta una riunione tra ippodromi e Mipaaf con all’ordine del giorno la convenzione ippodromi, ovvero il contratto che regola le modalità con le quali si organizzano e si retribuisce l’organizzazione delle corse.
Sembra, anche a stare a quello che scrive su Trotto&Turf Luigi Migliaccio, che si sia giunti a un punto da prendere o lasciare e quindi si prenderà. Ma sarà anche un accordo ponte, valido fino al 31 dicembre. Dal punto di vita pratico non cambia molto, anche se è probabile che i piccoli ippodromi perdano un po’ a favore dei metropolitani; del resto è il trend già iniziato, anche alla luce della costituenda (ma ormai si parla della fine dell’anno) Lega Ippica, che a stare a quanto si è capito darà forza alle strutture più grandi.

Questo comunque quanto emerso in punti

  1. Verrà tolta l’Iva dai 57 milioni di sovvenzione previsti per gli ippodromi, che quindi ne vedranno entrare in cassa solo 48 milioni. Di conseguenza avranno un margine di operatività inferiore per i loro acquisti gravati di Iva, che non potranno più compensare almeno sulla base di questa provvista.
  2. La perdita di cui sopra verrà compensata con l’aumento della retribuzione per punto nella tabella di valutazione degli impianti. E qui sta la ranzata ai piccoli che, avendo valutazioni minori ma in proporzione maggiori conferimenti, si troveranno a perdere qualcosa sull’Iva. Questo anche perché i criteri di valutazione insistono troppo – a nostro avviso – sul bacini d’utenza, anziché sull’utenza effettiva, ovvero non prendono in considerazione in quanti e quando vanno all’ippodromo; con il risultato ad esempio che Bologna vale più di Cesena, che però ha le tribune piene (un  insulto al marketing).
  3. Gli ippodromi percepiranno qualcosina in più sulla raccolta gioco sul campo e in agenzia. E qui – sempre a nostro avviso – c’è un errore madornale: se vogliamo che investano nel diventare strutture da secondo millennio, vanno premiati se e quando fanno pubblico sul campo, perché è sul campo che nascono nuovi proprietari, altrimenti i cavalli diventano tutti degli addetti ai lavori, con le anomalie che ne conseguono.

 

Alessandro Ferrario