19/04/2024

I partenti (11) del Barbetta, unico penalizzato Desiderio D’Esi, al 10 Boccadamo, all’8 Jimmy Ferro Br

di Mario Alderici

Giovedì 25 aprile il tradizionale appuntamento di Milano con il gran premio intitolato alla memoria di Ettore e Mario Barbetta (un tempo era l’Inverno), rispettivamente nonno e padre del valente collega di Trotto & Turf Ettore, come sempre sulla lunga distanza. Ettore Barbetta nacque nel 1874 e entrò nel mondo del trotto per una lontana parentela con Giovanni Gallo che era il driver del grigio Jockey (francese dominatore in Europa e in seguito grande stallone e avo di fattrici) e che viveva vicino all’ippodromo Andrea Doria; Ettore iniziò a lavorare in scuderia, esordì in corsa a Montagnana nel 1892 arrivando terzo e fu preso in simpatia dal cavalier Rossi che guidava in tutta Europa e morì in corsa nel 1910 a Trieste; a inizio secolo si correva senza giubbe impermeabili, senza casco e con rotabili senza protezione, per Ettore una giacchetta di raso e i baffi curati, sornione, il suo Homer vinse l’Europeo di Cesena e fu sfidato da Uranie a segno in ben 3 Amerique (e nella sfida del 1928 a Milano sulla lunga distanza, il velocista Homer cedette); molto spesso sfidava Nello Branchini, suo vicino di scuderia a Modena per un periodo e che fu eletto suo avversario dalla stampa di allora, come Coppi e Bartali, tra i suoi cavalli da ricordare Palla che vinse 8 gran premi su 9 compresi Nazionale e Derby e perse solo a Montecatini con la febbre, Dese, Adlon, Codero con cui vinse a Baden (in Austria) nel 1912, Augias che vinse a Berlino nel 1929; Ettore guidò fino al 1945 in attesa del ritorno dalla prigionia del figlio Mario (che nel 1938 aveva vinto, con il figlio di Homer, Sovrano che era il suo cavallo del cuore il premio San Siro che poi diventerà il Mangelli e nel 1941 l’Impero a Bologna in una corsa dove erano favoriti no betting due avversari della scuderia Orsi Mangelli guidati dai pluridecoratI Otto Dieffenbacher e Alessandro Finn), a cui quando fu libero consegnò Costiera, Patrignana e Alisio che Mario guidò il 20 settembre del 45 realizzando subito una tripletta nonostante il non facile periodo bellico con due lunghi anni di prigionia lo avessero prostrato nel morale.

Mario era nato nel 1917 (evitando al padre Ettore la guerra dato che era il quinto figlio e in quel caso c’era l’esenzione dal servizio militare), iniziò a correre a 17 anni con Wren e quello stesso anno colse la sua prima vittoria; il suo cavallo più vincente fu il castrone volante Gladio, un eccellente partitore che nel 1970 nell’Andreani eguagliò il record delle piste italiane di Tornese di 1.15.7; Mario fu secondo nel Derby con Gentilhombre (che vinse il Toscana), tra i suoi cavalli da ricordare il vincitore del Presidente della Repubblica (dopo errore) e del San Giuseppe Palin, il vincitore del Marangoni Nebbiolo che in quell’occasione battè la futura derbywinner Atina, il vincitore del Firenze Gobaldo che nell’Europa fu stampato sul palo da Dosson e Giancarlo Baldi, Calumet Epson che vinse un handicap con uno speed micidiale dopo essere caduta in sgambatura, Magda Pinerolo che coperta aveva una punta di velocità fuori dal comune, Falcuccio, Urubù che vinse i centrali fino all’ultimo giorno a 10 anni, Lieto, Cisei, Cordobes, Cuorgnè che era un partitore fenomenale e andò in testa 54 volte su 55 (l’unica volta che non andò davanti fu perchè si ruppe un piede), tutti non crack mondiali ma ottimi cavalli. Fu socio Anact dal 1952, finita la carriera da driver fu per 15 anni commissario capo a San Siro e collaborò alle aste di Settimo Milanese fino al 2001. Fino alla fine dei suoi giorni frequentò gli ippodromi e le aste degustando un amaro appositamente riscaldato a mò di punch, simpatica abitudine assunta in passato per respingere gli assalti del freddo. Longevi, Ettore scomparve a 94 anni, Mario a 91 giusto in tempo per risparmiarsi la chiusura di San Siro e così andare a visitare altre piste con animo leggero.

Nel gran premio che li ricorda nel 2015 hanno vinto da favoriti a Torino (come nel 2013 e nel 2014) Prince Wind e Pietro Gubellini (training e guida) in 1.15.4 ottenendo strada dopo 600 metri, nel 2016 nella prima edizione alla Maura Ribelle Op e Vincenzo D’Alessandro junior (per il training della famiglia) in 1.15.5 scambiando con un avversario, nel 2017 da favoriti Tano Fohle Sm e Enrico Bellei per il training di Gennaro Casillo in 1.14.3 passando sull’ultima curva, nel 2019 a sorpresa Showmar e Andrea Guzzinati in 1.14.2 finendo in crescendo dal gruppo, nel 2021 da favoriti Zef e Santo Mollo per il training di Fausto Barelli da leader in 1.15.9, nel 2022 Brillant Ferm e Marco Stefani per il training di Mauro Baroncini in 1.14 finendo in crescendo dalla scia del leader dopo averlo mandato via, l’anno scorso Boccadamo e Roberto Veccchione per il training di Holger Ehlert al record della corsa di 1.13.7 finendo in crescendo dopo percorso manovrato.

Unico penalizzato il passista Desiderio D’Esi che potenzialmente è il più forte, allo start al largo della seconda fila il detentore del titolo Boccadamo che è imbattuto nelle maratone italiane, all’8 Jimmy Ferro Br che non vince da oltre un anno ma ha il miglior record del campo, al 9 Dilva Jet che sa fare un po’ tutto, al 7 il regolare Diluca Mo, al 3 Caronte Trebì che è adatto a schema e distanza e resta su un successo bolognese da leader con ultimo km in 1.10.2, al 4 il duttile Cardoso Dr che ha carta di 21 primi in 39 uscite, al largo della prima fila la regolarissima Ziguli Dei Greppi che gira svelta ed è arrivata con poco spazio in Francia, in seconda fila in corda Vaprio che è il più ricco del campo ma rientra, al 2 e all’1 Coeur Joyeuse e Crystal Rl che sono in ordine ma trovano categoria impegnativa.

Ma in analisi e pronostico ci addentreremo nei prossimi giorni.

  1. Crystal Rl L. Becchetti 2700 metri
  2. Coeur Joyeuse A. Guzzinati
  3. Caronte Trebì P. Gubellini
  4. Cardoso Dr Santo Mollo
  5. Ziguli dei Greppi N. Del Rosso
  6. Vaprio Renè Legati
  7. Diluca Mo A. Farolfi
  8. Jimmy Ferro Br A. Gocciadoro
  9. Dilva Jet F. Pisacane
  10. Boccadamo R. Vecchione
  11. Desiderio d’Esi M. Stefani 2720 metri