08/05/2019

Le frustate ad Arazi Boko fanno scandalo in Svezia. Ma si può non concordare

di admin

di Alessandro Ferrario – I media e l’ippica scandinava continuano a esternare indignazione per il meeting del Lotteria. Alessandro Gocciadoro è il bersaglio numero uno: il driver in giallo è accusato di brutalità per le tante frustate (davvero parecchie) inflitte al per giunta vecchio Arazi Boko  nel Consolazione, conclusosi con la vittoria dei due. Ma subito dietro al Goccia, i nordici rampognatori ci hanno infilato anche Pietro Gubellini, Gennaro Riccio e Gaetano Di Nardo, arrivando al punto di ostracizzare i quattro per tutto il 2019 da Halmstad. Il tutto mentre i vertici dell’ippica svedese continuano a definire il comportamento dei nostri driver in quel di Napoli come “uno spettacolo indecente”.
L’argomento è delicato. A me non piacciono i processi mediatici, specie quando conditi da moralismo. Per me l’Ippica si deve coniugare con il rispetto per il cavallo, non con l’animalismo, che sa di fanatismo e poco ha a che fare con la realtà (e quindi ancora il rispetto) delle cose. Il cavallo da corsa non corre da solo: lo fa con l’uomo e con lui stringe i denti soffre e a volte piglia frustate (che almeno in senso lato tutti noi prendiamo nella vita). A questa considerazione spesso ho sentito replicare “Ma il cavallo non lo ha scelto di correre, di essere lì!”.

Sì il cavallo non sceglie, ma nemmeno noi uomini ci scegliamo le batoste della vita; almeno da quando una certa Eva ha convinto un certo Adamo a cogliere una certa Mela. No, al massimo se ci riusciamo ci mettiamo la dignità nel sopportarle le batoste, come ha fatto Arazi Boko. Indignitoso sarebbe stato un accanimento su Arazi Boko se questo fosse stato palesemente  battuto o anche se avesse avuto poche chances (se insomma fosse stato un pugile al tappeto), allora sarebbe stata violenza e rabbia. Invece Arazi Boko ha vinto e vincendo ha detto: “Io ci sono in pista, sono ancora da corsa, non un animale soprammobile”. Non so se questo basti a giustificare la pioggia di frustate e so anche che gli metto in bocca parole umane. Ma senza le corse, senza il frustino di Gocciadoro, Arazi Boko non esisterebbe nemmeno, io so anche questo. Ma poi so anche che dire che le frustate in quel caso, sia pure a denti stretti, ci stavano, è un’argomentazione a minore impatto sui media (anzi un’argomentazione per la quale in genere si è tacciati di bieco opportunismo, egoismo, ipocrisia).