19/07/2021

I partenti (12) del Società Terme Maschi, all’1 Canto Dei Venti con al largo Chrono Ek e Cobalto Di No; al 9 Corazon Bar, al 10 Cosmo Spritz

di Mario Alderici

Dichiarati stamani i partenti del tradizionale Società Terme (a Montecatini sabato 24, e come l’anno scorso in due prove, maschi e femmine), antica classica estiva per i 3 anni sul doppio km con radici che, con qualche variante nel nome, risalgono agli anni ’50 (la prima edizione nel 1953, vinse Empire con Sergio Brighenti nell’unica edizione sui 2400 metri, poi sul doppio km a parte tra il 1986 quando vinse Falco D’Assia con Marcello Mazzarini e il 1990 quando vinsero Majer Art e Salvatore “Dudù” Matarazzo in cui si corse sul miglio) e giunto alla sessantanovesima edizione. Sulla strada verso il Derby il Società Terme, seppur declassato a gruppo 3, conserva almeno la sua sistemazione temporale, il che, in questi tempi di sistematica distruzione del sistema, pare già essere un privilegio.
Come da qualche anno a questa parte il Gran Premio sarà intitolato alla memoria del mito “Decione” (soprannome affibiatogli da bambino quando nonno Donatello lo ricompensava con 10 lire per accudire i cavalli) Vivaldo Baldi che corse, e vinse, fino a 80 anni inoltrati, dando spettacolo e rendendo ogni corsa una sfida, sia in Gran Premi sia in corse di routine (“Per me corse di milioni o di centesimi son sempre corse. E’ uguale. I soldi e li ‘onto dopo” …); peraltro l’ultimo Gran Premio corso da “Decione” fu proprio il Società Terme (che aveva vinto con Mincio nel 1962 e con Eliano nel 1985) con l’outsider Antonyjunior Luis che in retta si lanciò all’attacco del leader Antares Rob scatenando il tifo del pubblico della sua Montecatini, sul palo fu secondo (miglior piazzamento nella carriera di Antonyjunior) ma diede ugualmente spettacolo alla corsa con un cavallo affidatogli da Pino Di Caterino che era un outsider eppure noi toscani che eravamo in tribuna, anche se non l’avevamo giocato, facemmo un tifo indiavolato per “Decione” che fece l’ennesimo capolavoro andando vicino al colpaccio a grossa quota. Indelebile nel ricordo del pubblico il coraggio, la passione, le imprese di “Decione”. Una passione per le corse e una vita per i cavalli, tanto che da ragazzino (quando a seguito del terribile incidente scontrandosi con un altro cavallo sulla pista di Prato che quando aveva 11 anni lo tenne sospeso tra la vita e la morte e del quale portò sempre i segni sul volto come un simbolo di una passione sofferta) contravvenne alla richiesta di papà Omero di trovare un altro lavoro e a soli 18 anni fece subito un record vincendo il suo primo gran premio (con Scrivia, a Firenze nel Toscana nel 1942) diventando da subito per gli ippici toscani come Bartali per il ciclismo, ed entrò ben presto anche nel cuore dei napoletani con la tripletta nel Lotteria di Birbone, soprattutto quando vinse il terzo a 10 anni, nonostante tanti acciacchi, con una guidata alla “Decione” che filò il leader Bayard e lo stampo’ con Vivaldo che riuscì contemporaneamente a comandare e a non far sbagliare Birbone che aprì il galoppo subito dopo il palo, ma va anche ricordata la prima di Birbone in cui battè Agrio guidato da papà Omero Baldi e nel dopocorsa il driver Finn disse “Un Baldi si può anche battere, due no”. Paolo Orsi Mangelli gli aveva proposto di guidare per la sua grande scuderia ma Vivaldo era uno spirito liberò e rifiutò. Schietto, non cercava di accattivarsi la simpatia dei proprietari, al proprietario di The Last Hurrah (Luciano Brotini) che era un industriale calzaturiero che gli chiedeva come mai non mettesse le tante paia di scarpe che gli aveva regalato, Vivaldo rispose “Perché dalle tu’ scarpe e ci passa l’acqua …”. Un coraggio quello di Vivaldo che ne fece un eroe che non aveva paura di niente e che non avrebbe mai mollato di fronte a nulla, neanche al secondo incidente che nel 1963 gli distrusse il gomito del braccio sinistro, rientrò in pista l’anno successivo e fu subito un doppio (con Aiace e Mincio). Totalmente a suo agio nella sua veste di driver, correva spesso con giacca e cravatta sotto la giubba (“Fò prima a spogliarmi!”). L’ultima vittoria di Vivaldo a 81 anni nell’estate del 2005 a Montecatini con Demimoore, l’ultimo piazzamento sempre al Sesana nell’estate successiva a 82 anni con Fibrosa Op lottando fino in fondo per tentare di battere la leader Fazit, nella stessa estate l’ultima corsa con Glamour Dvs. Morì a 84 anni (era nato nel 1924 a Quarrata) con all’attivo circa 5000 vittorie andando a segno praticamente in tutti i gran premi italiani e portando al trionfo campioni come Birbone, Crevalcore e The Last Hurrah, indimenticabile il Lotteria di The Last Hurrah in cui pressò i rivali di sempre Delfo, che per un certo periodo era stato affidato a lui e di cui conosceva i difetti, e Sergio Brighenti contro il guardrail in un ruota contro ruota che fece sbagliare Delfo, con Vivaldo che rispondendo alla giuria che gli faceva notare l’azione ai limiti del regolamento esclamò “Ma questo un gl’è miha uno sport per donnicciole!”. Paolo Marchi (direttore del giornale toscano Galoppo e Trotto, poi diventato il digitale “Gaet” del figlio Gianni) disse: “Vivaldo Baldi in corsa dà il meglio di sé stesso, al punto tale che lui in corsa vuole soltanto vincere! E per vincere a volte se c’è un po’ da “appoggiarsi” su qualcun altro lui lo fa, poi dice di no, ma lui lo fa, lui deve vincere! Vivaldo è un uomo che inventa le corse, va in pista senza uno schema preciso, ma in un secondo cambia un clichè di gara, cambia tattica amalgamandosi con il cavallo, lo sente, lo avverte”. Come detto, Delfo era stato da Vivaldo che nel 1977, per rispetto verso il figlio Alessandro, rinunciò al campione: Vivaldo era appiedato e voleva far guidare Delfo al figlio; il proprietario Tosonotti scelse invece Jean Renè Gougeon e Vivaldo gli disse “Mando su l’artiere e il sulky con cui Delfo dà il meglio ma poi il cavallo resta lì”; poco dopo Vivaldo vinse il Campionato Europeo con The Last Hurrah e al cronista che gli chiedeva a cosa avesse pensato dopo il palo rispose “A i’ Tosonotti …”. Quando aveva 80 anni e correva in una corsa di superminima Antonio Berti gli disse “Ma Vivaldo, uno che come te ha vinto tutto, a quest’età corre in una reclamare con 14 cavalli? E se per caso dovessi cascare?”, e Decione rispose: “E se si ‘asca ci si rialza, e se un ci si rialza amen”. Poche settimane prima di lasciarci (2008) aveva rinnovato la licenza di guidatore perché, a soli 84 anni, non intendeva mollare questa disciplina sportiva che tanto gli aveva dato. Oltre al coraggio indelebili nel ricordo delle corse di Vivaldo la prontezza di riflessi, il senso dell’andatura e la voglia di vincere sempre.
Tra i vincitori del Società Terme Varenne e Giampaolo Minnucci per il training di Jori Turja nel 1998 da leader in 1.15.6. Il record della corsa è stato siglato nel 2014 da favoriti da Stankovic Ok e Enrico Bellei per il training di Holger Ehlert in 1.13.8 in avanti scambiando con Superbo Capar, nel 2015 si sono affermati da favoriti Timone Ek e Federico Esposito per il training di Gennaro Casillo in 1.15.6 da leader, nel 2016 Ubertino Grif e Alessandro Gocciadoro (guida e training) in 1.16.4 con 600 finali scoperti in 42.2 sfruttando l’errore a fil di palo della leader United Roc che era riuscita di misura a respingerlo, nel 2017 ancora Alessandro Gocciadoro (guida e training), questa volta con Von Wise As in 1.14.9 con 600 finali in 42.9 passando al mezzo giro conclusivo per difendersi di misura da Valdivia, nel 2018 da favoriti Zigolo De Buty e Andrea Baveresi (guida e training) in avanti in 1.15, nel 2019 Argentovivo e Mario Minopoli (guida e training) in 1.14.3 da leader, l’anno scorso Belzebù Jet e Vincenzo Luongo per il training di Massimo Finetti in 1.14.8 da leader. In vetta all’albo d’oro con 4 vittorie Marcello Mazzarini, Enrico Bellei e Sergio Brighenti su Roberto Vecchione, Giancarlo Baldi, Giampaolo Minnucci, Alessandro Gocciadoro e William Casoli con 3.

