30/04/2025

IL RITORNO DI MAURO BARONCINI

di Filippo Lago

E’ un Mauro Baroncini più sereno e disteso, lo si comprende semplicemente dal tono di voce, quello che racconta un “caso di doping” per il quale è stato scagionato dalla giustizia sportiva che l’ha visto impossibilitato a vedere il proprio nome e cognome nella casella dell’allenatore al fianco dei propri cavalli. Un Mauro Baroncini che, seppur più rilassato, non manca di lanciare un segnale di dispiacere e talvolta disgusto per le modalità di attuazione di una punizione che l’ha colpito al cuore del proprio lavoro: “ovviamente non l’ho vissuta bene. E’ stata una vicenda che ha avuto una punizione immediata, creandomi cosi non pochi problemi, soprattutto organizzativi. Certo sono felice per l’esito della sentenza, tuttavia ritengo che da questa vicenda tutto il settore e chi lo amministra, debbano imparare molto soprattutto nella gestione di alcune precauzioni da prendere prima dell’inizio di ogni convegno di corse. In Francia ad esempio, viene fatto trovare il box chiuso e disinfettato lasciando poi la piena responsabilità, a chi lo andrà ad utilizzare. Questo ovviamente è molto importante per ridurre eventuali contaminazioni ambientali, cosa della quale si è a lungo discusso anche in Italia senza tuttavia, mai prendere alcun vero provvedimento a riguardo. Basti pensare che nel lontano 1996, vi furono una serie di contaminazioni ambientali riguardanti una sostanza simile alla cocaina, per la quale io stesso dovetti scontare 6 mesi di squalifica. Si scatenò una catena di positività eppure, dopo 29 anni siamo ancora qui a parlarne. Desidero ringraziare tutti i proprietari che in questo difficile momento mi sono stati vicini rinnovandomi la fiducia, mi riunirò nei prossimi giorni con i miei legali per leggere e comprendere adeguatamente tutta la documentazione”.