17/11/2015

Una precisazione su Moscati e 5 domande ai candidati

di admin

Di Alessandro Ferraio – Sandro Moscati mi ha gentilmente chiesto di ribadire un concetto, che per altro lui stesso dice essere già stato chiarito in un precedente mio articolo su Vendopuledri. Si tratta delle sue dichiarazioni da me raccolte (clicca qui per leggerle), circa la possibilità di una privatizzazione dell’ippica. Nel pezzo si leggeva che per sostituire la mano pubblica ci vorrebbe un benemerito finanziatore capace di sborsare duecento milioni l’anno. Questa affermazione, come ho già scritto, non è stata di Moscati ma mia e intendeva essere una battuta, visto l’irreperibilità a mio avviso di tutti questi soldi. Moscati durante l’intervista la sottoscrisse con una bella risata. Tutto qui. Chiunque dica – sembra che qualcuno l’abbia fatto – che Moscati abbia in quell’occasione millantato di avere nel taschino qualcuno disponibile a mettere sul piatto duecento milioni, quindi ha frainteso (e di brutto).

Detto questo torno a dire che il tema Privato Sì, Privato No, Privato un Po’, attiene solo molto alla larga alla carica di Presidente Anact.
Sono altre, e più alla portata dell’Associazione, le cose delle quali a mio avviso sarebbe meglio parlare in questa campagna elettorale, cose sulle quali poi l’eletto potrebbe agire se non direttamente almeno stimolando il Mipaaf (sempre ammesso che là ci sia qualcuno a recepire lo stimolo…).
Provo a metterne alcune in fila, con tanto di bravo numerino.
Bontà loro se vorranno rispondere.

Cinque domande (non facili) ai candidati alla presidenza Anact
1) Sareste disponibili a una riduzione del Premio Allevatori sulle corse di minima per creare una riserva che lo possa maggiormente estendere ai cavalli che vincono all’Estero?
2) Preferite meno corse a premi più alti o, in caso di ulteriore diminuzione del montepremi, vi va bene il calo della dotazione media?
3) Siete disponibili a ridurre il numero delle corse di selezione per i tre e quattro anni, visto il calo dei cavalli in pista?
4) Pensate a un allevamento con pochi prodotti, ma qualitativi, o all’incentivazione di un uso di monte a basso costo pur di rialzare il numero dei nati?
5) Qual è la vostra posizione verso il così detto Allevamento Casalingo – quello fatto da 2 o 3 fattrici tenute a casa – che sta percentualmente crescendo?

Queste domande presuppongono un assunto: che le risorse non si possono aumentare con la bacchetta magica (altrimenti torniamo al Re Mida con i 200 milioni). Quindi bisogna lavorare su quello che si ha, altrimenti quello che si ha diventerà rapidamente niente.