Due file complete nella prova maschile con in corda il caratteriale Canto Dei Venti che sta vincendo le sue paure per la sabbia sul muso adattandosi a correre sotto con al suo esterno Chrono Ek che parte molto forte ma deve riuscire ad evitare divagazioni e il veloce e regolarissimo Cobalto Di No che è sempre al palo. In seconda fila invece (al 9 e al 10) il passista Corazon Bar ottimo nel miglio finale allo scoperto nel Nazionale anche se ha preso l’ambio nei pressi del palo e il recorder del mondo in pista piccola sul doppio km Cosmo Spritz che resta su 5 vittorie. Al 4 l’alterno Cralgido Sm, al 5 Carlos Op al salto di categoria ma imbattuto in 3 uscite sulla pista, al largo della prima fila lo specialista della pista piccola Cointreau al salto di categoria. In seconda fila al 7 e all’8 altri due specialisti del mezzomiglio come Colosseuss e Charles Op, all’11 il regolare Ceres Prav, completa il campo Cherry Top in ordine.

 Ma in analisi e pronostico ci addentreremo nei prossimi giorni.

  1. Canto dei Venti A. Di Nardo
  2. Chrono Ek Fed. Esposito
  3. Cobalto di No V.P. Dell’Annunziata
  4. Cralgido Sm E. Bellei
  5. Carlos Op Fr. Facci
  6. Cointreau E. Baldi
  7. Colosseuss R. Vecchione
  8. Charles Op T. Di Lorenzo
  9. Corazon Bar A. Gocciadoro
  10. Cosmo Spritz M. Cheli
  11. Ceres Prav A. Greppi
  12. Cherry Top G. D’Alessandro Jr