28/09/2020

I partenti (6) della Coppa di Milano, Memorial Ettore e Mario Barbetta, all’1 Vernissage Grif

di Mario Alderici

Dichiarati stamani i partenti (solo 6) della Coppa di Milano (in programma domenica 4 a Milano e quest’anno in un’unica prova) che si corre dal 2008 quando vinsero Gleno Dei e Andrea Guzzinati per il training di Claus Hollman in batteria e finale (in 1.12.3). Nel 2014 hanno vinto Potenza Om e Pietro Gubellini per il training di Harry Rantanen in finale in 1.13.2 finendo bene, nel 2015 in batteria e finale Radio Wise e Roberto Andreghetti per il training di Erik Bondo al record della corsa di 1.11.5 passando sulla curva finale dopo impegno esterno, nel 2016 Tamure Roc e Vincenzo Piscuoglio Dell’Annunziata per il training di Tiberio Cecere in batteria e finale (in 1.11.8) finendo bene dal gruppo, nel 2017 da netti favoriti Arazi Boko e Enrico Bellei per il training di Fabrice Souloy in batteria e finale da leader in 1.11.5, nel 2018 Ugolinast e Santo Mollo (guida e training) in 1.11.7 in percorso esterno in finale, l’anno scorso Showmar e Andrea Guzzinati (training e guida) al record della corsa di 1.11.2 di rimessa. In vetta all’albo d’oro Pietro Gubellini con 3 successi.

Quest’anno la Coppa di Milano è alla memoria di Ettore e Mario Barbetta, rispettivamente nonno e padre del valente collega di Trotto & Turf Ettore. Ettore Barbetta nacque nel 1874 e entrò nel mondo del trotto per una lontana parentela con Giovanni Gallo che era il driver del grigio Jockey (francese dominatore in Europa e in seguito grande stallone e avo di fattrici) e che viveva vicino all’ippodromo Andrea Doria; Ettore iniziò a lavorare in scuderia, esordì in corsa a Montagnana nel 1892 arrivando terzo e fu preso in simpatia dal cavalier Rossi che guidava in tutta Europa e morì in corsa nel 1910 a Trieste; a inizio secolo si correva senza giubbe impermeabili, senza casco e con rotabili senza protezione, per Ettore una giacchetta di raso e i baffi curati, sornione, il suo Homer vinse l’Europeo di Cesena e fu sfidato da Uranie a segno in ben 3 Amerique (e nella sfida del 1928 a Milano sulla lunga distanza, il velocista Homer cedette); molto spesso sfidava Nello Branchini, suo vicino di scuderia a Modena per un periodo e che fu eletto suo avversario dalla stampa di allora, come Coppi e Bartali, tra i suoi cavalli da ricordare Palla che vinse 8 gran premi su 9 compresi Nazionale e Derby e perse solo a Montecatini con la febbre, Dese, Adlon, Codero con cui vinse a Baden (in Austria) nel 1912, Augias che vinse a Berlino nel 1929; Ettore guidò fino al 1945 in attesa del ritorno dalla prigionia del figlio Mario (che nel 1938 aveva vinto, con il figlio di Homer, Sovrano che era il suo cavallo del cuore il premio San Siro che poi diventerà il Mangelli e nel 1941 l’Impero a Bologna in una corsa dove erano favoriti no betting due avversari della scuderia Orsi Mangelli guidati dai pluridecoratI Otto Dieffenbacher e Alessandro Finn), a cui quando fu libero consegnò Costiera, Patrignana e Alisio che Mario guidò il 20 settembre del 45 realizzando subito una tripletta nonostante il non facile periodo bellico con due lunghi anni di prigionia lo avessero prostrato nel morale.

Mario era nato nel 1917 (evitando al padre Ettore la guerra dato che era il quinto figlio e in quel caso c’era l’esenzione dal servizio militare), iniziò a correre a 17 anni con Wren e quello stesso anno colse la sua prima vittoria; il suo cavallo più vincente fu il castrone volante Gladio, un eccellente partitore che nel 1970 nell’Andreani eguagliò il record delle piste italiane di Tornese di 1.15.7; Mario fu secondo nel Derby con Gentilhombre (che vinse il Toscana), tra i suoi cavalli da ricordare il vincitore del Presidente della Repubblica (dopo errore) e del San Giuseppe Palin, il vincitore del Marangoni Nebbiolo che in quell’occasione battè la futura derbywinner Atina, il vincitore del Firenze Gobaldo che nell’Europa fu stampato sul palo da Dosson e Giancarlo Baldi, Calumet Epson che vinse un handicap con uno speed micidiale dopo essere caduta in sgambatura, Magda Pinerolo che coperta aveva una punta di velocità fuori dal comune, Falcuccio, Urubù che vinse i centrali fino all’ultimo giorno a 10 anni, Lieto, Cisei, Cordobes, Cuorgnè che era un partitore fenomenale e andò in testa 54 volte su 55 (l’unica volta che non andò davanti fu perchè si ruppe un piede), tutti non crack mondiali ma ottimi cavalli. Fu socio Anact dal 1952, finita la carriera da driver fu per 15 anni commissario capo a San Siro e collaborò alle aste di Settimo Milanese fino al 2001. Fino alla fine dei suoi giorni frequentò gli ippodromi e le aste degustando un amaro appositamente riscaldato a mò di punch, simpatica abitudine assunta in passato per respingere gli assalti del freddo. Longevi, Ettore scomparve a 94 anni, Mario a 91 giusto in tempo per risparmiarsi la chiusura di San Siro e così andare a visitare altre piste con animo leggero.

Come detto solo 6 al via domenica con il fuggi fuggi creato dalla presenza di Vernissage Grif (in corda) imbattuto nelle uscite italiane con Gocciadoro, che ne presenta altri 3: al 2 il veloce Verdon Wf in forma ma alle prese con compagnia impegnativa, al 4 Zlatan che verrà preso presumibilmente in velocità in partenza ma può sfruttare il campo poco numeroso per intervenire nel finale e al 5 Vanesia Ek che è volante e ora parte meno di un tempo ma ha acquisito in tenuta. Con il 3 il primo leader può essere il velocissimo Zefiro D’Ete che mandando poi Vernissage diventerebbe il piazzato di posizione. Completa il campo al largo la regolare Sharon Gar al rientro dopo un infortunio in paddock.

Ma in analisi e pronostico ci addentreremo nei prossimi giorni.

COPPA DI MILANO MEMORIAL ETTORE E MARIO BARBETTA

  1. Vernissage Grif A. Gocciadoro
  2. Verdon Wf Fed. Esposito
  3. Zefiro d’Ete G. Di Nardo
  4. Zlatan XXX
  5. Vanesia Ek Renè Legati
  6. Sharon Gar R. Vecchione