30/10/2013

Derby romano: una storia di lettere e intrighi di palazzo

di admin


Cari Amici di Vendopuledri,
impazza la polemica sulla pista di trotto a mano destra della nascitura pista di Capannelle. Un tracciato che – come noto- è stato fatto a tempo di record perché si è voluto e si vuole mantenere a Roma sia il Derby 2013 sia l'Allevatori 2013, corse faro della Selezione. Tutte le categorie, con in testa il presidente degli Allevatori Viani, si sono schierate contro questa eventualità, chiedendo al Ministero di spostare per quest'anno le due classiche, chi dice ad Agnano chi a Torino. Soprattutto tra ieri e oggi sono apparse su Gaet due lettere in aperto contrasto con questa tesi. La prima è di Viani, che accusa di inerzia Imprenditori Ippici, associazione che non si è unita alla crociata anti mano destra (e quindi anti Classiche a Capannelle). La risposta di Enrico Tuci di Imprenditori ippici non si è fatta attendere: Tuci oggi ha accusato Viani di voltafaccia, riportando ampi stralci di un’intervista rilasciata dallo stesso a Trotto & Turf del 29 agosto nella quale il Presidente Anact garantiva che mano destra o sinistra era quasi lo stesso (testualmente: “Ma no. Ho parlato con diversi trainer e credo che con i cavalli del giorno d'oggi non sia così determinante”.
Per dare l’ultima pennellata anche Franchino Maisto, direttore di Pontecagnano, ha scritto accusando i "Puristi del Trotto" di voler relegare TorCapannelle Trotto a ippodromo di terza fascia con corse solo di routine…
A mio avviso anche un bambino capirebbe che Franchino Maisto e Enrico Tuci  fingono di non sapere che la quasi totalità della gente del trotto non è che voglia solo le corse di routine a TorCapannelle ma, forse più semplicemente, non vuole un Derby a mano destra dopo che tutta la preparazione è avvenuta a mano sinistra. Non vuole le classicissime su una pista raffazzonata in fretta e non assestata.
A tal proposito faccio mio il pensiero di Walter Zanetti, allenatore di uno dei cavalli pretendenti al Derby, Rambo Zs, pensiero espresso proprio oggi sui socialnetwork ippici proprio e commentando la lettera di Maisto : «È proprio perché ho visto di persona le prime corse di Firenze, su una pista che definirla da motocross era un eufemismo, che non vogliamo che si ripeta la stessa cosa, rischiando l'incolumità dei migliori tre anni. Una cosa di cui credo nessuno abbia voglia… Qui non si tratta di sponsorizzare interessi, ma di fare le cose con serietà e giudizio. Cosa succederà se per un anno il Derby si fa in una pista diversa sicura e ben rodata? Meglio rischiare di azzoppare qualche campione allora?»


 


Roberto Mazzucato


Caro Roberto,
riassumo la situazione secondo il mio pensiero


1° Il vero Derby 2013 si fa venerdì primo novembre a Vinovo, si chiama Mangelli, suona strano ma è così.
2° Il Derby di Roma sarà un Derby politico e quindi varrà come le Olimpiadi di Mosca 1980, che non avevano valore perché boicottate dai principali Paesi occidentali per ragioni appunto politiche (ci spiace per chi vincerà)
3° Questo è il prezzo da pagare alla soluzione del problema Roma e forse è un prezzo accettabile. Ma se io avessi un puledro – e ricordo che non ho cavalli – ascolterei Zanetti e non ci andrei. Anche se poi forse davanti al ricco piatto…
4° Imprenditori Ippici non prende posizione perché non vuole andare contro un ippodromo (Capannelle, per altro molto ben gestito come ippodromo di Galoppo) presieduto da Tomaso Grassi, che di Imprenditori è stato tra i promotori.
5° Viani vedeva bene il Derby a Roma perché lo riteneva un prezzo politico accettabile per non perdere il trotto nella capitale. Ora si contraddice perché teme l'impopolarità e soprattutto vede Lega Ippica come fumo negli occhi, in quanto il progetto azzera la rappresentatività di Anact presso il Ministero. 
Del resto Churchill per spiegare l’alleanza con Stalin durante la guerra diceva “Se Hitler va all’inferno, io mi alleo con il Diavolo”. Per fortuna il caro amico Tuci non è Hitler e anche Churchill  può riposare in pace: nessuno lo vuol mettere sullo stesso piano del nostro presidente Viani.

Alessandro Ferrario